«Le dimissioni del dottor Mangialavori, primario del reparto di Ginecologia dell’ospedale “Iazzolino” di Vibo Valentia, rappresentano l’ennesimo, gravissimo segnale di un sistema sanitario regionale al collasso. Una decisione amara, che rispetto profondamente sul piano umano e professionale, ma che non può e non deve essere liquidata come un fatto di routine o come una semplice vicenda amministrativa interna. Siamo davanti a un atto d’accusa che va letto per quello che realmente è: una denuncia pubblica, forte, delle condizioni intollerabili in cui versano interi reparti, interi ospedali, intere comunità della Calabria».
È quanto afferma la consigliera regionale del Pd, Amalia Bruni, componente della Commissione Sanità, che sottolinea come la crisi strutturale del sistema sanitario calabrese stia ormai travolgendo ogni presidio territoriale, con punte di emergenza che nel Vibonese raggiungono livelli non più sostenibili.
«Non possiamo più continuare a girarci dall’altra parte – prosegue Bruni –. Le dimissioni di chi ricopre ruoli apicali in reparti nevralgici, come nel caso del dottor Mangialavori, non sono un semplice episodio di cronaca ospedaliera, ma un segnale d’allarme che deve scuotere le istituzioni tutte. Dietro questi gesti estremi ci sono drammi quotidiani vissuti dagli operatori sanitari, che lavorano in condizioni di cronica carenza di personale, di strumenti, di sicurezza, ma anche in una condizione di isolamento professionale che nega loro persino il sostegno morale e istituzionale. Questo scenario – aggiunge – disegna un servizio sanitario regionale allo sbando, dove il presidio ospedaliero di Vibo Valentia si configura ormai come una vera emergenza nell’emergenza. Un ospedale che rischia di diventare simbolo dell’abbandono e del fallimento della governance sanitaria calabrese».
La consigliera dem chiama in causa direttamente il presidente della Regione e commissario alla Sanità, Roberto Occhiuto: «Il Presidente/Commissario prenda finalmente atto della realtà vera delle cose, quella che ogni giorno vivono operatori e cittadini sulla loro pelle, e smetta di nascondersi dietro le narrazioni rassicuranti e autoreferenziali che, di fatto, non trovano alcun riscontro nei territori. È giunto il momento di uscire dalla propaganda e di affrontare con serietà la situazione drammatica che si sta consumando a Vibo Valentia e in tutta la Calabria».
Bruni chiede quindi un cambio di passo immediato e concreto:
«Il Presidente/Commissario assuma con urgenza tutte le iniziative necessarie per restituire almeno condizioni minime di dignità e funzionalità al presidio ospedaliero di Vibo Valentia, a partire proprio dal reparto di Ginecologia, che non può essere lasciato nel limbo operativo in cui rischia di precipitare. Non si può più temporeggiare. Dietro queste dimissioni ci sono diritti negati, bisogni disattesi, comunità intere lasciate sole di fronte alla desertificazione sanitaria. È tempo che la politica regionale, e in particolare chi oggi ha la responsabilità diretta della gestione commissariale, affronti questa emergenza con risposte serie, tempestive e strutturali, senza più alibi né rinvii».