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Emergenza migranti, Piantedosi incontra ministro dell’interno tunisino: “Hotspot Lampedusa saturo, oltre in 500 trasferiti a Reggio Calabria”

Torna a riempirsi l’hotspot di Lampedusa e i pescatori dell’isola proclamano il 19 luglio lo stato di agitazione. Nella stessa giornata, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, riceve a Roma il suo omologo tunisino, Kamel Fekih. L’hotspot di Lampedusa è di nuovo affollato con oltre 3 mila migranti, nonostante il coinvolgimento di aerei, traghetti di linea e navi militari per i trasferimenti.

E sale la protesta dei pescatori dell’isola, che hanno dichiarato lo stato di agitazione. La maggioranza delle barche parte dalle coste tunisine e il 19 luglio il ministro dell’Interno di Tunisi, Kamel Fekih, è stato ricevuto a Roma dal suo omologo, Matteo Piantedosi. Nella capitale italiana, inoltre, domenica 23 luglio è in programma la Conferenza internazionale sulla migrazione, dove è atteso il presidente tunisino Kais Saied insieme ad altri capi di Stato e di governo di Paesi mediterranei.

Nel 2023 +140% di arrivi rispetto all’anno scorso Nelle settimane più calde per la pressione migratoria, dunque, il governo italiano continua a tessere la sua tela in Africa e in Europa con l’obiettivo di frenare le partenze. Nel 2023 sono già arrivate via mare 81mila persone, il 140% in più rispetto alle 33mila registrate nello stesso periodo dello scorso anno. Piantedosi guarda con ottimismo all’appuntamento di domenica, che “segna un passo importante e conferma la visione di interesse verso il Mediterraneo, riportato dal nostro governo al centro dell’agenda europea”.

L’incontro con Fekih, ha proseguito il ministro, “è stata l’occasione per condividere problemi e prospettive e per confrontarsi sulla necessità di coinvolgere in un progetto complessivo anche i Paesi di origine dei flussi di migranti e i Paesi confinanti”. Piantedosi ha apprezzato “gli sforzi della Tunisia per rendere operativa l’implementazione della cooperazione rafforzata e il contrasto al traffico degli esseri umani”.

Se metà degli 81mila arrivi del 2023 sono partiti dalle coste tunisine, altrettanti sono stati riportati indietro dalle motovedette di Tunisi. E un contributo determinante nel frenare questo flusso – è la speranza del governo – arriverà dal Memorandum d’intesa firmato domenica scorsa dalla Tunisia con l’Ue, che stanzia 105 milioni di euro per il contrasto dell’immigrazione illegale, oltre che dagli aiuti che Roma continua a concedere, anche in termini di mezzi. Stato d’agitazione dei pescatori, ‘paghiamo l’emergenza’ Nel frattempo, però, i barchini continuano ad attraversare il Mediterraneo centrale, diretti soprattutto a Lampedusa.

Oltre alla nave Dattilo della guardia costiera impegnata da giorni nei trasferimenti, per alleggerire l’hotspot mercoledì si è mossa anche la nave Cassiopea della Marina militare, che ha trasferito a Reggio Calabria 500 migranti.

Coinvolto, inoltre, un aereo charter con 180 persone, mentre altre 180 hanno lasciato l’isola in serata con il traghetto di linea per Porto Empedocle. Non ci sta il presidente del consorzio dei pescatori di Lampedusa, Salvatore Martello: “È chiaro che le due navi che collegano le Pelagie con il resto della Sicilia sono diventate dei taxi per i migranti e non riescono più a garantire il regolare trasporto del nostro pescato e dei passeggeri lampedusani. La categoria dei pescatori quindi, dichiara lo stato di agitazione sin da oggi”, ha detto, e ci sono discussioni in corso sulle perdite economiche causate al settore dal mancato arrivo o dai ritardi delle navi di linea, utilizzate soprattutto per il trasporto dei migranti.

“Il quadro è molto chiaro. Nei prossimi giorni chiederemo di essere ricevuti dal presidente della Regione, Renato Schifani, per prospettargli le nostre problematiche”, ha annunciato Martello. “Capiamo bene quali sono le difficoltà oggettive che si stanno vivendo a causa delle migliaia di migranti che approdano sulla nostra isola, ma non credo sia giusto che a pagarne le conseguenze debbano essere i pescatori. Qualora il presidente non ci riceverà o non troverà una soluzione al nostro problema, siamo disposti a scioperare e bloccheremo il porto per tutta la durata dello sciopero”, ha aggiunto.

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