“La Giornata Internazionale della Donna conserva intatta la sua rilevanza come momento di impegno e riflessione, al di là di ogni retorica che sarebbe, quindi, del tutto fuori luogo”. Lo scrive in una nota la vicesindaca, Giusy Iemma.
“I vari report, a cominciare da quello predisposto dall’Istituto Europeo per l’Uguaglianza di Genere – aggiunge – ci confermano che l’Italia rimane sotto la media europea per quasi tutti gli indicatori: tempo, denaro, educazione, potere, salute, violenza, lavoro. Siamo fanalino di coda in Europa per quantità e qualità dell’occupazione femminile: le donne lavorano poco e quando lo fanno hanno orari, paghe, contratti peggiori. A questo dato di fatto, per nulla confortante, vanno ricondotti alcuni dei problemi che pesano come un macigno sul Paese, a cominciare dal preoccupante calo demografico ma non solo quello. C’è un enorme mole di lavoro di cura che pesa sulle spalle delle donne, in particolare sulle giovani madri con figli piccoli, che sono spesso costrette a licenziarsi o a scegliere part-time forzati a causa di una rete di servizi ancora insufficiente. Intorno alle attività di cura – scrive ancora Iemma – dobbiamo ripensare l’insieme delle dinamiche produttive e sociali con investimenti diretti alle reti di welfare pubblico, promossi da uno Stato innovatore che sostenga la centralità della attività di cura in un rinnovato patto tra uomini e donne, che liberi il tempo di tutte, e metta l’organizzazione delle città in equilibrio con le attività di riproduzione sociale. Bisogna investire sulle infrastrutture sociali e sui servizi – da quelli per l’infanzia e la non autosufficienza, al sostegno a sanità e scuola pubblica – che liberino il tempo delle donne e che siano una leva fondamentale per la costruzione concreta della parità. Da questo punto di vista, la nostra Amministrazione comunale ha prodotto sin dal suo insediamento uno sforzo enorme per ridisegnare una città in grado di rispondere all’ampia domanda di sociale e servizi. Penso ad esempio agli asili nido, che passeranno da uno a quattro; ma anche alle scelte nette sull’utilizzo di risorse cospicue, come quelle di Agenda Urbana o di Metro Plus, per la rigenerazione urbana che è al contempo rigenerazione sociale.
Perché Il welfare state – scrive ancora la vice sindaca del capoluogo – va rivendicato come scelta deliberata e non come sottoprodotto delle politiche economiche e produttive; la cura va assunta come fattore di coesione, di benessere sociale, di uguaglianza e di opportunità: è una fondamentale attività umana che va ridistribuita tra uomini e donne. Siamo per un welfare universalistico, per una visione sociale, culturale e di dritti che contempli tutte le famiglie. Dobbiamo insomma investire in modo massiccio e inedito sullo sviluppo delle infrastrutture sociali e sulle politiche di conciliazione e condivisione: le politiche sociali sono politiche per lo sviluppo. Valorizziamo quindi l’Otto marzo, sapendo che prima di tutto si deve agire nel concreto perché è il modo migliore per dare senso a un ramo di mimosa”.