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Rifiuti: Procura Corte dei Conti contesta danno erariale da oltre 35 milioni. Due persone citate in giudizio

La Procura regionale della Corte dei conti per la Calabria, coordinata dal Procuratore
regionale Romeo Ermenegildo Palma e a firma del Sostituto Procuratore Regionale dott.
Gianpiero Madeo, a conclusione di un’articolata e complessa attività investigativa svolta dai
finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di finanza di Catanzaro, ha contestato un
danno erariale pari a oltre 35 milioni di euro.
L’iniziativa ha preso in esame l’appalto di un termovalorizzatore e di diversi centri di
stoccaggio nell’ambito della creazione del sistema integrato di smaltimento dei rifiuti
denominato “Calabria Nord” aggiudicato nell’anno 2000 dal Commissario straordinario di
Governo per l’emergenza rifiuti in Calabria.

L’opera, che avrebbe dovuto risolvere gli annosi problemi nella gestione e smaltimento dei
rifiuti nella parte settentrionale della Calabria, non è mai stata avviata e a seguito di un
contenzioso insorto tra la Gestione Commissariale e la società aggiudicataria dell’appalto, ha determinato un danno erariale alla Regione Calabria per l’importo plurimilionario contestato.

In particolare, a seguito di una controversia con l’appaltatore, in prima istanza devoluta alla
cognizione di un collegio arbitrale, l’Ufficio commissariale era stato condannato al pagamento di una rilevantissima somma di denaro sulla base di una pronuncia, che gli inquirenti hanno riscontrato avere diverse gravi criticità. Il lodo veniva quindi impugnato davanti alla Corte d’appello di Roma che, riconoscendo in sede cautelare la fondatezza dei vizi di legittimità eccepiti, disponeva la sospensione dell’efficacia del provvedimento arbitrale.

La pronuncia, favorevole alla parte pubblica, interveniva nelle more della cessazione della
gestione commissariale e della successione della Regione Calabria al Commissario di
Governo in tutti i rapporti giuridici, ivi inclusi quelli processuali è stata, tuttavia, travolta dalla mancata tempestiva riassunzione del giudizio.

Tale inopinata omissione ha quindi determinato l’estinzione del giudizio in appello
favorevolmente incardinato per la parte pubblica e giudizialmente confermato in un
provvedimento esplicito, ed il passaggio in giudicato del lodo arbitrale, già giudicato illecito
dal Giudice di appello.

Gli accertamenti del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Catanzaro hanno permesso
di disvelare la complessa ed articolata vicenda, individuando i connessi profili di
responsabilità amministrativa, allo stato ritenuti imputabili alla condotta gravemente
negligente dell’avvocato incaricato della difesa erariale che ha curato la rappresentanza nel
contenzioso e del dirigente regionale preposto alla adozione delle iniziative per conto della
Regione Calabria, nell’ambito di un desolante quadro di inefficienza e disorganizzazione della macchina amministrativa regionale.

Per quanto sopra, i due soggetti citati in giudizio dovranno rispondere, ciascuno per una quota parte del 50%, del danno derivante dalla perdita per la Regione Calabria della possibilità di vedere riformata la pronuncia arbitrale, che la Procura contabile ha ritenuto essere elevatissima, quantificandola nel 90% del nocumento complessivo cagionato alle casse pubbliche pari a circa € 40.000.000,00.

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