Il Coordinamento regionale CONTROVENTO CALABRIA compie tra poco due anni. Il movimento è nato spontaneamente da gruppi, associazioni, cittadini e comitati locali provenienti da esperienze diverse ma con l’obiettivo comune di coinvolgere cittadini e cittadine ed amministratori locali per arrestare la corsa alla distruzione della nostra terra con l’inganno dell’energia pulita.
Abbiamo dedicato tempo e impegno, abbiamo unito gli sforzi per la salvaguardia ambientale e la tutela del territorio con la ferma convinzione che solo dal basso potrà avviarsi un processo di consapevolezza e protesta contro la colonizzazione e lo sfruttamento della Calabria a solo vantaggio di società private e multinazionali. Dagli sforzi del Coordinamento Controvento Calabria sono scaturite iniziative e azioni concrete per manifestare pacificamente il dissenso comune contro le politiche energivore che in modo sconsiderato si stanno abbattendo sulla nostra terra tagliando migliaia di alberi e devastando paesaggi e superfici verdi con la conseguente perdita di biodiversità, falde acquifere superficiali ed ecosistemi vitali. A farne le spese, nell’immediato, tra gli altri, anche piccole aziende agricole.
Il Coordinamento Controvento Calabria ha reagito a queste minacce ed ha agito concretamente: abbiamo raccolte oltre 10.000 firme che verranno protocollate presso la Regione Calabria entro la fine del mese corrente e contestualmente chiederemo un incontro con il governatore, nonché un’audizione alla Commissione Ambiente Regionale. Ed ancora abbiamo prodotto lettere ai capi di Governo, agli amministratori regionali, manifestazioni molto partecipate come quella del 19 marzo 2023 a San Vito sullo Jonio da cui ha preso spunto il Movimento. Si ricordano poi le manifestazioni di Palermiti e Petrizzi con il supporto dei Pacciamanti e ancora altre forme di protesta pacifica davanti al TAR di Catanzaro, osservazioni tecniche contro progetti devastanti e iniziative fortemente partecipate da cittadini e sindaci come quella del 29 settembre scorso denominata “Un tuffo contro le pale” in ben cinque città della costa jonica: Guardavalle, Squillace, Cropani, Crotone e Schiavonea abbracciando tre provincie. Ed ancora, convegni, tavole rotonde, confronti pubblici con la cittadinanza nella provincia di Cosenza. Dibattiti con esperti del settore presso l’Unical, interventi radiofonici, presenze continue su riviste e quotidiani e soprattutto una presenza continua sul territorio grazie alla dedizione di donne e uomini che hanno a cuore il territorio e l’ambiente.
Il Coordinamento Regionale Controvento fin da subito ha cercato e trovato interlocutori anche in altre regioni italiane; fra queste ci piace citare i Coordinamenti Sardi contro la speculazione energetica e poi il contatto frequente con gli attivisti e i movimenti di Puglia, Basilicata, Sicilia, Campania e Lazio fino alla Toscana, Emilia Romagna, Molise e Umbria. Non da ultimi, i contatti con il Piemonte con le sue organizzazioni di base. Fra queste Confluenze, che sta provando a costruire una rete che includa movimenti e comitati che lottano per la difesa del territorio, fra questi gli storici No Tav e Consumo Suolo Zero. Senza tralasciare il Movimento NO PONTE CALABRIA e NO PONTE SICILIA.
Delle azioni legali dobbiamo ringraziare gli avvocati che si sono fortemente impegnati fornendo al Coordinamento, a quanti ne fanno parte ed a tante altre associazioni calabresi, un potente strumento per opporsi legalmente a progetti di inaudita devastazione. L’avvocatessa Raffaelli per il progetto eolico offshore nel Golfo di Squillace e l’avvocato Caruso Frezza per Acri, Serra Crista e Tarsia. L’avvocato Angelo Calzone per il suo impegno incessante ed eroico per l’impianto eolico di San Vito sullo Jonio (e non solo) ed infine l’avvocato Marcello Nardi.
Il 2025 sarà un anno di manifestazioni informative e di dissenso anche contro le politiche repressive di un governo che cerca di mettere a tacere la voce dei cittadini con decreti legge autoritari e sentenze economiche che mirano a silenziare le giuste proteste di chi ha deciso di opporsi allo sfruttamento dei territori e alla colonizzazione del Meridione.
Diamo appuntamento a Scilla sabato 8 febbraio al mattino per un’assemblea che informerà la cittadinanza sull’ennesimo scempio ecologico che interesserà Favazzina (Rc) con un progetto energetico (?) di impatto straordinariamente devastante non solo sul luogo specificato ma per tutto lo stretto di Messina. Parliamo di un invaso idrico posto a circa 600 metri sul livello del mare che raccoglierà l’acqua salata aspirata da idrovore che poi, una volta raccolta, verrà sparata di nuovo giù per produrre energia elettrica ma che ritornerà in mare ad una temperatura di 100°C.
Si è fatto tanto e si continuerà a lavorare non per visibilità, ma unicamente per amore di questa Terra, che ha ancora ecosistemi vitali per chi li abita, umani e non, ma che è costantemente preda di interessi economici privati. Continueremo il nostro cammino con spirito di solidarietà; il nostro motto è e rimane: RINNOVABILI SI’ MA NON COSÌ!!!