Conclusa la visita in Calabria del professore Massimo Osanna, direttore generale dei Musei italiani per il Ministero della Cultura. Osanna è stato due giorni in Calabria sia per una visita di routine sullo stato dei Musei Calabresi sia per partecipare una serie di iniziative. Nel corso del suo tour è stato accompagnato dal direttore Filippo Demma, responsabile della direzione del Parco archeologico di Sibari e dei Musei della Calabria.
Il referente del dicastero guidato dal Ministro Gennaro Sangiuliano mercoledì è stato a Tortora per l’intitolazione del Museo di Blanda a Gioacchino Francesco La Torre (famoso archeologo) che si è tenuta nella sala consiliare del Comune di Tortora. Una lunga giornata dedicata alla memoria del noto archeologo e studioso scomparso all’età di 63 anni, il 12 giugno 2022. Latorre, lucano e amico di Osanna, già funzionario della soprintendenza calabrese, poi ordinario di Archeologia a Messina, autore di importanti scoperte nell’alto tirreno cosentino e condusse degli scavi a Tortora che portarono al rinvenimento dell’antica città di Blanda. Per questi scavi a Tortora fu nominato prima cittadino onorario e poi, dopo la morte di qualche mese fa, fu decisa l’intitolazione del museo Blanda. La Giunta Iorio disse “sì” all’intitolazione del museo di Blanda al professor La Torre morto il 12 giugno scorso all’età di 63 anni. A Tortora avviò e intensificò negli anni le ricerche sul Palecastro, fino a renderlo uno dei siti archeologici più importanti del Sud Italia. Alla cerimonia c’erano, tra gli altri, il prefetto di Cosenza Vittoria Ciaramella, Filippo Demma, Paola Aurino, Soprintendente per la provincia di Cosenza, il prof. Osanna, appunto, Luigina Tomai, Soprintendente della Basilicata che ha scavato proprio lì a Tortora da giovane archeologa, la vedova, l’attuale sindaco ed altri ex sindaci.
Nei giorni successivi, invece, è stato a Sibari dove ha visitato il Museo, i nuovi magazzini con i reperti, i laboratori dei ragazzi delle scuole di Cassano e ha assistito a Copycat-speranze rinnovabili, un laboratorio organizzato dal Parco di Sibari in collaborazione con il carcere di Castrovillari e al quale partecipano i detenuti che ieri erano in museo (i ragazzi insegnano ai detenuti a riprodurre reperti archeologici con le tecniche della stampa 3d, i reperti riprodotti saranno poi utilizzati per laboratori con persone non vedenti, che li potranno manipolare). Osanna si è detto particolarmente contento di queste attività che aprono il museo alla società civile in tutte le sue forme e questa è una di quelle fondamentali. Dopo Sibari tappa ad Amendolara per una visita a Palazzo Andreassi, nel centro storico, dove sorgerà il nuovo Museo archeologico nazionale di Amendolara intitolato al prof. Vincenzo Laviola, dove saranno esposti i reperti della preistoria e della protostoria dell’intera Sibaritide. Qui è stato accolto da due assessori, Veronica Poeta e Paola Murgieri, e ha visitato anche l’attuale sede del museo e il centro storico di Amendolara.
«Torno qui dopo due anni – ha esordito il prof. Osanna – e ho trovato nel Parco archeologico di Sibari grandi cambiamenti. Anzitutto si riparte con un lavoro di squadra, il Museo è popolato da giovani, nuovo personale, tante collaborazioni con università, centri di ricerca quindi veramente l’impressione di un grande lavoro fatto dal direttore Filippo Demma innanzitutto per rendere vivo questo luogo, frequentato come dev’essere, e poi il grande lavoro fatto con il territorio, altro dato importante, la rete tessuta con chi lo abita, con le comunità, con le associazioni, le istituzioni. Un grande lavoro che ribadisce quello che oggi deve essere il museo e, cioè, non un posto che si visita una volta nella vita ma un luogo di incontro, di confronto, di scambio proficuo, dove si conserva la memoria e si ripensa al nostro passato in chiave contemporanea».