“Al momento si tratta chiaramente di un compromesso al ribasso. Sul passaggio di funzioni tra pm e giudice ‘Tertium non datur’: o lo si consente sempre oppure mai. Scegliere la terza strada, e cioè quella di limitare il passaggio delle funzioni ad una volta sola, sembra da parte del legislatore un ‘vorrei separare le carriere tra pm e giudice ma non posso altrimenti qualcuno si arrabbia’. La separazione delle carriere, inutile negarlo, è oramai diventato un dibattito di dominio pubblico. Penso che il tema centrale sia garantire la terzietà di chi è chiamato a giudicare, che deve essere indipendente tanto dalla accusa quanto dalla difesa”. Così all’Adnkronos Luca Palamara, ex membro del Consiglio superiore della magistratura ed ex capo dell’Anm, dopo l’ampio accordo in maggioranza sulla riforma del Csm e dell’ordinamento giudiziario.
“Quanto alla riforma della legge elettorale del Csm – osserva – il sorteggio dei distretti non elimina in alcun modo lo strapotere delle correnti, ma in realtà cristallizza quello che è avvenuto fino ad ora per i collegi dei giudicanti, dove ad ogni candidato giudice le correnti assegnano i distretti presso cui svolgere la campagna elettorale”. Sulle porte girevoli, sottolinea poi Palamara, “il fenomeno non può essere limitato solo a chi si candida alla vita politica, ma deve inevitabilmente coinvolgere anche chi è chiamato dalla politica a ricoprire incarichi istituzionali quali authority e ruoli apicali nei ministeri. E in questi luoghi, infatti, che per primo si crea la commistione tra politica e magistratura”.