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Il Tribunale di Paola saluta il procuratore capo Pierpaolo Bruni: “6 anni di professionalità e lavoro di squadra”

Il Tribunale di Paola ha salutato il procuratore capo Pierpaolo Bruni che dopo sei anni ha lasciato la Procura del Cosentino e da alcuni giorni ha preso servizio a Santa Maria Capua Vetere. Lo scorso 4 maggio il Csm ha indicato il magistrato crotonese alla guida di una delle Procure piu’ ambite del Sud Italia. Questa mattina, nel Tribunale di Paola, si e’ svolta una cerimonia di saluto alla quale hanno partecipato tutti i magistrati che hanno lavorato con il procuratore Bruni, i rappresentanti della Polizia giudiziaria, il presidente del Tribunale, i dirigenti della Polizia e i rappresentanti dell’Arma dei carabinieri, dagli avvocati, ma soprattutto tutto il personale amministrativo con il quale il procuratore Bruni ha lavorato a stretto contatto per sei anni. A tutti loro e’ stato rivolto il suo sentito e profondo ringraziamento per aver creato quello spirito di squadra e di lavoro sinergico che in soli sei anni ha portato tutta la Procura a raggiungere risultati eccellenti in termini professionali.

Ringraziamenti reciproci gli sono stati rivolti anche dal direttore amministrativo Paola Cassano, dal presidente della sezione penale del Tribunale Salvatore Carpino; dal presidente della Camera penale Massimo Zicarelli; dal presidente dell’Ordine degli avvocati Gianfranco Parenti. Ma a loro Bruni ha rivolto parole di gratitudine perche’ ognuno di loro ha dimostrato, giorno dopo giorno, professionalita’ e dedizione al lavoro oltre a doti umane. Tutto cio’ ha consentito di condurre importanti e delicate inchieste contro la pubblica amministrazione, contro i colletti bianchi e anche indagini sulla sanita’ cosentina.

Tanti i sindaci arrestati e condannati per corruzione, amministratori ritenuti colpevoli nei diversi gradi di giustizia. Diverse indagini – che Bruni ha condotto con tutta la squadra di colleghi e con il personale di polizia giudiziaria – spesso hanno oltrepassato i confini regionali. La Procura paolana e’ finita sotto i riflettori nazionali un anno fa quando le indagini, coordinate da Pierpaolo Bruni, portarono all’arresto di Massimo Ferrero, ex patron della Sampdoria. Dall’inizio del suo insediamento le sue indagini hanno travolto amministrazioni comunali non solo con blitz e arresti, ma soprattutto con sentenze, patteggiamenti e processi conclusi in tempi rapidissimi. Sindaci arrestati e condannati perche’ avrebbero “cucito a tavolino” appalti e bandi poi vinti da parenti e amici. Sotto la lente dei pm sono finiti anche ex consiglieri regionali accusati di voto di scambio e corruzione.

Nel 2020, in pieno Covid, la Procura di Paola in controtendenza con l’andamento nazionale sui tempi della giustizia, ha raggiunto ottimi risultati: a leggere numeri e statistiche aggiornate, “la durata media totale dei tempi di definizione dei fascicoli noti” e’ stata di soli 140 giorni. Il 78% dei dibattimenti penali e’ arrivato a condanna in tempi rapidi. Se poi si guarda a un periodo limitato – dal 3 giugno 2019 al 3 giugno 2020 – sono stati definiti 2.449 procedimenti noti, 3.239 ignoti, 1.994 cosiddetti “fatti non costituenti reato” e 346 di competenza del Giudice di pace. Numeri che vengono aggiornati, appunto, dalle recenti sentenze in fase Gup/Gip e che fanno emergere, inoltre, i risultati di innovativi metodi di lavoro.

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