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Applausi a Crotone per il recital del pianista Jae Hong Park, vincitore del Premio “Ferruccio Busoni”

Applausi e ancora applausi sono stati il filo conduttore del recital che il superbo pianista   Jae Hong Park, vincitore del prestigioso Concorso Internazionale “Ferruccio Busoni” ha tenuto nella bellissima Chiesa dell’Immacolata, Sabato 12 Novembre, per la Società Beethoven Acam di Crotone, nell’ambito della “Stagione Concertistica 2022” V Edizione.

Erano anni che l’Associazione tentava di assicurarsi un artista cosi prestigioso, ci ha rivelato il Direttore artistico M° Fernando Romano.

E le aspettative sono andate oltre ogni previsione. Il pubblico Crotonese ha dimostrato    (non avevamo dubbi) di saper apprezzare, ricambiando  con  affetto  la superba esecuzione che l’Artista ci ha regalato.

Il programma, particolarmente bello, ma di grandi difficoltà tecniche interpretative, comprendeva:

  1. Schumann – “Arabeske in Do Magg. Op. 18” , “Sonata n. 1 Op. 11”   Introduzione,    A. Scriabin . “Sonata n. 3 Op. 23” ,    C. Franck –  “Prélude, Choral et Fugue,   in Si min. FWV 21” .

Park, con una facilità sorprendente e una capacità di approccio della tastiera unico, dopo il primo brano ha affrontato la monumentale sonata di Schumann, evidenziandone la poderosa energia  emotiva  prorompente, rivelando un mondo in ebollizione  ove antico e nuovo si mescolano  tra loro, come un significato più recondito collegato al sogno e alla manifestazione delle facoltà più creative della mente umana.

Una dimensione onirica che si coglie nella parte centrale la cui energia spalanca le porte all’immaginario.

Particolarmente accattivante la lettura della Sonata di Scriabin, dove la cura del suono agisce anche negli spigoli appuntiti delle frasi, nella complessa rete polifonica facendo emergere allucinazioni quasi Kafkiane che portano alla luce universi psichici febbrili, visionari.

Ultimo brano in programma, il monumentale “Preludio, Corale e Fuga” dI C Frank, pagine che evidenziano un caleidoscopio emotivo, che passa dalla luminosa tenerezza al dramma corrusco, dal lirismo elegiaco alla più esuberante allegrezza.

Il fraseggio curato nei minimi particolari, sempre misurato, elegante, attento a porre in rilievo particolari a volte secondari.

Una impostazione dell’intera esecuzione che diventa auto esplorazione dell’inconscio, alla ricerca di una pace finalmente raggiunta.

Vera esplosione di emozioni incontenibili, che il pianista ha ricambiato con un bis con musiche di Bach.

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