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Leggende Olimpiche. Marcell Jacobs e Gianmarco Tamberi campioni silenti che ci fanno sentire italiani

jacobstamberidi Fulvio D’Ascola* – Inizio agosto, il primo pomeriggio è un urlo ed un salto di gioia. E’ l’unico, appassionato insieme della magia dello sport e dell’Atletica Leggera. E’ un lungo riavvolgere il nastro delle estati in riva al mare, scorrono tutti insieme: Mennea, Antibo, Simeoni, Cova. I cerchi olimpici sono infuocati come una copertina di un libro. Leggende Olimpiche, decine di minuti che catapultano l’Italia in cima al mondo. Ultimi istanti al fotofinish che cancellano giochi infortunati del destino ed esaltano personalità sportive.

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Marcell Jacobs e Gianmarco Tamberi, sorprese silenti che stracciano i sogni avversari negli ultimi istanti. Un salto verso il cielo, con lo stile Fosbury fino all’altezza di metri 2,37, che diventa Medaglia D’oro per Giampiero Tamberi in ex aequo con Mutaz Essa Barshim.

Sulla pista in tartan, come un simulacro il gambaletto che testimonia un vecchio infortunio subito, sarà il totem intorno a cui danzare per la vittoria.

Il tempo è una variabile che gioca con gli avvenimenti.

Finale 100 metri. Marcell Jacobs ha già battuto il record europeo in semifinale ed è pronto all’ultima sfida. La tensione ai blocchi è alta, c’è una falsa partenza. Tutto inizia e si consuma in meno di dieci secondi. Ne bastano 9′ e 80” per conquistare la vittoria. Il segreto della sua vittoria è tutto nella tranquillità gestionale. E’ rimasto fermo nella falsa partenza dell’inglese e non ha sprecato adrenalina propulsiva ed ha anche avuto il tempo nei millesimi di secondo finali, di voltarsi a destra a guardare l’avversario sulla linea del traguardo. Questi sono i due momenti decisivi. Potenza, mente, determinazione abbattono i record per l’uomo più veloce del mondo, vincitore intruso nei pronostici.

Decenni bui di Atletica Leggera che si illuminano in una Olimpiade che segnerà la storia per assenza di pubblico, ma che deve diventare ripartenza nella fisicita, nell’impegno, nel sacrificio, nella disciplina.

È l’Italia della multiculturalità nella identità della tradizione. E’ l’Italia dello sport, quello vero, che sconfigge il fantacalcio e il calcetto di rampanti generazioni di governanti cittadini metropolitane. Oggi dovremmo essere tutti Gianmarco Tamberi e Marcell Jacobs, italiani silenti e vincenti. LEGGENDE OLIMPICHE.

*sociologo

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