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Al Teatro Comunale di Catanzaro “Chiacchiere da Bardo”, gli allievi delle sedi di Pentone e Fossato Serralta della Scuola di Teatro “Enzo Corea” portano in scena William Shakespeare con ironia

Il titolo “Chiacchiere da Bardo”, visibile su splendida grafica di Simonluca Spadanuda, usa l’ironia per attirarci nel mondo magico di William Shakespeare. È un contesto arduo per i giovani allievi delle sedi di Pentone e Fossato Serralta della Scuola di Teatro “Enzo Corea”, e al contempo difficile per il loro responsabile Pasquale Rogato, che adatta rivisitandoli in scena una delle prime tragedie “Romeo e Giulietta” e una delle ultime commedie “La Tempesta” del più grande autore di teatro di tutti i tempi.

Chi l’ha visto in scena, domenica 4 presso il Teatro Comunale, non può che ammettere che l’esame è stato superato a pieni voti. Una minimalista quanto suggestiva scenografia e un uso caravaggesco delle luci nel primo atto, poetico e spettacolare nel secondo, fanno da sfondo alla madre delle storie d’amore, e alla commedia che per molti è una sorta di testamento del Bardo, massima espressione delle sue commedie.

Bravissimi i ragazzi ad interpretare le scelte di regia coraggiose. In scena gli allievi attori della sede di Fossato Serralta: Tommaso Comità, Lidia Raffaele, Maria Paonessa, Mariantonia Sirianni, Vittoria Butera, Giulia Capicotto, Ingrid Pulitanò, Samuele Franco, Yasmine Ezzaari che si sono imbarcati nella difficile interpretazione di Romeo e Giulietta; gli allievi attori della sede di Pentone: Alice Greco, Angelica Gigliotti, Raffaella Mirielli, Benedetta Mirielli, Francesco Capicotto, Rebecca Cerreto, Nicole Merante, Gaia Paonessa, Francesca Merante, Francesca Pullano, Luca Rotella interpreti azzeccati di una Tempesta perfetta.

Ad arricchire il solido impianto, la partecipazione degli allievi attori della sede di Catanzaro: Nairi Montesano, Giulia Petrolo, Alessia Ranieri, Ilaria Ranieri, Chiara Mirante, Giorgia Procopio, che hanno interpretato i raccordi narrativi tra le scene di Romeo e Giulietta conducendo successivamente gli spettatori nei marosi di una tempesta e naufragando insieme al pubblico nell’isola di un grande mago supremo. E qui la più grande scelta stilistica che Pasquale Rogato ha voluto attuare: un cast tutto al femminile. Non più Prospero, ma Prospera, non Alonso, ma Alonsa e ancora Gonzala, Stefania, Grattugia. Una scelta efficace che trasporta lo spirito dello spettatore verso un nuovo viaggio; ed allora non cala il sipario, ma le vele di una nave come tante di quelle che vediamo naufragare in questo terzo millennio, ma questa avvenuta sul palcoscenico è una nuova partenza ricca di entusiasmo e amore e cosparsa della gioia dei cuori di ventisei ragazzi che hanno scelto di intraprendere la difficile strada dell’arte drammatica.

Il sipario alla fine comunque si chiude e gli applausi sono veri, lunghi e meritati. E oltre alla gioia per la riuscita dello spettacolo alla fine non è mancata la commozione quando al termine della serata Pasquale Rogato, a nome di tutti quanti, ha voluto dedicare lo spettacolo all’amico Saverio Paonessa improvvisamente scomparso qualche settimana fa.

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