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Ponte sullo Stretto, il viceministro Rixi e il sindaco Falcomatà a confronto: “Grande scommessa per l’Italia, ma non si penalizzino le risorse del Mezzogiorno”

“Una scommessa per la Sicilia e la Calabria, per l’Italia e per l’intero continente europeo”

Queste le parole di Edoardo Rixi, viceministro delle infrastrutture e dei trasporti, nel corso del suo intervento a Reggio Calabria incentrato sulla discussione riguardante la realizzazione di quella che da molti è considerata un’opera strategica fondamentale per il nostro Paese.

“Il cambiamento politico degli ultimi anni – spiega Rixi – tutto quello che abbiamo subito a livello economico a partire dalla guerra in Ucraina con l’aumento dei costi sull’energia, ha fatto capire quanto il nostro paese sia fragile seppure in una situazione di centralità a livello geoeconomico del mondo.”

“Noi siamo al centro del mondo – continua il viceministro – ma subiamo e abbiamo subito tutta una serie di situazioni derivanti da variabili che non erano nel nostro controllo. Tutto questo cosa c’entra con il Ponte sullo Stretto? C’entra perchè oggi la grande scommessa è quella di tornare ad avere un ruolo centrale nella politica mediterranea, e quindi tornare a far capire che l’Italia è in grado di fare grandi cose. Tutto questo è in nostro potere così come è accaduto per le generazioni precedenti, e lo deve essere perchè non possiamo rischiare che l’Italia abbia un glorioso passato e uno scarso futuro. Oggi dobbiamo tornare ad essere quegli italiani che credono nella loro capacità di saper fare. ”

“Tornare a fare una grande scommessa come quella del Ponte sullo Stretto che significa riprendere in mano un’opera che era in programma fin dagli anni 70 e che poi era stata abbandonata nonostante gli impegni presi a livello internazionale. Oggi dobbiamo recuperare la capacità italiana di costruire grandi opere, per far capire che gli italiani sono in grado di fare cose non solo in Italia ma nel Mezzogiorno d’Italia.”

“Dobbiamo capire che così, portando lo sviluppo, si contrastano anche le infiltrazioni mafiose. Gli investimenti in questo senso sono un aspetto fondamentale per cambiare il paradigma di questo paese. Il ponte sullo stretto offre all’Italia la possibilità di diventare un hub logistico, energetico e industriale importante anche per l’intera Europa che a partire dalla guerra in Ucraina è andata in forte crisi.”

“In Italia attualmente c’è grande capacità finanziaria sugli investimenti, che ammontano a circa 200 miliardi per le sole infrastrutture, il che rivela anche la capacità nazionale di impiegare i soldi che arrivano dall’Europa e in questo senso occorre metterci in testa che non possiamo più permetterci di restituire fondi europei che non siamo in grado di spendere. E più che mai in questo ambito il Ponte si rivela strategico, una grande opportunità.”

Secondo Rixi dunque il Ponte permette soprattutto l’impiego e l’utilizzo fruttuoso di tutte quelle risorse difficili da spendere e che non trovano spesso destinazione.

Di differente avviso si dimostra invece la posizione del sindaco di Reggio, Giuseppe Falcomatà, il quale sostiene che non sia opportuno sottrarre risorse a Regioni che hanno bisogno di infrastrutturazione: “Quello che ci rammarica è il fatto che ad oggi nel sistema di finanziamenti a cui si attingerà per il Ponte, una parte di questi siano attinti dalle risorse di sviluppo e coesione 2021-2027 appannaggio di Sicilia e Calabria: si tratta di risorse che sfiorano i 700milioni di euro e che svolgono un ruolo marginale per ciò che riguarda la realizzazione del ponte, e che invece sono rivoluzionarie e decisive per i nostri territori. Sono risorse che dovrebbero essere e figurare come aggiuntive rispetto a quello che è lo stanziamento ordinario. Perciò sarebbe forse il caso di riequilibrare questa scelta”.

“Il nostro approccio, quello della nostra amministrazione alla realizzazione del Ponte non è assolutamente di carattere ideologico” – specifica il Primo Cittadino – perchè quando si parla di infrastrutture ed opere pubbliche si tratta di opere strategiche che non hanno colore politico, ma che sono semplicemente utili o meno, belle o meno ed è questo il caso del Ponte”.

“Un’opera certamente funzionale allo sviluppo dei nostri territori. E rispetto a questo, non abbiamo mai fatto mistero di voler cogliere le opportunità connesse alla realizzazione dell’opera, motivo per cui riteniamo che sia necessario partecipare al dibattito alla discussione circa gli aspetti concreti di questa realizzazione”.

“E’ il territorio – spiega Falcomatà – che deve diventare protagonista, proprio perchè il Ponte rappresenta un tassello di un sistema più complesso di rapporti e trasporti, all’interno del quale svolgono un ruolo fondamentale tutte le altre attività e opere che possono essere comprese in questo sistema”. E’ evidente che sia necessario ragionare in maniera integrata rispetto al Ponte, e questo ci aiuta anche a uscire dall’isolamento nel quale si trovano i nostri territori”

 

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