“Mi sono scocciato di sottostare alla legge del vivere civile che ti assoggetta a dire sì senza convinzione quando i no, convintissimi, ti saltano alla gola come tante bolle d’aria” - Eduardo De Filippo
HomeAgoràAgorà Cosenza“La migrazione: tra perdita e rinascita”, giornata di confronto e riflessione a...

“La migrazione: tra perdita e rinascita”, giornata di confronto e riflessione a Paola

Si è conclusa con partecipazione e intensità emotiva la quarta edizione di Madre Calabria, l’evento culturale ideato e promosso dall’Associazione Tirrenide, che ha scelto quest’anno il tema “La migrazione: tra perdita e rinascita” come filo conduttore di un’ intera giornata di riflessione, confronto e spettacolo.

Un successo pieno, che ha ribadito la qualità dell’iniziativa, capace – si legge in un comunicato stampa – di unire passato e presente, memoria e visione, voci popolari e giovani pensieri in un unico grande racconto collettivo. “Madre Calabria” ha saputo risvegliare una coscienza condivisa sul fenomeno migratorio, riconoscendone non solo il dolore e la distanza, ma anche il valore umano, culturale e simbolico.

«In un tempo in cui si alzano muri e si restringono orizzonti – ha affermato Maria Cavallo, presidente dell’Associazione Tirrenide – noi scegliamo di raccontare le migrazioni come origine di ricchezza, come possibilità di incontro, scambio, trasformazione. “Madre Calabria” è un gesto culturale e politico, è un invito a guardare le radici per costruire il futuro».

La giornata si è aperta con il contributo degli studenti del Liceo “G.Galilei” di Paola,protagonisti del progetto La mia terra, che ha portato sul tavolo riflessioni e narrazioni autentiche su cosa significhi oggi essere giovani in Calabria. Un laboratorio di memoria e identità, che ha dato voce alle nuove generazioni, stimolandole a riscoprire il territorio come bene comune e risorsa da ripensare.

Il momento centrale è stato la tavola rotonda nella centrale Piazza del Popolo, in cui accademici, studiosi e rappresentanti delle comunità minoritarie, hanno offerto uno sguardo lucido e articolato sulle migrazioni storiche e contemporanee, evidenziando come la Calabria sia stata ed è ancora terra di partenze, ma anche di ritorni, accoglienze e convivenze tra culture. Le esperienze delle comunità arbëreshë, grecanica e valdese hanno testimoniato concretamente la forza vitale della diversità.

A chiudere la giornata, lo spettacolo Calabria Cantastorie ha rappresentato il momento più coinvolgente e identitario: un viaggio emozionante nella tradizione orale attraverso canti e cunti” che hanno dato voce alla storia migrante dei calabresi.

Fra i brani presentati nelle loro esibizioni, Biagio Accardi, con La Strina, ha proposto un canto identitario di accoglienza e festa, espressione di un’umanità che sa fare spazio all’altro come parte di sé.

Nino Racco ha reinterpretato con straordinaria forza drammatica il celebre brano di Ignazio Buttitta: “Lu Trenu di lu suli sulla tragedia delle miniere in Belgio di Marsinelle, incarnando Turi Scordu, solfataro ed emigrante, simbolo di una generazione spezzata.

Nando Brusco ha fatto vibrare la piazza con i suoi tamburi ancestrali: ritmo e rito, memoria e mito, in un’esibizione che ha dato corpo all’idea che “la canta un tamburo la storia del mondo”.

Il rito della sversa delle lenzuola”, evocato con grande potenza simbolica, è stato invece cantato da Francesca Prestia, unica cantastorie donna in Calabria, che con stile ed eleganza ha ricordato l’amore sospeso delle coppie divise dalla partenza degli uomini.

Rocco Jenco ha celebrato, in musica, la figura di San Francesco da Paola, il più popolare tra i calabresi, come emblema di spiritualità migrante e protettore di tutti i viaggiatori.

Infine, Fulvio Cama che, dopo aver fatto danzare col suo “Strettangolo Jonio e il Tirreno sulle note di Astor Piazzola, ha commosso il pubblico con Lampedusa, canto che racconta la tragedia dei naufragi nel Mediterraneo, ricordando le migrazioni di oggi come ferite ancora aperte.

Con questa edizione, sotto la Direzione Artistica di Maria Cavallo, Madre Calabria si conferma un appuntamento culturale di alto valore, che ha saputo rinnovarsi senza perdere l’anima. Una narrazione fuori dagli stereotipi, che intreccia storia e futuro, suoni e parole, identità e speranza. Un invito collettivo a restare in ascolto della nostra terra e a rileggerla come punto di partenza per un domani condiviso.

Articoli Correlati