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La Reggina vede il traguardo. Tra le tardive rimostranze di chi è rimasto indietro

di Paolo Ficara – Da queste pagine, negli ultimi mesi, non sono mancate le critiche verso l’operato della Reggina. Critiche sferzanti, com’è nel costume del Dispaccio. Siamo attivi dal 2012: per chi avesse tempo, può andare a ritrovarsi qualche articolo anche verso chi, come Lillo Foti, ha scolpito una magnifica e forse irripetibile epopea.

La Reggina, nell’attuare un percorso utile ad abbattere una grossa fetta di mole debitoria – 16 milioni al 30 giugno 2022, diventati sotto l’attuale gestione 22 milioni al 31 dicembre 2022 – ha completamente trascurato l’ordinamento sportivo. Venendo giudicata negligente dagli organi endofederali. E punita con 5 punti – finali – di handicap, ossia la seconda più forte penalizzazione mai subita dagli amaranto, dopo il -11 di Calciopoli.

Gliene abbiamo scritte di tutti i colori al buon Saladini, parlando a nuora affinché suocera intendesse. La Reggina era seconda in classifica, al momento della presentazione in Tribunale del piano di ristrutturazione. Fosse stato tifoso, forse avrebbe cavalcato l’onda del momento. Ha agito da imprenditore. Non gliene faremmo una colpa, se non avesse esposto il club al rischio di sanzioni più elevate. Una vicenda che lascia la Reggina, allo stato attuale, con rapporti deteriorati verso Figc e le altre diciannove compagini della Lega B.

Capitolo a parte meriterebbe il rapporto con staff tecnico e squadra.

Ma al momento, la vicenda ha lasciato il campo della giustizia sportiva. Su quel campo, la Reggina ha perso. Adesso ci si sposta nelle aule del Tribunale Civile di Reggio Calabria. Ed a costo di essere punita dalla Figc, la Reggina ne ha seguito pedissequamente le indicazioni. Nelle ore o nei giorni immediatamente successivi ad un’udienza fissata per venerdì 9 giugno, si avrà il responso collegiale circa l’omologa per l’abbattimento – cospicuo – dei debiti.

A questa udienza sono stati ammessi anche gli avvocati del Brescia, come si apprende dalle notizie pubblicate nelle ultime ore dal Giornale di Brescia, dalla Gazzetta dello Sport e dalle varie agenzie. Il presidente delle rondinelle, Massimo Cellino, contesta la validità del piano di ristrutturazione. E ha sollecitato l’attenzione anche di alcuni ministri, oltre che dei vertici del calcio e dello sport.

Così come la Reggina ha dimostrato di non comprendere i passaggi dell’ordinamento sportivo – o di infischiarsene – alla stessa maniera il Brescia non comprende – o punta su interpretazioni di parte – i vari articoli del codice di crisi impresa. In particolare, quello – già richiamato su queste colonne – in cui si specifica che il giudice può imporre lo stralcio all’Agenzia delle Entrate.

Può anche sembrare immorale, ma non è irregolare.

Peraltro, quello della Reggina non sarà – se passerà l’omologa –  il primo caso in assoluto. La Juve Stabia, sui 6 milioni di debito verso l’Erario, ha ottenuto di versarne solo 500.000 euro. Il cittadino di Roma, di Milano, di Gallipoli, di Preganziol, così come quello di Reggio Calabria o di Brescia, può legittimamente pensare che sia una legge fatta male. Saremmo curiosi di vedere cosa succederebbe, davanti ad un’azienda con 100 milioni di debiti verso il Fisco. Dura lex, sed lex.

In questo percorso, quello prettamente civilistico, la Reggina ha seguito un iter. L’omologa, peraltro, potrebbe non rappresentare per forza l’ultimo passaggio. Ma arriverebbe in tempo – e torniamo all’ambito Figc – per consentire l’iscrizione al prossimo campionato, con un esborso complessivo di almeno 8 milioni tra debiti da saldare in 30 giorni e pendenze arretrate con calciatori e dipendenti. Senza omologa, il conto lieviterebbe a circa 20 mln.

Quindi la sopravvivenza sportiva della Reggina, nell’immediato ossia al 20 giugno, non avendo la palla di vetro per prevedere l’esito di eventuali ricorsi successivi, dipende da due passaggi: il timbro del quarto piano del Cedir, ed i milioni da versare sull’unghia per l’iscrizione. Le rimostranze del Brescia, segnatamente all’udienza di domani venerdì 9 giugno, saranno meno legittime rispetto a quelle del Bologna del compianto Gazzoni Frascara nel 2005.

La Reggina, in questo momento, è come il podista a pochi metri dal traguardo. Le irregolarità di gara sono già state segnalate e punite. Chi è rimasto indietro, sa che è troppo tardi per le rimostranze. Nel 2001 siamo retrocessi dalla Serie A, mentre Alvaro Recoba giocava con il passaporto falso, per dirne una.

Salvo inciampi ad un metro dalla linea bianca, al massimo gli avversari potranno sperare nel test antidoping. Concludiamo con un sincero pensiero rivolto ad un leale avversario come Massimo Cellino, prima con il Cagliari e poi con un Brescia che sembrava potersi salvare, proprio dopo la vittoria a Reggio Calabria: l’augurio è di ritrovarsi presto, sapendo che un navigato dirigente come lui saprà rimediare sul campo ad una stagione negativa.

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