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Rigenerazione di Contrada Porticato, SiAmo Bovalino: “Accesso agli atti per verificare tempi, procedure e affidamenti”

Il Gruppo Consiliare SiAmo Bovalino ha presentato una formale richiesta di accesso agli atti per fare piena luce sull’iter amministrativo che ha portato il Comune di Bovalino a candidare il progetto “#Bovalino2030” al bando nazionale per la rigenerazione delle aree dismesse, pubblicato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri nel dicembre 2024.
Si tratta di un’occasione di grande rilievo, con un finanziamento potenziale fino a 10 milioni di euro che, alla luce dell’elevato impatto economico e strategico su un territorio in cui non mancano aree degradate e spazi urbani da recuperare, avrebbe richiesto un preventivo dibattito pubblico e un pieno coinvolgimento del Consiglio Comunale, così da garantire trasparenza, confronto e condivisione delle scelte. Ogni decisione è stata invece assunta senza un’adeguata pianificazione, in tempi estremamente ristretti che sollevano legittimi dubbi e ombre sull’intera gestione procedurale, concentrando tutte le fasi in poco meno di una settimana, senza alcuna apertura alla partecipazione e al necessario confronto.
Dall’analisi della documentazione sono emerse gravi incongruenze e rilevanti criticità.
Il progetto esecutivo – dal valore complessivo di quasi 9 milioni di euro – è stato approvato dalla Giunta comunale il 7 Aprile 2025. Tuttavia, il rilievo planoaltimetrico dell’area, presupposto tecnico essenziale per la redazione di qualsiasi progettazione, risulta essere stato affidato solo il 15 Aprile, ovvero otto giorni dopo l’approvazione del progetto stesso!
L’offerta del tecnico incaricato – anche stavolta tramite trattativa diretta con unico operatore e ribasso dell’1% – era stata presentata il 31 Marzo, con documentazione acquisita il 1° Aprile. Risulta quindi evidente che, nella migliore delle ipotesi, i rilievi siano iniziati il 2 aprile, pur in assenza di un regolare atto di affidamento.
Le attività richieste comprendevano, tra l’altro, rilievi strumentali di precisione, georeferenziazione, restituzione CAD, tavole altimetriche e planimetriche, rilievi fotografici, redazione dello stato di fatto. Operazioni tecniche complesse quindi, che richiedono tempi congrui per l’esecuzione e l’elaborazione, incompatibili con l’approvazione in pochi giorni di un progetto esecutivo, peraltro privo del prescritto progetto di fattibilità tecnico-economica – livello minimo richiesto dal nuovo Codice dei contratti pubblici. Una procedura anomala e potenzialmente in contrasto con la normativa vigente, che pone seri interrogativi sulla validità dell’elaborato approvato dalla Giunta. Nel frattempo, con Determina del 4 aprile, in data quindi antecedente all’approvazione del progetto, è stato affidato il servizio di verifica dello stesso – ancora una volta con trattativa diretta, ribasso dell’1% e importo di 50 euro sotto soglia.
In meno di sette giorni, quindi, si è consumata frettolosamente un’intera procedura che ordinariamente richiederebbe tempi adeguati, senza alcun dibattito pubblico sulle priorità da considerare, rispetto alle diverse aree degradate e spazi urbani da recuperare, senza coinvolgimento del Consiglio comunale, senza una pianificazione coerente. Una gestione opaca, che sacrifica trasparenza, qualità progettuale e rispetto delle regole, e che solleva dubbi sulla legittimità di diversi atti.
Gravi perplessità emergono anche sull’accordo di partenariato pubblico-privato, approvato con delibera di Giunta n. 104 del 3 aprile 2025, con cui è stato individuato un soggetto privato incaricato di progettare, realizzare e gestire impianti fotovoltaici, stazioni di ricarica e soluzioni per la mobilità sostenibile. Tale accordo è stato sottoscritto senza alcuna procedura ad evidenza pubblica, senza avviso esplorativo e senza alcuna istruttoria comparativa, facendo riferimento a un ipotetico e imprecisato contributo privato di 100.000 euro, rispetto al quale non risulta agli atti alcuna verifica di congruità né alcuna valutazione tecnico-economica.
Non si comprende la ragione per cui non sia stata avviata una procedura trasparente e competitiva, che avrebbe potuto garantire condizioni migliorative per l’Ente, maggiore qualità progettuale e il coinvolgimento di altri operatori economici, magari anche locali. La scelta unilaterale del partner – senza alcun confronto, senza criteri oggettivi e senza trasparenza – solleva dubbi non solo di opportunità, ma anche di legittimità, soprattutto alla luce delle linee guida ANAC e delle norme del Codice dei Contratti (D.Lgs. 36/2023) che valorizzano la concorrenza e la trasparenza anche nelle forme di partenariato.
Il Gruppo Consiliare SiAmo Bovalino intende andare fino in fondo per fare piena luce su questa vicenda, al fine di tutelare l’interesse della comunità.

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