E’ una mostra “esistenzialista” quella che verrà inaugurata alla galleria d’arte Il Leone in Via Aleardo Aleardi 12 a Roma perché come dice il noto critico d’arte Daniele Radini Tedeschi – curatore alla Biennale di Venezia – “i quadri diventano finestre munite di inferriate, grate, cesure dove si inframmezza la vista di un quieto dipinto astratto con un reticolo di linee perpendicolari, per lo più di colore nero, che limitano la funzione stessa del pubblico mettendo in scacco il concetto di fruizione. Prima di Galluzzo solo Franco Angeli con i quadri velati e Mimmo Rotella con la serie blanks (manifesti monocromatici che coprivano i suoi stessi décollage) avevano provato a estromettere l’opera dal quadro, contraddicendo la stessa ispirazione artistica attraverso il filtro disturbante”.
L’esposizione, dal titolo The Cage ossia La Gabbia, comprenderà dieci grandi opere dell’artista originario di Porto Empedocle che ora manifesta una raggiunta maturità estetica rispetto agli esordi dove invece l’indagine era indirizzata da un lato verso la luce e le sue manifestazioni, dall’altro verso l’evocazione di atmosfere sensibili, quasi tangibili ma rarefatte in direzione di una dissoluzione delle forme.
Gli anni Venti del secolo attuale, con i suoi rivolgimenti sociali tra epidemia e guerra, sembrano imporre la necessità di interrogarsi sull’esistenza e Galluzzo lo fa instaurando con l’osservatore un “approccio panottico” per dirla con le parole di Radini Tedeschi, dove il riguardante “smarrisce l’occhio nell’intrico di linee sempre più serrato, cercando una fuga da Alcatraz o perdendosi nelle esplosioni di colore imprigionato”.
L’esposizione sarà curata da Gianni Dunil e Arianna Fantuzzi e aprirà al pubblico il 18 Giugno alle ore 18.00.