“Sono ormai infraday le uscite sulla “città unica” da parte di soggetti politici ed enti agli stessi connessi o asserviti. Sono giorni che leggiamo sciocchezze, letteralmente, che non ci meravigliano ma ci lasciano basiti per il solo fatto di voler impressionare la cittadinanza, distratta, disinteressata, delusa, e alimentare una suggestione che “tira” pur se a tutt’oggi priva di argomentazioni tecniche e fondamenti giuridici. Ne abbiamo lette, leggiamo e leggeremo ancora tante. Anche da parte di chi avrebbe il dovere di difendere le prerogative degli enti locali e, invece, si schiera con coloro che queste prerogative mortificano, solo perché appartenente alla medesima coalizione di centrodestra. Oppure, presidenti di associazioni di categoria “tessere le lodi” di una iniziativa solo per mantenere se non addirittura rafforzare il ruolo che ricoprono, esponenti politici nazionali ridurre la questione, seria, ad una mera competizione elettorale che non entusiasma da tempo ed a cui partecipa ormai meno della metà degli aventi diritto. Possiamo tranquillamente definirli personaggi in cerca d’autore del tutto incapaci di alimentare il dibattito e spiegare veramente le ragioni di una tale fusione se non attraverso slogan propagandistici.
Tutto ciò conferma che siffatta iniziativa è pensata, ideata e voluta solo dalla politica e solo per la politica stessa, trasversalmente intesa sui dati di fatto, che non pensa minimamente ai problemi e alle prospettive concrete dei cittadini che vivono questa area urbana. Non a caso nessun comitato per il “sì” è stato mai costituito, nessuna valida e dettagliata motivazione è stata fornita per rappresentare la bontà di una tale fusione. A dire il vero una è emersa, e cioè la Grande Cosenza che incorpora Rende e pure Castrolibero.
La nostra posizione è chiara sin dall’inizio, graduale e razionale: nel nostro dire abbiamo sempre messo al centro della proposta i cittadini di questo territorio. Vogliamo ribadire per l’ennesima volta che la nostra proposta, pregiudizialmente non contraria alla costruzione della città unica, parte dall’opportunità concreta di unificare i servizi con l’istituto dell’Unione dei Comuni, che non vuole essere uno strumento per bloccare la fusione ma per sperimentarne il corretto governo e funzionamento a beneficio esclusivo delle comunità amministrate, elaborare un valido progetto di fusione anche con allargamento dei confini verso sud, est ed ovest e solo dopo sottoporre la questione a referendum popolare nei modi e nei tempi giusti.
Giova poi ricordare che in passato gli accordi di programma hanno consentito la realizzazione tra Cosenza e Rende di importanti opere finalizzate proprio allo sviluppo dell’area urbana. Ancora oggi, tramite i fondi di Agenda Urbana, le due municipalità godono di finanziamenti continui intercettati con quegli accordi di programma. Volendo tacere, sulle tante opere che sinergicamente si sono realizzate e progettate, come il parco Acquatico, i due viale Parco e la fallita metropolitana leggera, solo per citarne qualcuna. È di ieri la notizia che parte dei fondi della metroleggera Cosenza-Rende-Unical sono stati dirottati ad analogo progetto per il capoluogo di regione.
Pare proprio di trovarci di fronte al problema dei generali bizantini, per come descritto di recente da una rivista specializzata in finanza che citiamo testualmente. “Alcuni generali bizantini hanno circondato una città e stanno pianificando l’attacco. Un’azione coordinata di tutte le truppe da ogni direzione equivarrebbe alla vittoria, mentre avanzare scomposti porterebbe a una sconfitta. Uno dei generali ha deciso di attaccare all’alba, ma come comunicarlo ai suoi colleghi? I messaggeri potrebbero essere catturati, o potrebbero tradire e dare informazioni sbagliate. Ma anche se tutti i generali ricevessero la medesima informazione, come potrebbero essere sicuri che si muovano allo stesso momento? Dunque, qual è il problema di questo problema? La soluzione, dato che è irrisolvibile. Ma se è senza soluzione, allora possiamo definirlo davvero “problema”, oppure è piuttosto una situazione che dobbiamo prendere così come viene? Se ci focalizziamo sul concetto di “soluzione” dobbiamo per forza abbinarle un intreccio per cui è risolutiva, ma se spostiamo la prospettiva sulla matassa, non è mica detto che questa abbia un modo per essere sbrogliata…”
È evidente che la politica cosentina tutta punta ad annettere Rende e pure Castrolibero a Cosenza perché la nostra città fa gola per la sua ricchezza culturale, sociale ed economica. Tutti, nessuno escluso, nelle proprie interviste e dichiarazioni, si riempiono la bocca affermando che Rende ha l’area industriale più grande della Calabria, ospita l’UniCal il campus universitario più grande d’Italia, rappresenta, nonostante il declino degli ultimi anni, la cittadina tra le più fiorenti e ad alto potenziale del Mezzogiorno d’Italia.
Il Comitato Spontaneo di Rende è costituito da giovani, donne, liberi professionisti, lavoratori dipendenti e pensionati ed imprenditori che non vivono di politica, ma sono impegnati da anni nella vita amministrativa di Rende per far sì che la città sia sempre punto di riferimento sociale, culturale ed economico dell’area urbana e dell’intera regione. Per questi motivi non è accettabile leggere in alcune interviste che la nostra battaglia per la democrazia, per la rappresentatività dei cittadini e per la difesa di un territorio e di una storia venga confusa “con qualche poltrona in meno ma, soprattutto, una maggior difficoltà di essere eletti con pochi voti ma sicuri”.
Ormai il trasversalismo dilagante porta a pensare che si sta apparecchiando una tavola ben imbandita, alla quale siederanno i noti signori della politica cosentina per continuare a perseguire le proprie ambizioni e quelle delle lobbies di appartenenza senza alcuna considerazione per gli effetti nefasti che una siffatta fusione porta con sé. Noi saremo sempre dalla parte dei cittadini e ci opporremo con coraggio, forza e determinazione a questo modus operandi antidemocratico, illiberale, fascistoide che ci sta via via conducendo ad una deriva irreversibile”.
Lo afferma in una nota il Comitato Cittadino Spontaneo di Rende.