“Quelli come noi non sono abituati a vincere, invece stavolta è successo.
E’ successo che nel 2025, mentre ci apprestiamo a festeggiare i nostri primi 30 anni di attività, una rappresentanza diretta del Filorosso entrerà nel Consiglio comunale di Rende. E ci entrerà dalla porta principale, forte del consenso popolare (256 preferenze alla nostra candidata Daniela Ielasi) e di un riconoscimento politico per quello che siamo e per quanto abbiamo testardamente costruito dal 1995 fino ad oggi.
Noi siamo la sinistra radicale, nata nel movimento dei centri sociali italiani degli anni Novanta, con una forte impronta meridionalista e municipalista, figlia del pensiero critico di Franco Piperno ma anche di sperimentazioni originali legate ai luoghi. Viviamo in uno dei quartieri più dinamici della città, il Campus universitario, dove pratichiamo cultura, socialità e inclusione, instancabilmente ogni giorno. Con le istituzioni abbiamo sempre avuto un rapporto conflittuale, perché l’istituzione fatica a riconoscere, accogliere e valorizzare l’innovazione sociale, si sente minacciata quando altre istituzioni prendono forma dal basso in maniera autonoma.
Abbiamo spesso partecipato alle elezioni, mettendoci la faccia, misurandoci con un meccanismo che raramente premia l’impegno e la competenza, perché si muove secondo altre logiche. Abbiamo sempre perso, ma non ci siamo arresi. Abbiamo costruito reti sociali e alleanze civiche, dall’associazione Attivarende di Mimmo Talarico al “socialismo umanitario” di Sandro Principe, decidendo di partecipare all’ultima competizione insieme ad altri esponenti della sinistra locale, come Antonio Curcio.
In mezzo ad un esercito di candidati stavolta siamo emersi, limpidi e riconoscibili nel messaggio, un messaggio di cambiamento ma anche di rispetto verso il passato, un esempio possibile che si può vincere, con intelligenza e coerenza, senza rinnegare nulla.
Questo perché dalle urne è emersa una sana volontà di riscatto da parte della stragrande maggioranza dei cittadini rendesi, contro la passata amministrazione, contro l’onta del commissariamento per mafia, contro il tentativo di annessione a Cosenza bocciato già dal referendum dell’1 dicembre. Ma è emerso anche il fallimento dei partiti del cosiddetto campo largo e dei loro dirigenti, che hanno inscenato il solito tavolo del centrosinistra opponendo a una figura storica e autorevole come Principe candidati deboli, privi di identità e di conoscenza della città, in un momento in cui ogni strada, ogni piazza, ogni contrada, chiedeva affidabilità e sicurezza. Alla luce del risultato elettorale ci saremmo aspettati un bagno di umiltà: nonostante la visita di segretari e leader nazionali, queste sigle hanno mostrato tutta la propria inconsistenza a livello locale nonché la totale lontananza dai bisogni e dalle esigenze dei cittadini. La dispersione dei voti avvantaggia solo la destra e le candidature di servizio da zero preferenze sono la riproduzione delle stesse dinamiche che a parole si vorrebbero cambiare: oggi costoro non riescono ad ammettere la sconfitta, ma ci auguriamo che domani simili errori non vengano ripetuti.
Il Consiglio comunale venuto fuori dalle elezioni del 25 e 26 maggio contiene tutti i presupposti per un risanamento del tessuto urbano e sociale, nonché per uno slancio in avanti. Nulla è scontato certo, ma nei processi bisogna starci, con cognizione di causa, attraversare i momenti elettorali e finalmente provare a misurarsi con la gestione della cosa pubblica, forti dei percorsi fatti e dei valori che ne sono presupposto e orizzonte.
Noi stavolta ci siamo, pronti a fare la nostra parte, e non siamo soli”.
Così in una nota di Filorosso ’95.