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Revoca del PSC, il Laboratorio Civico di Rende: “I cittadini sappiano quali danni avrà la città”

Riceviamo e pubblichiamo:

AI CITTADINI E ALLE CITTADINE DI RENDE

in merito alla procedura di revoca del Piano di Sviluppo Comunale (PSC) e del Regolamento Edilizio (REU), attuata dai Commissari prefettizi abbiamo riscontrato preoccupazione e comprensibile smarrimento. Attraverso questo testo, cercheremo di aiutare a fare a chiarezza su questo tema, analizzando le motivazioni che hanno portato i Commissari a revocare il PSC e il REU, e le possibili implicazioni per il futuro del nostro territorio.

LA PROCEDURA

È da evidenziare che il Consiglio Comunale di Rende, nella seduta del 30/05/2023, non ha proceduto alla approvazione del PSC e del REU, bensì all’adozione dello Strumento Urbanistico e del Regolamento Edilizio ed Urbanistico. Con l’adozione del PSC e del REU, non si approva un documento definitivo ma inizia infatti un lungo e dettagliato processo democratico che inizia con la pubblicazione degli atti di cui è composto il PSC, affinché tutti i cittadini, e gli enti ed associazioni presenti sul territorio, ne possano prendere visione e, se necessario, presentare osservazioni per chiarimenti, integrazioni o modifiche.

Per legge possono presentare osservazioni:

a) gli enti e organismi pubblici;

b) le associazioni economiche e sociali e quelle costituite per la tutela di interessi diffusi;

c) i singoli cittadini nei confronti dei quali le previsioni del piano adottato sono destinate a produrre effetti diretti.

Il Consiglio Comunale, in apposita seduta, dopo idonea istruttoria tecnica, esamina le osservazioni e le proposte pervenute e, con espressa motivazione, le accoglie o le rigetta.

Nel caso di accoglimento anche di una sola osservazione, il Consiglio Comunale procede alla deliberazione della nuova adozione, con l’accoglimento delle medesime osservazioni, e trasmette il Piano così modificato ai competenti dipartimenti della Regione e della Provincia, i quali, verificano la coerenza del PSC, anche in rapporto alle norme sovraordinate.

Nel caso uno o più Dipartimenti della Regione e/o della Provincia, rilevino delle incoerenze con gli strumenti sovraordinati, ne danno immediata comunicazione al Comune affinché questo, entro i successivi trenta giorni, possa procedere alle relative integrazioni o correzioni necessarie e, dopo il relativo passaggio in Consiglio Comunale, lo stesso Ente trasmettere gli elaborati così adeguati ai Dipartimenti competenti. Nella fase successiva, acquisito anche il parere motivato di approvazione espresso dall’autorità competente per la VAS (Valutazione Ambientale Strategica), la Regione si esprime definitivamente sul PSC e sul REU, ed invia al Comune il relativo provvedimento contenente altresì le relative osservazioni definitive. Solo a questo punto, il Consiglio Comunale può procedere all’approvazione del PSC e del REU, con l’accoglimento delle osservazioni fatte dalla Regione, e pubblica gli atti definitivi, che entrano in vigore da questa data.

OSSERVAZIONI TECNICHE

Con la delibera di revoca del PSC e del REU, n. 15 del 14/05/2024, viene interrotto sul nascere quel processo democratico, di trasparenza, di partecipazione democratica, di confronto, verifica, integrazione, che il legislatore ha voluto garantire con l’emanazione della Legge Urbanistica Regionale (L.R. 16 aprile 2002 n. 19 e ss.mm.ii.).

Il provvedimento di revoca del PSC risulta altresì illegittimo, perché privo della necessaria motivazione di “pubblico interesse”, così come invece impone il dispositivo dell’art. 21 quinquies della Legge sul procedimento amministrativo (Legge 7 agosto 1990 n. 241 e successivi aggiornamenti), nel caso si voglia procedere alla revoca di un “provvedimento amministrativo”.

