«L’ipotesi espressa dal professore Daniele Castrizio sulle cause del decadimento della nostra Città credo sia condivisibile, così come apparentemente lo potrebbe essere anche quella sull’inutilità di parlare ad una società civile sorda perché inesistente. Un’opinione fondata sulla costatazione che accomuna Reggio alla Calabria, ossia la solitudine nel non trovare interlocutori preparati con cui progredire lì dove dovrebbero essere. Nel video di Castrizio ho sentito l’eco della lettera aperta scritta nel 2019 da Gilberto Floriani, direttore del Sistema Bibliotecario Vibonese, la quale non mi pare riscosse particolare commozione. Viviamo in una comunità imbarbarita. Qui più che altrove non si legge, lo si sa e ciò non preoccupa più di tanto, Dopotutto accettare la mediocrità è una dolce auto assoluzione. È poi così che si agevolano gli accattivanti avventurieri della cultura, i quali per mere velleità bramano solo di creare e perpetuare un circolo chiuso di adepti, un feudo a loro bastante giusto a celebrare la propria vanità. Accetto la provocazione di Castrizio, il quale parla invocando il silenzio, perché pure io convinto dell’importanza di continuare a lanciare l’allarme. Mobilitare la coscienze, soprattutto la propria, è la prima ed insopprimibile arma dell’arsenale culturale».
Così in una nota il giornalista Francesco Ventura, reggino attualmente impegnato all’estero in un progetto di ricerca incentrato sull’individuazione di buone pratiche utili alla rivitalizzazione delle lingue minoritarie presenti in Europa, tra cui il greco parlato nella vallata dell’Amendolea.
«All’indomani del defenestramento del professore Tonino Perna dal suo incarico di vicesindaco, il professore Giuseppe Bombino ebbe a scrivere quanto alla Città serva ora più che mai l’impegno di trentenni dotati di ideali sinceri e sorretti da una solida preparazione – conclude Ventura – Credo sia un appello valido ancora oggi e che ben si coniughi a quanto esternato da Castrizio in questi giorni. E lo dico nonostante una frattura che ha inclinato la mia stima personale nei riguardi di Bombino, contraccolpo risalente ad una nostra conversazione nell’estate del 2022, la quale in tutta onestà non ha però modificato l’alta considerazione che ho sulle sue idee ed argomentazioni per il futuro di Reggio. È un dettaglio che avrei potuto limare, ma che non ho voluto smussare, poiché lo ritengo propedeutico al messaggio: concordi o disuniti, è necessario ribellarsi all’immobilismo che regna in Città».