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Festival d’Autunno, “Romeo e Giulietta” incanta il Teatro Politeama di Catanzaro

Un inno all’amore assoluto. Ieri sera, nel Teatro Politeama di Catanzaro, il Balletto del Sud, guidato dalle coreografie visionarie di Fredy Franzutti, ha portato in scena un Romeo e Giulietta di rara e travolgente intensità emotiva, nell’ambito del Festival d’Autunno diretto con maestria da Antonietta Santacroce e sostenuto da Regione Calabria – Calabria Straordinaria, Comune di Catanzaro, Camera di Commercio e Fondazione Carical. Lo spettacolo ha offerto una lettura profondamente intensa e visivamente potente della celebre tragedia, riuscendo a catturare il pubblico con una narrazione chiara e, soprattutto, sentita.

La regia ha svelato fin da subito la sua intenzione audace: spogliare il palcoscenico di ogni elemento superfluo per lasciare spazio esclusivo alla forza nuda dei sentimenti. L’assenza di quinte e soffitti ha reso il teatro un luogo essenziale, quasi sacro, dove la passione poteva manifestarsi senza filtri. In questo contesto volutamente scarno, la coreografia ha costruito una narrazione visiva che alternava con equilibrio perfetto scene corali di tumulto e momenti di intimità mozzafiato, ispirandosi con intelligenza al testo di Masuccio Salernitano, primo narratore delle vicende poi rese immortali da William Shakespeare.

La passione che sospende il tempo

Maxime Mathieu Quiroga ha interpretato Romeo con una delicatezza e una precisione disarmanti, traducendo l’innamoramento improvviso in una danza fluida e misurata, perfettamente in sintonia con la partitura quasi palpabile di Prokofiev. Al suo fianco, Alice Leoncini ha dato vita a una Giulietta in straordinaria evoluzione: inizialmente riservata, quasi fanciullesca, ha acquisito progressivamente una presenza scenica più consapevole e intensamente passionale. Il loro incontro al ballo dei Capuleti ha segnato un passaggio decisivo, in cui la coreografia ha reso visibile e toccante il cambiamento emotivo dei personaggi, trasformando la timidezza in un’attrazione fatale e la curiosità in un coinvolgimento assoluto.

Gli incontri clandestini

Gli incontri d’amore tra i due amanti sono stati momenti intensi di passione. In particolare, nella celebre scena del pozzo, il pas de deux di Romeo e Giulietta ha espresso il loro profondo sentimento, contrapposto all’odio delle rispettive famiglie, in un crescendo di emozioni culminato nella scena della camera da letto, che, in un turbinio di emozioni, ha esaltato l’amore assoluto e la disperazione incombente del loro tragico destino.

L’ombra del conflitto e l’addio straziante

A contrastare la purezza accecante del sentimento amoroso, Marco Nestola ha interpretato Tebaldo con una carica di energia e determinazione quasi brutale. La sua presenza scenica, solida e incisiva, ha restituito un antagonista mosso da una profonda frustrazione e un desiderio ossessivo di controllo. La gestualità aggressiva e la consapevolezza del ruolo hanno contribuito a intensificare il conflitto, rendendo il personaggio credibile e dolorosamente coinvolgente.

Accanto a Romeo, i suoi compagni Mercuzio (Robert Chacon) e Benvolio (Ovidiu Chitanu) hanno offerto una prova equilibrata e vivace, con una danza che ha saputo unire precisione tecnica e sfumature drammatiche tipiche dei “ragazzi di mondo”. Il loro rapporto è stato delineato con chiarezza, contribuendo a costruire il contesto di giovinezza e sfrontatezza in cui si è sviluppata la vicenda.

La tensione drammatica è culminata con la scena della morte apparente di Giulietta. Romeo, sopraffatto dalla notizia, ha cercato un ultimo contatto disperato con l’amata, affidandosi alla memoria del loro pas de deux: una danza che non era più dialogo, ma un addio straziante. Il gesto estremo di entrambi è stato reso con misura e profonda intensità, evitando ogni enfasi superflua e lasciando che fosse il silenzio attonito del pubblico a sottolineare la gravità del momento. Nel suo ultimo atto, Alice Leoncini ha restituito il dolore inconsolabile di Giulietta con una presenza scenica lucida e una gestualità che non cercava di impressionare, ma di comunicare l’impossibilità fisica di continuare a vivere senza Romeo.

Coerenza e trionfo visivo

L’allestimento ha accompagnato la narrazione con una coerenza e una sensibilità ammirevoli, contribuendo a costruire un’atmosfera visiva che ha reso ancora più leggibile e intenso il dramma. Le scene firmate da Francesco Palma, ispirate alla solennità dell’arte di Giotto, Piero della Francesca e Cimabue, hanno delineato uno spazio sospeso, quasi pittorico, che ha accentuato la fragilità dei protagonisti e la tensione emotiva della vicenda. I costumi, ricchi di dettagli e fedeli all’estetica umanistica, hanno rafforzato il contesto storico e dato corpo ai personaggi, mentre la musica di Prokofiev ha intrecciato con la coreografia un dialogo costante e potente, sostenendo il ritmo e amplificando la drammaticità dei passaggi più intensi.

Il Balletto del Sud ha confermato la propria solidità artistica, offrendo una prova corale in cui ogni interprete ha contribuito con precisione e presenza. Dalla figura autorevole di Lord Capuleti, interpretato dal catanzarese Andrea Sirianni, alla balia affettuosa di Giorgia Monaco, ogni ruolo ha trovato spazio e funzione all’interno di una costruzione scenica equilibrata e toccante.

Al termine della rappresentazione, il pubblico ha risposto con un applauso lungo e sentito, riconoscendo la qualità eccezionale dell’allestimento e la forza espressiva dell’intero cast. Romeo e Giulietta di Fredy Franzutti ha saputo fondere la potenza ineluttabile del dramma con la grazia sublime della danza, lasciando un segno profondo nella memoria e nel cuore degli spettatori.

Sugli applausi finali, il direttore artistico Antonietta Santacroce ha consegnato a Fredy Franzutti il premio Festival d’Autunno, il prezioso “Cavatore d’argento”, ispirato al simbolo della città di Catanzaro, realizzato dal Maestro orafo Michele Affidato.

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