“Se si viene punti da un imenottero (api o vespe) e ci si scopre allergici e ci si deve sottoporre a vaccinazione in Calabria, bisogna recarsi a Scilla o a Locri. Infatti, solo in questi due ospedali è possibile fare l’inoculazione della terapia immunologica. Siamo tantissimi i pazienti dai paesi più sperduti della provincia di Cosenza a recarci, ogni settimana, in provincia di Reggio Calabria per la cura. Tantissimi altri pazienti addirittura si recano fuori regione. Una situazione orma insostenibile”. È quanto dichiara un gruppo di pazienti i quali, oltre al danno per il disagio di percorrere centinaia di chilometri, sono costretti anche a pagare di tasca propria la cura che costa, solo per le prime dosi, circa 300 euro.
“La Calabria è l’unica regione d’Italia, scrivono i pazienti, in una lettera inviata al commissario ad acta della sanità calabrese Roberto Occhiuto, che non paga la terapia. L’Aifa, scrivono nella missiva, ha stabilito che il vaccino per le punture di api e vespe sono dei veri e propri salvavita e pertanto deve essere a totale carico del servizio sanitario nazionale. I tantissimi pazienti chiedono al presidente della regione di “attivarsi affinché venga sanata, al più presto, questa situazione. “Molta gente, dicono i firmatari della missiva, rinunciano alla cura perché non sono nelle condizioni di affrontare lunghi viaggi e acquistare il farmaco. C’è gente che può rischiare la vita per una puntura di insetti. Bisogna che Occhiuto intervenga prima che sia troppo tardi”. Infine, i pazienti ci tengono a ringraziare i medici della ‘Casa della Salute’ di Scilla per la “loro grande competenza e disponibilità”. Concludono così il loro intervento di denuncia.