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Sanità, Straface: “Dai cinquestelle strumentalizzazione demagogica e populista”

“Dalle 3500 assunzioni alla riapertura degli ospedali chiusi, dai bilanci finalmente certi, trasparenti e approvati, alla ripresa dopo decenni di stallo dei lavori per la realizzazione entro il 2026 del nuovo Ospedale della Sibaritide, dalle Facoltà di Medicina a Cosenza ed a Crotone al raddoppio delle risorse a sostegno delle borse d studio per la formazione specialistica e per gli specializzandi fino alla scelta di tanti professionisti di ritornare a lavorare nella loro terra: ma come si può continuare a coprirsi gli occhi solo per non prendere atto degli oggettivi risultati straordinari messi in campo in questi soli tre anni dal Presidente e Commissario Roberto Occhiuto?”.

Così la consigliera regionale e presidente della Terza Commissione, Pasqualina Straface, che agginge “Vengono politicamente i brividi a sentire parlare di sanità regionale i rappresentanti territoriali e nazionali del Movimento Cinque Stelle, gli stessi che insieme alla sinistra hanno contribuito da attori protagonisti, con i loro governi nazionali e con i loro commissari, alla riduzione in macerie del sistema sanitario calabrese e di ogni sua credibilità.

Ma come si può essere così irresponsabili nel piegare ad interessi di parte le preoccupazioni e le attese di una regione che sta oggi finalmente riconquistando speranza, ottimismo, fiducia e consapevolezza rispetto a quel fondamentale diritto alla salute ed alla sanità pubblica, che per decenni è stato trattato solo come merce di scambio elettorale o di propaganda con sinistre e Cinque Stelle?

Invece di esercitarsi in strumentalizzazione demagogica e populista, contestando perfino il ritorno al governo politico della sanità regionale con la fine del commissariamento, i vari tribuni del Movimento Cinque Stelle, da Tridico e Baldino, dovrebbero semplicemente ricordare a se stessi i danni prodotti durante la Presidenza Conte, da quel commissario straordinario voluto dai Cinque Stelle, per la cronaca tale Generale Cotticelli, la cui plateale inadeguatezza rispetto al ruolo ricoperto, i cui veri e propri orrori durante la pandemia e le cui sceneggiate squalificanti andate in onda sui media nazionali hanno prodotto un danno enorme non solo alla sanità di questa regione già ereditata in fase comatosa, ma alla stessa credibilità della Politica e delle Istituzioni del Paese.

Ma davvero ne vogliamo parlare? Servirebbe solo un pizzico di pudore in più e preferire il silenzio.

Ma come si può essere così incurabilmente incapaci di senso e di cultura di governo? È fin troppo facile puntare il dito su tutto ciò che ancora deve essere migliorato e sui disagi ancora subiti dai calabresi.

Il dato era e resta uno ed innegabile: se ieri i calabresi assistevano a presidenti che senza assumersi alcuna responsabilità si limitavano a minacciare di incatenarsi in piazza a Roma, oggi la Calabria può contare su un presidente che con coraggio si è assunto l’onere di guidare da commissario straordinario la rinascita da zero del sistema sanitario regionale, contribuendo a far risollevare dalle macerie prodotte e consentite da mala politica e mala amministrazione degli ultimi dodici anni, una sanità ereditata senza personale, senza strutture, con ospedali chiusi, senza bilanci e con contabilità orale, senza certezza del diritto, senza certezza dell’offerta sanitaria territoriale, senza guida, senza organizzazione, senza fiducia da parte del personale medico e senza alcuna speranza da parte degli utenti.

Questa incapacità cronica e pericolosa a leggere perfino i numeri ed a prendere atto del ribaltamento radicale di prospettiva impresso dal Presidente Occhiuto nella capacità generale e complessiva della Calabria di riorganizzare una risposta sanitaria normale, in alcuni casi divenendo persino esempio da imitare, rappresenta la chiave di lettura e la cifra purtroppo di un fenomeno politico da studiare ormai in laboratorio come i Cinque Stelle che restano ancora convinti ma invano, dopo i documentati disastri finanziari ma anche culturali prodotti attraverso i loro governi, di poter prendere in giro i calabresi, i meridionali e gli italiani”.

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