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Ne avessero raccontata una giusta…

di Paolo Ficara – Nemmeno il concetto di avanzata inglese e ritirata spagnola, basterebbe a rendere l’idea. La Reggina, stando ai ben informati, avrebbe dovuto fare giurisprudenza. Riscrivere le regole del calcio. Alla stregua di Jean-Marc Bosman, l’ex calciatore arrivato fino alla Corte di giustizia dell’Unione Europea per dare il via ai parametri zero. Appena una settimana fa, c’era stata addirittura un’interrogazione parlamentare sul caso Reggina, rivolta a più ministri.

Mancava solo che venisse tirato Mattarella per la giacca, o Bergoglio per la tunica.

Invece, la Reggina non andrà nemmeno da via Allegri al Foro Italico. Ossia le sedi romane di Figc e Coni. Proprio quando poteva imbattersi nel primo organo di giustizia, in grado di riconoscerle la tanto decantata legge dello Stato. Si tiene i 5 punti di handicap, ossia la punizione maggiore mai comminata agli amaranto, Calciopoli esclusa. Ed in un certo senso, fa bene.

Ci esprimiamo a numeri, avendo appurato che in questo periodo la lingua italiana non è di semplice comprensione. Voto per la decisione di fermarsi con i ricorsi: 7,5. Che diventerebbe 8, qualora, da malpensanti, ci azzeccassimo nel ritenere che la Reggina possa aver trovato un compromesso con la Figc: dammi la possibilità di accedere comunque ai playoff, e non ti romperò le scatole con richiesta di slittamento. Ribadiamo: un nostro personale e maligno pensiero, non suffragato da alcun fatto concreto.

Voto per tutto ciò che è stato detto, fatto, comunicato e perpetrato nei quattro mesi precedenti, sia dalla Reggina che da chi gli tiene la manina: 2. Che sarebbe zero, se la propaganda mediatica non avesse fatto presa almeno su una cinquantina di scalmanati. Gli va dato atto di essere riusciti a convincere pochi – e neanche buoni – soggetti di come i provvedimenti della giustizia sportiva fossero qualcosa di scioccamente preconizzato da qualche giornalista nemico. Aizzando la tifoseria, con i più facinorosi ad inzaccherare i social in servizio permanente.

Lo staff al servizio del presidente Marcello Cardona, sicuramente solerte nel porgergli gli articoli in cui rimpiangiamo i dirigenti che facevano tremare i muri degli spogliatoi dopo le sconfitte, forse si sarà dimenticato di recapitargli le motivazioni del Tfn. Quelle in cui la Figc attribuisce alla Reggina una totale negligenza nell’operato dei suoi dirigenti. Non ci sembrano dei valori positivi.

Poi ci sarebbe anche il passaggio sulla finanza esterna. Quello non conviene ricordarlo, a chi ha dimostrato nella conferenza odierna di soffrire le poche – ed isolate – voci giornalistiche non allineate al suo pensiero. Avevamo scritto in tempi non sospetti che, nel dubbio, sarebbe stato meglio pagare. In qualsiasi maniera. Per non incorrere in sanzioni, poi arrivate anche in forma mite, se vogliamo. Di seguito, un breve ripasso delle inesattezze portate avanti da gennaio fino a ieri:

  1. Il concordato riguarda i debiti pregressi. E qui rimandiamo a lunedì, quando pubblicheremo altri passaggi del piano di ristrutturazione.
  2. Gli stipendi sono versati puntualmente. Chiedere a Santander, Giraudo, etc
  3. Non arriverà nessun deferimento.
  4. Ci vietano di pagare. Peccato sia stata la Reggina ad indicare al Tribunale di Reggio quali pagamenti fossero fondamentali per la propria attività e quali no.
  5. Deferimento prevedibile, non saremo penalizzati.
  6. Andremo fino all’ultimo grado di giudizio per dimostrare di essere dalla parte della ragione.

Al di là dei tifosi, il cui pensiero va comunque rispettato, i veri danneggiati di questa situazione sono staff e squadra. Non solo per il numero dei punti di handicap, che ora quasi quasi costringe a vincere le ultime due partite per assicurarsi i playoff. Ricordiamoci che nella pessima gestione di tale vicenda, c’è il balletto su una cosa normalissima come il premio promozione. Che viene messo nero su bianco a qualsiasi latitudine, in silenzio. Qui è stato strombazzato come se costituisse chissà quale atto di generosità. E non è nemmeno chiaro se sia stato firmato e depositato, dato che l’argomento è stato tirato fuori più volte. Una confusione tale da sembrare una canzone di Annalisa: ho visto te che premi lui, che premia te che premi me.

Quanto alla trasparenza, ci limitiamo ad osservare come Ivan Rizzuto, nominato direttore dell’area corporate a giugno, non risulti più operativo da metà settembre; di Gabriele Martino, direttore generale dell’area tecnica, non si hanno notizie ufficiali da dicembre ossia dall’incidente stradale; Franco Ricci, il cui ingaggio come dirigente era stato confermato dallo stesso Cardona, dov’è? Sparito anche lui? Tra Gianni, Tempestilli, Mangiarano ed Iiriti non ci sono dubbi che la Reggina abbia cambiato dirigenti con un ritmo eccessivo, ma almeno uno straccio di comunicato su dimissioni o interruzione rapporto veniva emesso.

Venendo all’ancor più caro tema della legalità – è da giugno che non capiamo se stiamo parlando di calcio o di assessorato ai lavori pubblici – e specificando subito come, a nostro avviso, il Tribunale di Reggio concederà l’omologa, nel leggere l’ipotesi di uno stralcio del 95% dei debiti tributari, sul piano ristrutturazione presentato dalla Reggina, non possiamo non trasalire.

Se è un’ipotesi, significa che si è depositato il piano senza un accordo scritto con l’Agenzia delle Entrate. Se l’ipotesi è poi diventata concreta nelle ore o nei giorni successivi allo scritto – firmato, manco a dirlo, dall’inibito a.d. Paolo Castaldi – non vorremmo essere nei panni di quel dirigente o di quel funzionario di Agenzia Entrate che si sarà esposto, incautamente, al rischio derivante dalla propria eventuale firma.

Oggi alle 19:00 Reggina Talk sarà incentrato sulla sfida Bari-Reggina, in programma sabato alle ore 14:00 e sforzandosi di parlare di calcio: i playoff alimentano il sogno Serie A, bisogna spingere la squadra a riproporre la verve ammirata nei primi mesi. Nella puntata di lunedì, oltre a commentare il risultato del match, torneremo appunto sui passaggi del piano di ristrutturazione. Ma ci sentiamo in obbligo morale di chiudere l’articolo con un pensiero ben preciso:

A Reggio ci sono dirigenze che hanno scritto la storia, portando la città a vivere gli anni più belli della propria esistenza in epoca contemporanea. La giustizia ordinaria ha assolto la Reggina da qualsiasi accusa di illecito o frode sportiva, in merito a Calciopoli. Nei giorni che portarono, in un clima di giustizialismo, alti magistrati come Ruperto e Borrelli ad occuparsi di vicende sportive per la prima volta nella loro vita, Reggio si strinse attorno alla Reggina in tutte le sue espressioni per rispondere ad una conclamata ingiustizia, annullata sul campo il 27 maggio del 2007. Mentre qualcun altro stava a Roma, in altre faccende affaccendato. D’un bel tacer non fu mai scritto.

Leggi anche: Reggina, Cardona: “Niente ricorso al Coni, ci giochiamo i playoff sul campo”

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