«Camminare per uno scopo comune, altrimenti la Calabria resterà per sempre una terra senza futuro».
In vista delle elezioni Politiche del prossimo 25 settembre, “Noi Moderati” a Bovalino rafforza l’alleanza.
La riunione tra candidati, quadri e dirigenti dei partiti che compongono la coalizione centrista (“Noi con l’Italia”, “Italia al Centro”, “Coraggio Italia” e “UdC”) è servita a puntellare un’idea che si basa su buona politica, progetti fattibili e amore verso i territori.
«Dobbiamo lavorare in vista di un risultato che si prospetta positivo per un reale cambio di marcia della Nazione» ha sottolineato Sebastiano Primerano introducendo i lavori.
Affidabilità e concretezza, inoltre, sono la ricetta proposta dalla candidata alla Camera Serena Anghelone per governare il Paese.
«Il Pnrr va utilizzato non per appianare la mala gestione passata ma deve essere inteso come opportunità di crescita – ha evidenziato -. Necessario, dunque, fare leva su progetti che impediscano ai giovani di lasciare la Calabria».
Poi il conclusivo, con tanto di pronostico, sguardo ai numeri.
«Supereremo il 3% con un risultato che ci servirà a confermare di essere i “veri” centristi del Paese».
L’onorevole Francesco Bevilacqua, invece, capolista al Senato, ha parlato di una battaglia che necessita di esperienza e gioventù, rifuggendo anacronistici conflitti intergenerazionali, oltre che di unione di intenti interpartitici
«Il mio impegno – ha evidenziato – sarà tutto indirizzato a premiare la meritocrazia e contribuire a modificare il destino della nostra terra. Ecco perché occorre diffidare dai sondaggi farlocchi e fare “pressione “ su chi non vuole andare a votare».
Bevilacqua ha anche parlato del «territorio calabrese bello e abbandonato, in parte per responsabilità della politica e in parte per le difficoltà issate dal potere criminale non facile da contrabbattere».
Nelle sue intenzioni ci sono il rilancio commerciale del porto di Gioia Tauro, gli scambi culturali con Medio Oriente e Africa, non per omologarli ma evidenziarne le differenze con il supporto delle Università.
«Farei della Calabria un cantiere archeologico per visitare chiese, castelli, siti culturali e naturali, magari recuperando anche i vecchi mestieri – ha concluso-. Un progetto che esalti il bello della regione, valorizzandone borghi e popolazioni».
Per il già deputato Nino Foti, infine, capolista alla Camera, non è ammissibile che il Mezzogiorno continui a piangersi addosso e ad avere un’Italia ancora divisa in due.
«I soldi ci sono e possono cambiare la Calabria – ha ammonito -. Occorre vigilare su come vanno come spesi e indirizzati. Soprattutto, occorre sostenere gli amministratori locali per impedire che i fondi non vengano utilizzati o, peggio, spesi altrove. Il potere da solo non basta, serve fantasia nell’esercitarlo».
Foti ha anche insistito sull’idea di una Calabria sud nel sud e del territorio Reggino, mezzogiorno della regione, con tutte le sue criticità
Esemplificandole ha parlato degli aeroporti che non funzionano e della lentezza dei treni, senza disdegnate uno sguardo sul “sogno” alta velocità.
«La tratta “Reggio Calabria – Roma” ha un senso se diventa tre ore, altrimenti sono solo annunci propagandistici e promesse senza senso. Facciamo leva sul Pnrr, che può e deve impedire sul piano imprenditoriale l’ecatombe di investimenti e lavoro» il suo ragionamento.
Poi ha concluso: «La Calabria se vuole cambiare marcia deve liberarsi dell’abitudine di essere assistita».