Con il patrocinio della Città Metropolitana di Bologna, il prossimo 24 giugno sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, sarà disponibile la conversazione relativa alla conversazione sul tema “1922-2022: nel centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini”, a cura del Circolo Culturale “L’Agorà”. Primogenito di Carlo Alberto Pasolini, tenente di fanteria, e di Susanna Colussi, maestra elementare. Il padre, di vecchia famiglia ravennate, di cui ha dissolto il patrimonio sposa Susanna nel dicembre del 1921 a Casarsa, poi il trasferimento a Bologna.
Nel 1945 Pasolini si laurea discutendo una tesi su Giovanni Pascoli, successivamente si stabilisce definitivamente in Friuli. Qui trova lavoro come insegnante in una scuola media di Valvassone, in provincia di Udine. In questi anni comincia la sua militanza politica. Nel 1947 si avvicina al PCI, cominciando la collaborazione al settimanale del partito “Lotta e lavoro”. Diventa segretario della sezione di San Giovanni di Casarsa, ma non viene visto di buon occhio nel partito e, soprattutto, dagli intellettuali comunisti friulani. Successivamente venne espulso dal partito comunista a causa della sua omosessualità, ma interpretò meglio dello stesso partito i principi di uguaglianza e fratellanza. Nel 1955 viene pubblicato da Garzanti il romanzo “Ragazzi di vita”, che ottiene un vasto successo, sia di critica che di lettori. Il giudizio della cultura ufficiale della sinistra, e in particolare del PCI, è però in gran parte negativo. Negli anni ’60 Pasolini passa al cinema: il suo esordio alla regia è il film Accattone (1961), trasposizione dei temi letterari di Ragazzi di vita e Una vita violenta. Altri film di questi anni da ricordare, di cui firma sempre la sceneggiatura, sono Mamma Roma (1962), Il vangelo secondo Matteo (1964), Uccellacci e uccellini (1965), Edipo re (1967), Teorema (1968) e Medea (1969). Nei primi anni ’70 Pasolini si dedica al progetto cinematografico, chiamato “trittico della vita”, che comprende tre film: Il Decameron (1971), tratto dalle novelle di Boccaccio, I racconti di Canterbury (1972), tratti dall’opera di Chaucer, e infine Il fiore delle Mille e una notte (1974).
A partire dal 1973 Pasolini comincia a collaborare con il “Corriere della Sera”, con articoli di argomento politico e di costume, che verranno poi raccolti nel 1975 in Scritti corsari e nel postumo Lettere luterane (1976). Nel 1975 realizza quello che sarà il suo ultimo e più discusso film, Salò o le 120 giornate di Sodoma. Ispirato dall’opera del marchese de Sade, Pasolini ambienta le vicende del film nella Repubblica di Salò, dove quattro alti membri del partito rapiscono un gruppo di ragazzi e ragazze per soddisfare le loro perversioni sessuali. Tenuto conto dei protocolli di sicurezza anti-contagio e dei risultati altalenanti della pandemia di COVID 19 e nel rispetto delle norme del DPCM del 24 ottobre 2020 la conversazione sarà disponibile, sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, a far data dal 24 giugno.