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Rinascita-Scott, eccezioni delle difese sulla documentazione della Dda. Il 3 maggio la replica della Procura e la decisione dei giudici

La presentazione di una corposa documentazione, depositata agli inizi del mese dalla Dda di Catanzaro, ha provocato le eccezioni di alcuni difensori degli imputati nel processo Rinascita Scott in corso nell’aula bunker di Lamezia Terme davanti ai giudici del Tribunale di Vibo Valentia. 

 

L’avvocato Alessandro Diddi – che è anche promotore di giustizia vaticano – in particolare, nell’udienza di oggi, collegato in videoconferenza, ha lamentato che “sono stati violati i diritti di difesa”. Concetto espresso anche in un documento depositato.

 

La documentazione depositata dall’accusa è composta dalle sentenze prodotte in altri processi nei confronti di imputati, verbali di collaboratori e testimoni di giustizia già depositati in altri procedimenti, tabulati, dvd, documentazione su servizi di geolocalizzazione, di sms, sulla deposizione degli operatori del Ros di Roma, Catanzaro e del Roni di Vibo. Una mole di documenti nei confronti della quale i legali eccepiscono “la nullità per violazione del diritto di difesa della produzione documentale tenuto conto dell’esigenza, oltre che di poter visionare la documentazione, di poter esercitare il diritto alla controprova; la inutilizzabilità delle intercettazioni telefoniche e ambientali per le quali non siano presenti i file originali delle registrazioni delle intercettazioni”.

 

L’udienza, vista l’assenza di uno dei componenti del collegio giudicante, è stata rinviata al prossimo 3 maggio. In quella data vi sarà la replica dell’Ufficio di Procura e la decisione dei giudici.

 

Oggi, intanto, il pm Annamaria Frustaci ha anticipato quelle che sono le argomentazioni dell’accusa, ovvero che il materiale depositato vuole essere una ulteriore garanzia per le difese e gli imputati, un termine di verifica messo a disposizione per amore di garanzia e trasparenza. “Mi chiedo e vi chiedo – ha sostenuto l’avv. Diddi – perché tutto questo? perché a ridosso della conclusione del dibattimento quando tutto poteva essere fatto a tempo debito? Perché costringervi e costringere le difese a questo incredibile sforzo a ridosso della conclusione del processo e con il ricatto morale (perché è evidente che di questo solo si tratta) che siccome non c’è tempo da perdere, stante l’imminente scadenza dei termini di custodia, si deve fare tutto in fretta? Alla vigilia di un momento importante – ha aggiunto rivolgendosi ai giudici – qual è quello della decisione, in un processo che farà la storia della Calabria, non dovete ‘sporcare’ quello che avete costruito, con decisioni dettate solo dalla impellenti necessità di andare avanti e che vi chiedono di adottare noncuranti delle ragioni delle difesa”. (ANSA)

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