Dalle letture delle motivazioni che avrebbero indotto i Commissari ad assumere il provvedimento di revoca, non si riscontra alcun atto di illegittimità riferito al lungo periodo che va dall’anno 2010 (affidamento dell’incarico per la redazione del PSC e REU), fino alla Delibera di adozione dello strumento urbanistico avvenuta in data 30/05/2023.

Gli stessi Commissari danno atto, nella stessa delibera di revoca, che non si evidenzia “nessun particolare fattore di criticità che possa indurre a ritenere il percorso di formazione dello strumento urbanistico non rispettoso e non conforme alle superiori norme regolatorie regionali di pianificazione territoriale”.

Tutte le elencate criticità che i Commissari evidenziano nel corpo della delibera di revoca, afferiscono a problematiche che potevano essere chiarite, ed eventualmente integrate o corrette, durante il processo democratico e trasparente che il legislatore ha previsto tra la fase di adozione e quella di approvazione, per come dettagliato al paragrafo precedente. Dello stesso parere, e non poteva essere diversamente, sono i Professori dell’UNICAL incaricati dai Commissari per la verifica del PSC e REU.

Appare fin troppo chiaro che il provvedimento di revoca emanato dai Commissari del Comune di Rende sia un atto politico, illegittimo assunto in dispregio della legge e del vero interesse pubblico.

Alcune motivazioni, contenute nell’atto di revoca dei Commissari lasciano intravedere un malcelato secondo fine da parte dei Commissari o da parte di eventuali suggeritori, in particolare:

a) si riporta l’innalzamento in alcune zone edificabili degli indici fondiari o di edificabilità, rispetto a quanto riportato del vecchio PRG.

b) si attacca una legittima scelta dell’Amministrazione uscente, di valorizzare il patrimonio comunale, rendendo edificabile dei terreni di proprietà dell’Ente, con evidente beneficio per le Casse dell’Ente (che “altri” avevano lasciato in condizioni disastrose, tanto da avere rischiato il dissesto finanziario).

c) si elencano cambi di destinazione d’uso di alcuni terreni, rispetto a quanto previsto dal vecchio PRG, senza tenere conto (da parte dei Commissari e degli ancora anonimi, “tecnici sovraordinati”) dell’insieme della pianificazione urbanistica del PSC.

ALCUNE DOMANDE E DELUCIDAZIONI

 I Commissari sanno che nell’anno 2016, l’Amministrazione Manna, ha aderito al principio di “consumo suolo zero”?

 I Commissari e i loro, ancora anonimi, tecnici sovraordinati, sanno che cosa è il principio “consumo suolo zero”, che l’Amministrazione Manna ha liberamente scelto di perseguire per dare maggiore qualità al nostro territorio?

Cerchiamo di spiegarglielo noi, riportando quello che la Legge Urbanistica Regionale sancisce chiaramente: Il principio di consumo suolo zero “rappresenta l’obiettivo più apprezzabile ed auspicabile per i comuni che, nel suo perseguimento, si prefiggono di non utilizzare ulteriori quantità di superficie del territorio per l’espansione del proprio abitato, superiori a quelle già disponibili ed approvate nel previgente strumento urbanistico generale (PRG/PdF), ricorrendo eventualmente ad interventi di compensazione ambientale, intesa quale de-impermeabilizzazione di aree di pari superficie”.

Dagli atti risulta, nell’anno 2016, una residua disponibilità di volumetria da realizzare, secondo il PRG, di circa 7 milioni e 345 mila mc, rappresenta quindi il limite che il Comune di Rende si è liberamente ed autonomamente imposto di rispettare.

Con l’incremento di alcuni indici, e con la trasformazione in edificale di alcuni terreni di proprietà dell’Ente, il PSC prevede un incremento di poco più di 500 mila mc e nel contempo sono state sottratte alla edificazione (rispetto al PRG) ben 296 ettari!

Chi scrive, che il PSC avrebbe favorito la cementificazione del territorio… forse si confonde con le passate Amministrazioni Principe-Talarico…Sono proprio loro i mandanti e i Commissari gli esecutori.

Cari cittadini e cittadine traete voi le vostre conclusioni!

Lavoratorio Civico

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