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Alleanza tra cosa nostra, ‘ndrangheta e camorra nel “sistema mafioso lombardo”: maxi udienza preliminare il 20 maggio per 143 imputati

Si aprirà il prossimo 20 maggio, e sono già state fissate altre 23 date fino al 25 luglio, la maxi udienza preliminare nei confronti di 143 persone imputate nell’ambito dell’indagine della Dda milanese su un presunto “sistema mafioso lombardo” costituto da “appartenenti alle tre diverse organizzazioni”, cosa nostra, ‘ndrangheta e camorra, e che sarebbe stato operativo nel territorio tra Milano e Varese. Il procedimento ‘monstre’ su cui è chiamato a decidere il gup Emanuele Mancini, si terrà nell’aula bunker del carcere di Opera.

Tra coloro per cui i pm Alessandra Cerreti e Rosario Ferracane con il procuratore Marceello Viola hanno chiesti il processo, figurano Paolo Aurelio Errante Parrino, in carcere dal 28 gennaio scorso e legato al mandamento di Castelvetrano (Trapani), quello di Matteo Messina Denaro, esponenti della famiglia palermitana Fidanzati, della cosca dei Rispoli e del gruppo campano dei Senese. Non sono escluese richieste di riti alternativi.

Il gip Tommaso Perna nell’ottobre del 2023 aveva rigettato 142 istanze di misura cautelare su 153, disponendo undici arresti e bocciando, in pratica, l’accusa di associazione mafiosa come “consorzio” delle tre mafie. Il Tribunale del Riesame, più o meno un anno dopo, aveva invece dato ragione ai pm e riconosciuto l’associazione mafiosa, disponendo il carcere per 41 indagati.

Poi, dopo la conferma anche della Cassazione sulle misure cautelari, sono stati eseguiti i numerosi arresti. Nel frattempo nei mesi scorsi sono state anche rafforzate le misure di tutela delle scorte del procuratore Viola e della pm Cerreti per minacce ricevute e legate proprio all’inchiesta “Hydra”.

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