“Un sogno ad Istanbul” è pronto a inebriare l’atmosfera del teatro Manfroce di Palmi dove lunedì 25 marzo approderà alle ore 21:15 nell’ambito della rassegna Synergia 48, organizzata dell’associazione culturale Nicola Antonio Manfroce, presieduta da Antonio Gargano, e finanziata con l’avviso pubblico Promozione Eventi Culturali 2022 della Regione Calabria. Sul palcoscenico Maddalena Crippa, Maximilian Nisi, Mario Incudine, Adriano Giraldi.
Un sogno a Istanbul racconta di Max, ingegnere austriaco inviato a Sarajevo per un sopralluogo nell’inverno del 1997, e di Maša conosciuta lì. Una donna splendida e inaccessibile, vedova e divorziata, due figlie che vivono lontane da lei. Un’attrazione potente che però rimane tale, almeno in quel frangente. Max torna, infatti, in patria e riuscirà a ritrovarla solo dopo tre anni. Maša sarà malata ma il loro tempo finalmente sarà arrivato e il loro viaggio inizierà.
Ispirato dal best seller di Paolo Rumiz “La cotogna di Istanbul” – La gialla cotogna di Istanbul è, infatti, la canzone d’amore che Maša cantava – Alberto Bassetti trae un testo teatrale ardente di grande forza e suggestione. La regia è di Alessio Pizzech.
La tematica dell’amore emerge come fulcro centrale, superando le barriere dell’impossibilità e scontrandosi con le dure realtà della guerra, della malattia e della morte.
«La narrazione – si legge nella sinossi dello spettacolo – si articola su diverse tappe, dall’incontro alla separazione fino al ricongiungimento, evidenziando il costante rinnovarsi e riaffermarsi del legame amoroso. La messa in scena di Alessio Pizzech, arricchita dalla presenza di quattro attori e di un cantastorie, regala al pubblico un’esperienza coinvolgente e emozionante. La musica di Mario Incudine accompagna la narrazione con note dolci e struggenti, conferendo ulteriore profondità alle dinamiche emotive dei personaggi. Maša e Max, rappresentanti di mondi culturali e geografici differenti, incarnano un amore che trascende le divisioni e le avversità, sostenuto dalla forza dei loro sentimenti reciproci. L’ambientazione nei Balcani, in un’Europa segnata dai conflitti e dalla complessità storica, conferisce alla storia un forte impatto simbolico e universale. Maddalena Crippa e Maximilian Nisi, nei ruoli principali, offrono interpretazioni vibranti e coinvolgenti, dando vita a un duo artistico di grande intensità e profondità emotiva. Lo spettacolo, acclamato dal pubblico e dalla critica, si distingue per la sua capacità di trasmettere un messaggio universale sull’amore e sulla resilienza umana, invitando gli spettatori a riflettere sulle sfide e sulle gioie dell’esistenza umana».
Maximilian Nisi
Maximilian Nisi, diplomatosi nel 1993 alla Scuola del Teatro d’Europa con Giorgio Strehler e successivamente perfezionatosi presso il Teatro di Roma con Luca Ronconi e altri maestri rinomati, ha lavorato con numerosi registi teatrali di fama internazionale. Ha ricevuto importanti riconoscimenti, tra cui il “Lauro Olimpico” e il premio “Lorenzo il Magnifico”, confermati nel 1995 e nel 1999 rispettivamente. Nel 2019 è stato insignito del premio “Napoli Cultural Classic” e del “Premio Internazionale Bronzi di Riace” nella sezione teatro. Nel campo cine-televisivo, ha recitato sotto la direzione di diversi registi, contribuendo a una varietà di produzioni, dimostrando così la sua versatilità e talento.
Maddalena Crippa
L’attrice, formatasi al Piccolo Teatro di Milano con maestri come Giorgio Strehler e Peter Stein, ha spaziato tra teatro, televisione e cinema. Tra i suoi ruoli più celebri, ricordiamo Lady Macbeth in una produzione diretta da Marcucci e la protagonista de “La commedia della seduzione” di Luca Ronconi. Ha lavorato con grandi attori come Luigi Diberti, Anna Maestri e Pamela Villoresi, distinguendosi in tragedie classiche e moderne. In televisione, ha preso parte a diverse produzioni, tra cui “Aut Aut” e “Arabella”. Al cinema, ha interpretato ruoli memorabili, come quello di Giovanna in “Tre fratelli” di Francesco Rosi accanto a Vittorio Mezzogiorno, oltre a numerose altre pellicole, spaziando dal dramma all’umorismo.