La Direzione Investigativa Antimafia, articolazione del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, e il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, coordinati dalla Dda reggina diretta dal procuratore Giovanni Bombardieri, hanno dato esecuzione ad un provvedimento con il quale il Tribunale di Reggio Calabria – Sezione Misure di Prevenzione ha disposto l’applicazione della misura di prevenzione dell’amministrazione giudiziaria – ex art. 34 del codice antimafia – nei confronti di una società per azioni con sede nella città di Catania. Si tratta del noto marchio “Eurospin”, operante nel settore della grande distribuzione alimentare, è presente con oltre 100 punti vendita in Calabria e Sicilia, con un fatturato annuo di circa 900 milioni di euro e 2500 dipendenti.
Il complesso esame degli elementi d’indagine, tra cui le risultanze dell’Operazione Planning, sempre condotta dalla Dia e dal Nucleo Polizia Economico-Finanziaria di Reggio, avrebbe disvelato la sussistenza di uno stabile rapporto di oggettiva agevolazione tra l’esercizio delle attività economiche dell’impresa – in particolare l’espansione commerciale sul territorio – ed esponenti della ‘ndrangheta o collusi con questa. Difatti, spiega la GdF, l’edificazione e la ristrutturazione di alcuni punti vendita presenti nella città e nella provincia del capoluogo reggino sarebbero avvenuti attraverso imprese, formalmente intestate a prestanome, ma, di fatto, gestite da imprenditori contigui alla criminalità mafiosa locale, favorendo anche in maniera indiretta l’arricchimento delle consorterie criminali.
In tale contesto sarebbe emerso che l’infiltrazione mafiosa avrebbe fortemente condizionato le scelte aziendali dell’impresa committente. Pertanto il Tribunale, allo stato del procedimento e fatte salve le future valutazioni nel merito, avendo rilevato la sussistenza di sufficienti indizi per ritenere che l’attività posta in essere nella gestione dell’impresa, seppur colposamente, abbia agevolato imprenditori che operavano nell’interesse della ‘ndrangheta, ne ha disposto l’amministrazione giudiziaria per il periodo di un anno, al fine di arginarne la contaminazione mafiosa.