“Credo che non ci sia sogno più bello di un mondo dove il pilastro fondamentale dell'esistenza è la fratellanza, dove i rapporti umani sono basati sulla solidarietà, un mondo in cui siamo tutti d'accordo solla necessità della giustizia sociale e ci comportiamo di conseguenza” - Luis Sepúlveda
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La lettera di un gruppo di docenti del Cosentino sui fatti di Pisa: “Ai nostri ragazzi spieghiamo che la violenza non è mai accettabile”

Riceviamo e pubblichiamo: 

Come insegnanti, educatori e personale della scuola esprimiamo profondo sgomento
verso quanto accaduto a Pisa nei giorni scorsi, dove giovani minorenni, che
manifestavano spontaneamente e pacificamente davanti alla propria scuola, sono stati
inseguiti e dispersi dai manganelli delle forze dell’ordine.

La scuola, che -come ci ricorda Liliana Segre – è da considerarsi un tempio della
democrazia, venerdì scorso a Pisa si è trasformata in un teatro di violenza.
Il Presidente Mattarella è intervenuto tempestivamente sulla questione, ricordando
che va tutelata la libertà di manifestare le proprie opinioni e che con i ragazzi i
manganelli esprimono un fallimento, poiché non è con strumenti come questi che si
misura l’autorevolezza delle forze dell’ordine.

Non occorre avere esperienza nel campo dell’istruzione per riconoscere che la
disciplina ferrea e la soppressione del dissenso non hanno mai avuto l’effetto di
educare. In un ambiente culturale sempre più desertificato e prosciugato di qualsiasi
tensione ideale, ciò che facciamo quotidianamente è spiegare ai nostri ragazzi che la
violenza non è mai accettabile, che la storia della nostra Repubblica è storia di lotte
democratiche, che è grazie al sapere e alla conoscenza che si cresce, che ci si realizza
e che si conquista la libertà, senza la quale – come diceva Nuto Revelli- non si vive,
si vegeta.

Le nostre scuole sono presidi democratici, a esse la Costituzione assegna la funzione
di concorrere alla costruzione e alla diffusione della cittadinanza, del civismo, della
solidarietà, della formazione delle nuove generazioni. Non è il culto della cieca e
muta obbedienza alle regole che insegniamo ai nostri studenti e alle nostre
studentesse, ma la cultura del rispetto, della pace, dei diritti.

È pertanto ancora più grave ai nostri occhi che qualche giorno fa alla domanda di
partecipazione di quei giovani e giovanissimi, alla loro richiesta di spazi e momenti di
aggregazione, alle loro forse imperfette aspirazioni a vivere in un mondo migliore, si
sia risposto con atti repressivi, umilianti e punitivi. La Costituzione tutela il diritto di
tutti, giovani e meno giovani, a manifestare liberamente e ad esprimere
pacificamente il proprio dissenso. Negare l’esercizio di questo diritto significa
imboccare la strada pericolosa di una involuzione autoritaria.

Il rispetto delle regole che si insegna a scuola è quello dell’adesione consapevole a
una legge condivisa, è questa la via attraverso la quale riteniamo si debba promuovere
il pensiero critico e sviluppare nelle giovani generazioni il senso della legalità.

Firmatari:

Daniela Filice, Ferdinando Aloe, Amelia Rovella, Barbara Marchio, Amalia Spatafora, Rosanna Gallucci, Anna Grazia Dimonopoli, Mazzarelli Gemma, Mariarosaria Canino, Roberta Paciola, Francesca De Luca, Sabrina Borchetta, Teresa Maria Romano, Maria Luce Le Pera, Leonardo Spataro, Salvatore Milito, Assunta Lecce, Silvana Gallucci, Giuseppe Madia, Nicola Abele, Rosa Napoli, Patrizia Baldino, Stefania Vetrini, Claudio Mandoliti, Maria Niccoli, Liana Pucci, Francesca Grande, Rosemarie Spadafora, Joanne Munnerley, Angela Mirabelli, Rossana Elisa De Rose, Andrea Iaconetti, Emanuela Cairo, Maria Felicita Mazzuca, Marina Rampello, Valentina Ruffo, Maria Rosa Tassone, Annamaria Carere, Catia Mele, Rosalba Rizzo, Patty Spadafora, Montalto Rosina, Anna Rita Pupo, Rosanna Tedesco, Marisa Garritano, Antonio Romeo, Eliodoro Loffreda, Mimma Mitidieri, Mariantonietta De Marco, Francesca Costanzo, Fata Bruna Claudia

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