“Con l’attacco frontale ai vescovi e al vice presidente della Conferenza episcopale italiana, mons.Francesco Savino, la Lega ha superato ogni limite e scriteriatamente i suoi esponenti, a cominciare dal vice premier Matteo Salvini, hanno indirizzato i loro strali e le loro invettive senza controllo nei confronti di chi ha avuto il coraggio di dire la verità su quanto perniciosa sia l’autonomia differenziata per tutto il Paese e per il futuro del Sud e della Calabria”. Lo afferma il sindaco di Cosenza, Franz Caruso.
“E’ dall’inizio di questa amara vicenda che va sotto il nome di autonomia differenziata – aggiunge Caruso – che siamo impegnati senza tregua a difendere l’unità del Paese da un pericoloso attacco che mina alle fondamenta anche lo sviluppo del Mezzogiorno e della Calabria. Ed è sin dall’inizio che abbiamo, con grande favore e apprezzamento, constatato la comunanza di posizioni tra quel che andiamo sostenendo e quel che la Cei ha, attraverso mons.Savino, reso pubblico ancora una volta. L’autonomia differenziata, non ci stancheremo mai di ripeterlo, è fortemente divisiva perché produrrà una sconsiderata frammentazione in 20 piccole repubbliche generando una inaccettabile discriminazione territoriale e creando, come saggiamente rilevato da mons.Savino, due Italie, ‘una prospera e l’altra abbandonata a se stessa’. Bene ha fatto il vice presidente della Cei a parlare, a proposito della riforma Calderoli, di ‘pericolo mortale’ e del rischio di acuire il divario già esistente tra Nord e Sud che potrebbe dar luogo ad un vero e proprio ‘far west’ tra le regioni più povere di risorse”.
“Ecco che – sostiene il sindaco di Cosenza – è arrivato il momento di reagire con forza alle spinte secessioniste in atto nel Paese e che vanno in tutti i modi allontanate. Non saranno certamente gli attacchi della Lega alla Cei a farci indietreggiare. Siamo al fianco della Cei e di mons.Savino, che la rappresenta egregiamente, e non tollereremo altre esternazioni che reputiamo alquanto ingenerose e che hanno il solo scopo di nascondere la polvere sotto il tappeto, ammantando di populismo e demagogia una deriva che la Lega ha abbracciato da tempo e dalla quale fa, ormai, molta fatica ad uscire”.