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Scordovillo: la Regione Calabria modifica il piano per costruire alloggi segregati a soli rom dopo l’intervento degli attivisti, ma con diversi limiti

Il progetto volto a sgomberare i residenti rom da un campo segregato e ricollocarli in case popolari per soli rom, con l’utilizzo di fondi europei, è stato modificato dalla Regione Calabria in seguito ad un intervento della Commissione Europea su richiesta degli attivisti per i diritti dei rom. Il piano per sgomberare e ricollocare i rom che vivono nel campo di Scordovillo nella città di Lamezia Terme è stato segnalato alla Commissione dagli attivisti dell’European Roma Rights Centre (ERRC) e dal  Comitato Stop Ghetti, al fine di impedire che fondi europei venissero utilizzati per promuovere la segregazione dei rom. Il piano modificato della Regione prevede ora il trasferimento delle famiglie dal campo fatiscente di Scordovillo in alloggi popolari integrati a Lamezia Terme. Tuttavia gli attivisti avvertono che il piano presenta ancora notevoli debolezze che devono essere affrontate.

“Gli alloggi popolari non devono essere un veicolo per una maggiore segregazione”, ha affermato il portavoce dell’ERRC, Jonathan Lee. “Purtroppo, le autorità italiane sembrano essere lente nell’apprendere quando si tratta segregazione etnica. Nonostante le numerose promesse fatte dall’Italia alla Commissione europea sul fatto che non sarebbero più stati costruiti “campi nomadi” discriminatori, a Lamezia Terme abbiamo trovato un piano per costruire un nuovo ghetto con fondi europei. Fortunatamente, la vigilanza degli attivisti locali per i diritti umani ha fatto in modo che ciò non accadesse. Le autorità italiane sono responsabili dell’alloggiamento delle famiglie rom nei “campi nomadi” etnicamente segregati, quindi ora è loro compito garantire alloggi popolari sicuri e integrati”.

Il piano regionale per nuovi alloggi popolari segregati per le famiglie rom di Scordovillo è stato approvato un anno fa dalla Regione Calabria tramite la Delibera di Giunta Regionale n. 109 del 25 marzo 2024, insieme ai successivi decreti esecutivi degli uffici regionali competenti. Il progetto doveva essere realizzato tramite uno stanziamento di fondi europei di 36 milioni di euro.

Il piano prevedeva che le circa 100 famiglie rom del campo di Scordovillo, costruito dalle autorità locali nel 1982, sarebbero state temporaneamente ricollocate tramite un intervento realizzato da enti del terzo settore con un finanziamento di 8 milioni di euro. Questo intervento includeva anche vari progetti per promuovere l’integrazione scolastica e lavorativa delle famiglie rom. Il trasferimento temporaneo delle famiglie avrebbe dovuto consentire al Comune di Lamezia Terme e alla Regione Calabria di effettuare la bonifica ambientale dell’area e quindi costruire immediatamente un nuovo ghetto con 120 alloggi popolari (finanziati con 28 milioni di euro), dove le famiglie rom spostate temporaneamente sarebbero state rilalloggiate. Il progetto del nuovo ghetto è stato avviato il 26 settembre 2024, tramite un Avviso pubblico emesso dalla Regione Calabria per la richiesta di proposte da parte di enti del terzo settore, approvato con Ordinanza del Dipartimento della Salute e del Welfare della Regione Calabria n. 13480 del 26 settembre 2024. A seguito del bando, l’appalto è stato infine assegnato alla “Comunità Progetto Sud” di Lamezia Terme. Per impedire la costruzione di un nuovo ghetto di alloggi popolari, l’ERRC e il Comitato Stop Ghetti hanno scritto alla Commissione Europea nell’ottobre 2024, informandola che la Regione Calabria aveva deciso di utilizzare ingenti fondi europei per creare alloggi popolari segregati a Scordovillo. La Commissione Europea ha chiesto spiegazioni alla Regione Calabria che, a dicembre 2024, ha risposto assicurando che il progetto era stato modificato. In realtà, la modifica è stata formalmente decisa solo in seguito, con la Delibera di Giunta Regionale n. 29 del 27 gennaio 2025. Tale delibera ha rettificato la decisione dell’anno precedente (Delibera di Giunta n. 109 del 25 marzo 2024), abbandonando l’idea di costruire un nuovo ghetto di edilizia popolare e pianificando invece un’equa dislocazione abitativa o “housing diffuso” attraverso il recupero di alloggi  di edilizia popolare esistenti e/o l’acquisto di nuovi alloggi. A causa della mancanza di edilizia popolare nel Comune di Lamezia Terme, il 28 febbraio 2025, Aterp ha pubblicato un bando pubblico per l’acquisto di unità abitative, con scadenza il 20 aprile 2025. L’ERRC e il Comitato Stop Ghetti accolgono con favore la modifica del progetto regionale da loro denunciato, ma fanno notare che il bando pubblico di acquisto alloggi  presenta problemi intrinseci che potrebbero portare al suo fallimento, ovvero:

1. L’esclusione delle agenzie immobiliari come intermediari per l’acquisto delle unità abitative.

2. La preferenza per l’acquisto di unità abitative isolate piuttosto che quelle situate in condomini.

I precedenti progetti di equa dislocazione abitativa  nella regione hanno dimostrato che escludere le agenzie immobiliari riduce notevolmente le possibilità di acquisire con successo, soprattutto perché il mercato immobiliare locale a Lamezia è in gran parte gestito da agenzie piuttosto che da privati. Inoltre, dare la priorità alle unità abitative isolate rispetto a quelle in condomini non promuove l’inclusione sociale ed è una contraddizione con il concetto stesso di soluzioni di “housing diffuso”. Gli attivisti notano che anche questo è stato ampiamente dimostrato da esperienze passate in altri territori.

L’ERRC e il Comitato Stop Ghetti, che hanno recentemente richiesto alla Regione l’accesso agli atti per comprendere meglio la modifica approvata ed hanno ricevuto una risposta ancora parziale, ora invitano la stessa a correggere i punti deboli dell’Avviso pubblico per gli acquisti di alloggi per rendere l’equa dislocazione abitativa una soluzione veramente realizzabile.

20 MARZO 2025

Il Comitato Stop Ghetti è composto da attivisti per i diritti umani.

APS Lav Romanò  Dr Fiore Manzo (Cosenza)

Dssa Gabriella De Luca  Attivista (Catanzaro)

Dssa Stefania Bevilacqua  Membro consulta intercultura Comune di Cosenza

Dssa Cristina Delfino attivista (Reggio Calabria)

Associazione Un Mondo di Mondi – Giacomo Marino (Reggio Calabria)

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