di Claudio Cordova – C’è vita oltre il panino con la salsiccia durante le Festività Mariane? Sì. E c’è vita anche oltre l’odiosa (e purtroppo giovanile) pratica della morra, che ancora si vede, qua e là, nelle piazze della città. Sì, c’è vita oltre la (stupida) convinzione di vivere nel posto più bello del mondo. Perché Reggio Calabria, guai chi ce la tocca. Anche quando è ultima in ogni classifica di vivibilità e qualità dei servizi.
In una parola, oltre il provincialismo della stragrande maggioranza della popolazione, c’è il mondo. Anzi, il Mondo.
Ce lo hanno dimostrato questi giorni che hanno preceduto il Capodanno RAI svoltosi con grande successo – anche in termini di ascolti televisivi – sul lungomare della città. L’auspicio è che tutto questo possa essere solo l’esempio per quello che accadrà in futuro. Per comprendere che persino una città come Reggio Calabria può essere più organizzata, più pulita, più gioiosa.
Se ci siamo riusciti per due, tre, cinque, dieci, quindici giorni, possiamo farcela sempre. Partendo dall’abc, evidentemente. Quello che manca alla stragrande maggioranza della popolazione di cui sopra. La voglia di prendersi cura del luogo in cui si vive. La capacità di apprezzare ciò che si costruisce e non ciò che (ancora) non funziona. La decenza di avere rispetto dei luoghi pubblici.
E’ questo che significa essere comunità.
Non indignarci quando report autorevoli come quello, di appena qualche settimana fa, de “Il Sole 24ore” pone Reggio Calabria ultima per vivibilità tra i capoluoghi italiani. Non accampare risibili scuse come quelle messe nero su bianco dal sindaco e dalla sua maggioranza. Quando invece dignità (questa sconosciuta) avrebbe consigliato di chiedere scusa e di promettere di fare meglio in quest’ultimo scorcio di consiliatura.
“Dei Greci, i meridionali hanno preso il loro carattere di mitomani. E inventano favole sulla loro vita che in realtà è disadorna. A chi come me si occupa di dirne i mali e i bisogni, si fa l’accusa di rivelare le piaghe e le miserie, mentre il paesaggio, dicono, è così bello”. Lo scriveva, diversi decenni fa ormai, un pericoloso forcaiolo come Corrado Alvaro.
Reggio Calabria, negli scorsi anni, ha perso l’opportunità di diventare la città da cui partiva la riscossa contro la ‘ndrangheta. Dal 2008 al 2018, circa, abbiamo assistito a una produzione giudiziaria senza precedenti, che, al netto di alcuni – anche recenti – clamorosi flop nei vari gradi di giudizio avrebbe potuto e dovuto consentire alla parte sana della società, dell’imprenditoria, della politica, di occupare gli spazi che si erano aperti.
Questo è successo solo in parte.
Ora, complice anche un evidente calo della qualità investigativa e giudiziaria che, purtroppo per noi, abbiamo patito in questi anni, quella fase è finita. Sta al cittadino, però, far sì che ne inizi una nuova. Una fase che porti Reggio Calabria a essere una città che funziona meglio. Innanzitutto perché pensa meglio.
La possibilità di avere un evento sì nazional popolare, ma innegabilmente così seguito come il Capodanno RAI deve, per forza, aver aperto gli occhi anche ai più ottusi. Reggio Calabria non può essere solo la mentalità gretta di chi, ancora oggi, mantiene la testa della città sott’acqua impedendole di respirare.
In tal senso, non si potrà mai essere sufficientemente grati al governatore Roberto Occhiuto per aver rianimato, quando ormai era praticamente defunto, l’aeroporto di Reggio Calabria, con l’implementazione delle rotte Ryanair. E, si badi bene, non per sollazzo di chi ama viaggiare e oggi può farlo più facilmente. Essere, finalmente, collegati – in entrata e in uscita – con svariate città dell’Europa è qualcosa che va ben oltre l’aspetto logistico.
Perché finalmente taluni, viaggiando, capiranno che il mondo non è la “vita disadorna” di cui parlava Corrado Alvaro. Così come ricevere l’arrivo di altri cittadini europei dovrà essere un’occasione per migliorare i servizi della città. Da quelli più precisamente dedicati ai turisti a quelli di cui potrebbero godere i residenti. La speranza (non troppo forte, a dire il vero) è che l’Amministrazione Comunale possa, nei suoi ultimi mesi, capire quante occasioni abbia sprecato in questi anni, fare mea culpa, anziché prendersela con chi stila i report, e lavorare. Meglio, possibilmente.
La movimentazione che portano in città eventi come il Capodanno RAI o le nuove tratte aeree, però, deve incidere anche sulla mentalità del reggino medio. Che si faccia contaminare da nuove culture, da ciò che non conosce. Ne guadagnerà in cultura, in curiosità. Di certo non potrà peggiorare la sua infima situazione.
Perché, come si diceva nel quarto capitolo della saga di Rocky, pieno zeppo di propaganda statunitense, “Se io posso cambiare, e voi potete cambiare… tutto il mondo può cambiare!”. Persino Reggio Calabria.