“A volte bisogna rischiar, fare altre cose. Occorre rinunziare ad alcune garanzie perché sono anche delle condizioni” - Tiziano Terzani
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Caso Enel a Corigliano-Rossano, per Comune e sindacati la fumata è nera: “Ingiustificabile rinuncia a 15 mln di euro per la centrale a idrogeno”

“Nell’incontro di ieri – martedì 12 settembre – convocato dal sindaco di Corigliano-Rossano tra l’Amministrazione Comunale, Enel ed organizzazioni Sindacali, in continuità con il tavolo del primo febbraio nel quale è stato condiviso il progetto di realizzazione di una centrale di produzione di idrogeno ed a seguito delle varie comunicazioni informali delle settimane scorse, sono emersi davvero pochi aspetti positivi e di condivisione”.

E’ quanto si legge in una nota congiunta a firma di Flavio Stasi, sindaco di Corigliano Rossano, Giuseppe Guido, segretario della Cgil Tirreno-Sibaritide-Pollino, Giuseppe Lavia, segretario provinciale Cisl e Luciano Campilongo, coordinatore Uil.

Alla riunione hanno partecipato, oltre al primo cittadino e ai sindacalisti già citati, il vicesindaco Maria Salimbeni, per l’amministrazione comunale; Rossella Sirianni, Responsabile Affari Istituzionali Calabria;  Gaetano Evangelisti, Responsabile Affari istituzionali territoriali Italia; Augusto Raggi Responsabile area territoriale Sud; Federica Rofi Responsabile filiera gas Italia; Fabio Cataudella responsabile sviluppo e riqualificazione impianti; Vincenzo De Maio responsabile territoriale filiera gas, per l’Enel.

“Il primo elemento è stato certamente quello della spiegazione rispetto alla rinuncia del finanziamento di 15 milioni di euro a valere sul PNRR per la realizzazione a Corigliano-Rossano di una centrale di produzione ad idrogeno, ovvero quella di un cambio di strategia aziendale nella quale gli investimenti sulla tecnologia dell’idrogeno, in particolar modo per Corigliano-Rossano e La Spezia, sono stati giudicati poco redditivi.

Confermata quindi la scelta unilaterale di carattere strettamente finanziario, senza nessuna possibile interpretazione.

Il tavolo ha sottolineato ad Enel come sia stata una scelta ingiustificabile nel metodo, che ha mortificato un percorso costruito con fatica per quasi due anni, ed insostenibile nel merito in quanto rinuncia – di fatto – non solo ad un finanziamento pubblico che avrebbe coperto circa tre quarti dell’investimento complessivo necessario, ma soprattutto allo sviluppo di una prospettiva di rilancio sostenibile di due realtà, come Corigliano-Rossano e La Spezia, dalle quali Enel ha preso e continua a prendere tanto. Una scelta che continuerà ad essere contrastata in tutte le sedi.

Inoltre tale scelta è stata effettuata al momento senza alcuna alternativa di fatto, tentando di catapultare il territorio sostanzialmente a dieci anni fa, quando in seguito alla mancata riconversione a carbone, il sito energetico di Sant’Irene è diventato un lazzaretto industriale, inutile e dannoso per il territorio, nel quale programmare lentissime e minimali attività finalizzate soltanto a giustificare il permanere delle strutture. Una visione che il territorio, unitariamente, rigetta.

Per questa ragione è stata ribadita la contrarietà ad investimenti parziali e senza ricadute concrete sul territorio, ribadendo come senza un rilancio complessivo del sito, sostenibile e concreto, è necessario procedere celermente allo smantellamento ed alla bonifica del sito per consentire di rigenerare urbanisticamente e paesaggisticamente l’area, che oggi si trova nella pancia della nuova città di Corigliano-Rossano, in posizione strategica e baricentrica.

In questo contesto certamente caratterizzato da posizioni che, a seguito della scelta di rinuncia all’idrogeno, sono divenute estremamente distanti, sono stati comunque confermati e condivisi alcuni degli impegni che erano stati assunti durante il percorso, ed in particolare l’impegno da parte di Enel a progettare e cedere le aree necessarie alla realizzazione del lungomare; l’impegno di rispettare il programma delle demolizioni condiviso, che prevede il termine delle operazioni nel 2024 ed in particolare l’inizio dello smantellamento delle due ciminiere dei vecchi impianti ad olio combustibile a partire dai primi mesi del prossimo anno; la disponibilità a valutare l’utilizzo condiviso di alcuni degli spazi e delle strutture a favore della comunità, come l’ex sala macchine; l’impegno a realizzare delle comunità energetiche a favore della comunità cittadina.

Dopo aver chiarito le posizioni rispetto alla contrarietà ad interventi ed investimenti isolati, è stato dunque precisato che nell’interesse della comunità sarà possibile proseguire il confronto su progetti sostenibili  di ampio respiro e di prospettiva certa, senza i quali però riteniamo imprescindibile accelerare il percorso di smantellamento e bonifica, ed è stato richiesto, in vista del nuovo piano industriale che l’azienda energetica dovrà presentare nelle prossime settimane, di rivedere la propria scelta di rinuncia al progetto di produzione di idrogeno ed all’idea di rilancio complessivo e sostenibile del sito”.

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