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Il caos delle produzioni agricole: piogge, fitopatie, siccità e un’inflazione galoppante. L’analisi di Confagricoltura Cosenza

Non c’è pace per gli imprenditori agricoli, sempre alle prese con emergenze ed economie di mercato sfavorevoli.

È quanto emerso durante la riunione del Consiglio Direttivo di Confagricoltura Cosenza, svoltasi lo scorso 13 ottobre negli uffici di via Piave, durante la quale Paola Granata, Presidente dell’UPA provinciale, ha tracciato un quadro non proprio roseo dello stato dell’economia attuale e del comparto agricolo in particolare. Unanime anche il coro dei Consiglieri, ognuno in rappresentanza della propria filiera produttiva, nel riportare le criticità dei diversi ambiti e, dopo un’attenta e discussa analisi, è emersa con particolare gravità la situazione del settore vitivinicolo.

«Il comparto del vino, uno dei settori di punta della nostra agricoltura, è quello che sta pagando il prezzo più alto – ha affermato la Presidente Granata durante il suo intervento -. Negli anni precedenti, in questo periodo, le nostre aziende erano alle prese con la vendemmia; oggi invece, a vendemmia già conclusa, possiamo stimare perdite denunciate dalle nostre imprese di oltre il 75% del prodotto».

La causa è da ricercare fra i cambiamenti climatici in atto. Le piogge persistenti di maggio e giugno hanno infatti favorito lo sviluppo della peronospora, grave malattia crittogamica della vite. Le prime avvisaglie si erano avute già a fine maggio e Confagricoltura aveva subito evidenziato la gravità della situazione chiedendo alla regione e al Ministero di attivarsi a tutela del settore. «Nella prossima Legge di Bilancio – auspica Paola Granata – ci aspettiamo un incremento del Fondo di Solidarietà per i vigneti colpiti da peronospora».

Non va meglio sul fronte economico. Dai dati a disposizione emerge che da fine 2021 la crescita dei costi di produzione continua a mantenersi più sostenuta rispetto all’andamento dei prezzi di vendita all’origine dei prodotti agricoli. Addirittura, nel secondo trimestre del 2023, si nota una generale tendenza al ribasso dei prezzi medi rispetto al precedente; in alcuni settori, come quello dei cereali, si registra un ridimensionamento delle quotazioni rispetto allo scorso anno di oltre il 35%. Poche le eccezioni, fra queste l’olio di oliva.

L’evoluzione dei prezzi al consumo, d’altronde, certifica che ad agosto l’inflazione sui prodotti alimentari si è stabilizzata sopra al 10% rispetto allo scorso anno, andando ad incidere negativamente sulla domanda dei consumatori.

Lo scenario delineato in maniera corale da Confagricoltura Cosenza sottolinea la necessità di misure a sostegno delle imprese professionali per sostenerne la continuità produttiva. Un appello che le istituzioni nazionali e locali non possono ignorare.

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