“Siamo preoccupati e non da oggi, per lo stato di salute del Partito Democratico in provincia di Cosenza. E dopo l’esito delle elezioni provinciali la preoccupazione è aumentata.
Per mesi abbiamo assistito ad un confronto, o forse sarebbe più corretto dire, ad uno scontro violento di tutti contro tutti sui criteri nella divisione e assegnazioni delle quote per la composizione della segreteria provinciale tra i diversi potentati che avevano eletto e sostenuto Pecoraro. Organismo che come la direzione, a quanto ci risulta, si è comunque riunito raramente online e forse mai in presenza, e quelle rare volte che ciò è avvenuto non è dato sapere cosa abbiano prodotto politicamente ed organizzativamente a beneficio della comunità democratica.
Per mesi ogni decisione assunta, proveniente dalla federazione, è stata prodotta dal segretario su ordine ed indicazioni di chi lo ha eletto ed eterodiretto, quei pochissimi che avevano ed hanno come unico oggetto d’interesse il controllo del partito al fine dei propri posizionamenti istituzionali. Assente la politica e le problematiche riguardanti la vita dei tanti normali cittadini. Non c’è traccia di una battaglia, di una lotta, di una rivendicazione al fianco di coloro che hanno perso o perdono il lavoro, di quelli sfruttati, di coloro che sono privati della loro dignità in cerca di occasioni di crescita economica e sociale. Il nulla assoluto anche sulle questioni della drammatica crisi e sullo sviluppo delle nostre comunità, anche per l’incapacità dei nostri rappresentanti istituzionali. Per non parlare dei temi più legati alle singole comunità della provincia di Cosenza. Il problema è che tutto questo essere ripiegati su sé stessi, tutta questa cura alla politica manovriera, oltre a rappresentare il PD in questa provincia come un gruppo dirigente senza idee e rinsecchito, non raggiunge nessun risultato positivo neanche in elezioni di secondo livello e quindi aperte unicamente agli eletti ed al ceto dirigente dei partiti. Alle ultime elezioni provinciali di pochi giorni fa è andato ancor peggio dell’ultima volta, in cui per incapacità, arroganza e miopia politica abbiamo regalato la Presidenza della Provincia al Centro Destra in un territorio in cui da sempre il Centro Sinistra è stato forza di governo. Infatti in quella occasione ben 8 dei 16 consiglieri erano appannaggio del Centro Sinistra. Invece adesso, dopo due anni, dei 12 seggi di cui è composto il nuovo consiglio provinciale, otto sono stati conquistati dal centrodestra e solo quattro dal centrosinistra. La lista del PD elegge 4 consiglieri. Il numero più alto insieme a quella di Forza Italia, il partito più votato nella nostra provincia. Non si comprende come questo risultato negativo abbia potuto indurre il segretario provinciale Pecoraro – auto sospesosi a pochi giorni dalla presentazione delle liste seguito a ruota dalle “dimissioni irrevocabili” del responsabile provinciale degli Enti Locali – a dichiarare pubblicamente che la lista “Provincia Democratica” si è dimostrata
forte e competitiva. Inoltre, guardando il dato emerge che due dei quattro eletti sono riferimento del sindaco di Corigliano-Rossano al quale, solo due anni fa, chi comandava e pensa ancora di comandare nel PD cosentino, aveva attributo le responsabilità della sconfitta di Nocito, candidato del Centro Sinistra, oggi eletto nella lista di Azione ed organico alla Succurro ed al Centro Destra. Solo due anni dopo il PD dei soliti noti, rivedendo le sue posizioni e rimangiandosi i velenosi improperi sul Sindaco Stasi, consente allo stesso di candidare ed eleggere due esponenti della sua maggioranza in consiglio provinciale all’interno della lista espressione del PD. L’operazione avrebbe una logica politica se fosse propedeutica all’entrata di Stasi nel partito o comunque ad un suo avvicinamento stabile. Ma, invece, la ricandidatura di Stasi a sindaco nelle imminenti elezioni comunali è proprio osteggiata dal circolo locale di Corigliano-Rossano che immagina un altro percorso e forse ad un altro candidato da contrapporre proprio all’attuale Sindaco. Insomma, siamo ad una vera e propria schizofrenia politica.
La stessa composizione della lista avvenuta a solo pochi giorni dalla scadenza della presentazione, grazie ad un armistizio guerreggiato dei soliti noti, evidenzia la logica correntizia di coloro che l’hanno composta, lasciando intere aree della nostra provincia e tantissimi piccoli e medi comuni scoperti e sguarniti di rappresentanza.
La situazione rende non più rinviabile l’apertura di una nuova fase che a prescindere dalle persone che la possano rappresentare abbia al centro la politica, il confronto sulle idee.
Per parte nostra riteniamo che la strada maestra sia quella della celebrazione di un nuovo congresso provinciale che consenta agli iscritti di confrontarsi su tesi e non solo su tessere. E che consenta al Pd l’avvio di una nuova stagione che ci auguriamo di rifondazione e di nuova sintonia con gli elettori”.
E’ quanto si legge in una nota del gruppo Sfida Riformista.