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Fallimento AMACO, iscritti PD: “Un altro pezzo di storia di Cosenza andato in fumo a causa di incapacità politica e consociativismo”

“Un altro pezzo di storia di Cosenza è andato in fumo; e dire che sull’Amaco siamo stati facili profeti, purtroppo” – così inizia una nota a firma degli iscritti del Pd della Federazione di Cosenza, Sergio De Simone, Alessandro Grandinetti, Saverio Carlo Greco e Giacomo Mancini.

“Già nel 2019 alcuni di noi avevano denunciato l’ormai evidente irreversibilità della crisi Amaco. Più recentemente, a settembre 2023, chiedevamo al PD un’assemblea di circolo denunciando: “l’ente ha abbandonato al suo destino la società di trasporto pubblico, destinata a una quasi certa liquidazione giudiziaria”.

Ancora a novembre 2023 protestavano contro l’inerzia del gruppo dirigente locale del PD, anche di fronte all’ormai dichiarata liquidazione giudiziale (fallimento) dell’Amaco.

Così come avevamo criticato il silenzio e la superficialità, da parte dell’amministrazione comunale, nell’affrontare la crisi profonda dell’azienda frutto della gestione precedente. 

A dicembre 2023 avevamo pure osservato che serviva ben poco “il borbottio timido di un sindaco che ha impiegato 383 giorni (dalla data di insediamento) per rimpiazzare l’amministratore lasciato in eredità dalle giunte Occhiuto e che ne avrebbe impiegato certamente di più se non fosse stato destato dall’iniziativa del pubblico ministero della procura della repubblica del tribunale di Cosenza di richiedere la liquidazione giudiziaria della società”.

E, ancora, a dicembre 2023 facevamo osservare che “di certo sarebbe più significativa la posizione del sindaco, se non avesse impiegato 771 giorni dal suo insediamento per comprendere che l’Amaco era già finita quando lui nel suo programma amministrativo ne assicurava il rilancio”.

Il non avere rimosso l’amministratore delegato ha segnato la solita assenza di discontinuità – continua la nota a firma degli iscritti del Pd della Federazione di Cosenza, Sergio De Simone, Alessandro Grandinetti, Saverio Carlo Greco e Giacomo Mancini. Un consociativismo grave che alimenta sfiducia e qualunquismo e che da più tempo denunciamo.

Dopo la preoccupazione, adesso è il momento della frustrazione e della enorme preoccupazione.

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Quindi la decisione della Corte d’Appello di Catanzaro di rigettare il ricorso contro il fallimento dell’Amaco può cogliere alla sprovvista solo chi manca della più elementare competenza per la gestione amministrativa del servizio di trasporto pubblico locale.

Possiamo anzi senz’altro sostenere che l’inutile tentativo di ottenere l’annullamento della sentenza di fallimento ha rappresentato un ultimo sciagurato espediente dilatorio di un’amministrazione che non ha la minima idea di come si debba gestire questa crisi.

Nessuno stupore, quindi, né tantomeno sorpresa.

Semmai la frustrazione per l’ormai definitiva perdita del controllo pubblico su un servizio fondamentale come quello dei trasporti.

Adesso toccherà al liquidatore giudiziale provare a vendere il complesso aziendale appartenuto ad Amaco e funzionale al servizio TPL. 

Le prospettive di un suo successo paiono modeste e l’alternativa più probabile sembra essere l’asta del servizio, con la chiusura definitiva del complesso aziendale dell’Amaco.

É una prospettiva estremamente penalizzante per i dipendenti e per la città. 

Bisogna insieme alle organizzazioni sindacali battersi per garantire prima di tutto i lavoratori e le loro famiglie e insieme un servizio di trasporto alla città funzionale ed economicamente accessibile per le fasce deboli. 

La preparazione dell’asta per la concessione è di per sé lunga e complessa. Per di più, l’Amministrazione è apparsa finora impreparata e superficiale nell’affrontare la difficile situazione, e per questo che siamo ancora più preoccupati che la Giunta Caruso e le forze politiche di opposizione, responsabili del disastro aziendale dell’AMACO, facciano fatica a gestire l’attuale situazione complessa.

Da mesi chiediamo un’inversione di rotta e il rafforzamento dell’azione amministrativa, ma sembra che il progressivo processo di degrado dei servizi nella città costituisca un dato ineluttabile accettato ormai con rassegnazione.

A questo punto come PD è necessario sviluppare un’iniziativa politica, di informazione e di coinvolgimento della città e di tutte le istituzioni che hanno ruoli e competenze nella gestione dei trasporti locali, a partire dalla Regione Calabria, per trovare le soluzioni migliori possibili. 

Non vorremmo che oltre al danno politico, vi fosse anche la beffa che le responsabilità altrui, di Occhiuto ed il centrodestra, venissero scaricate sul PD, visto anche il suo coinvolgimento diretto attraverso il suo rappresentante in giunta.

Alla vigilia di una cruciale scadenza elettorale ci troviamo a fronteggiare una delle più gravi crisi occupazionali degli ultimi anni in città. Non vorremmo che la situazione creatasi abbia effetti negativi sui risultati elettorali del PD e del Centrosinistra.

Da mesi, come iscritti- conclude la nota a firma degli iscritti del Pd della Federazione di Cosenza, Sergio De Simone, Alessandro Grandinetti, Saverio Carlo Greco e Giacomo Mancini -chiediamo un’inversione di rotta e il rafforzamento dell’azione amministrativa, ma sembra che i nostri appelli cadano nel vuoto e coloro che hanno ruoli e funzioni politiche ed amministrative di primo piano siano sordi e distratti rispetto al malessere che vive la città”.

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