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Pesca, Nesci (FdI-Ecr): “Basta restrizioni europee che mettono in ginocchio settore importante per l’economia italiana”

“Il Piano d’Azione della Commissione dimostra in maniera chiara e precisa come l’unico obiettivo sia quello di ostacolare ogni attività di pesca in nome di un idealismo ecologico a dir poco oltranzista” – è quanto ha dichiarato l’eurodeputato Denis Nesci intervenendo in Plenaria a Strasburgo.

“Assurdo ancora una volta imporre restrizioni ad un settore tra i più colpiti dalle recenti crisi globali, mettendo addirittura al bando, in maniera arbitraria, la pesca a strascico che rappresenta in molte zone costiere l’unica fonte di sostentamento. Per questo – sottolinea l’esponente di Fratelli d’Italia – nel corso della Plenaria, abbiamo votato una relazione che mette in luce le molteplici lacune di questo discutibile piano d’azione dando voce alle istanze di un settore da troppo tempo tartassato da una miriade di obblighi. Inoltre nell’ambito dell’attuazione del regolamento relativo all’organizzazione comune dei mercati nel settore dei prodotti della pesca e dell’acquacoltura, ci siamo impegnati per una maggiore trasparenza e tracciabilità dei prodotti importati e affinché la denominazione commerciale di “pesce” o di “specie di pesci” sia riservata, nel mercato unico, solamente ai prodotti della pesca o dell’acquacoltura di origine animale, scongiurando pericolose imitazioni. Garantire la sicurezza alimentare, l’autonomia strategica dell’UE e una parità di condizioni con i paesi non appartenenti all’UE, dovrebbero essere gli obiettivi prioritari da perseguire, e chiediamo con forza, di interrompere questa imposizione sproporzionata di regole penalizzanti solo per i nostri pescherecci. Perché il solo effetto che ne sta scaturendo è quello dell’incremento delle importazioni di prodotti derivanti da attività non trasparenti e che porgono il fianco a percorsi deregolamentati. Noi siamo e saremo sempre dalla parte dei pescatori – conclude Nesci – e faremo tutto il possibile per tutelare uno dei settori produttivi più importanti per l’economia italiana”.

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