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“I Figli del Minotauro” del catanzarese Attanasio al Salome del Libro di Torino

In controtendenza con la smaterializzazione del cinema e dell’audio vivisivo la Cineteca della Calabria presenta al Salone internazionale del Libro di Torino, presso lo stand della Regione Calabria il cofanetto multisensoriale de Figli del Minotauro / Storie di uomini e animali.  Presenti Giorgia Gargano Assessore alla cultura del Comune di Lamezia Terme e archeologa, ed Eugenio Attanasio  autore e presidente della Cineteca della Calabria.

Ridare fisicità al cinema attraverso l’uso dei sensi,  con una molteplicità di supporti, da vedere, toccare, leggere e sentire: questa è la grande scommessa della nuova edizione de Figli del minotauro/storie di uomini e animali, con libro, edizioni multilanguage ottimizzate per smartphone e tablet, dvd e registrazione del percorso sonoro della transumanza per chi voglia chiudere gli occhi e perdersi nel concerto dei campanacci. Un prodotto realizzato con Antonio Renda, Nicola Carvello e  Guglielmo Sirianni che tra poco sarà diffuso nelle librerie. A sostegno e promozione del film e del libro si è formato un gruppo di operatori,  “figli del Minotauro” appunto, composto fra gli altri da Salvatore Tozzo, Domenico Levato, Giuseppe Gallucci, Elisabetta Grande, Elia Panzarella, Luigi Stanizzi.

Un esperimento che diventa un oggetto tattile, visivo e sonoro, per diffondere il film documentario girato da Eugenio Attanasio, con la partecipazione dell’etnomusicologo Antonello Ricci, sulla transumanza della famiglia Mancuso di Marcedusa che diventa metafora del rapporto tra uomo e bovino, iniziato diecimila anni fa con la domesticazione. Ancora prima però il toro veniva rappresentato dai primi artisti della storia sulle pareti delle grotte con significati ancora a noi sconosciuti. Il documentario segue una famiglia di allevatori nelle stagioni che pratica l’allevamento semibrado delle podoliche, la razza tipica calabrese, ricostruendo ipotesi di caccia primordiale e raffigurazioni parietali; in Calabria è sito uno dei più  antichi  e misteriosi graffiti del mondo, il Bos Primigenius di Papasidero. La civiltà cosiddetta pastorale custodisce un ricco novero millenario di conoscenze; i campanacci diventano  emblemi sonori di questo mondo arcaico ma calato perfettamente nella contemporaneità.

Un lavoro che parte dalla preistoria per compiere una riflessione  sul mito, sull’arte, sull’allevamento non industriale, sul rapporto dell’uomo con la natura e con il territorio. la transumanza è stata dichiarata  dal comitato patrimonio mondiale dell’Unesco, riunitosi  a Bogotà, patrimonio culturale immateriale dell’umanità. I riconoscimenti dell’opera dimostrano come la narrazione della  Calabria può finalmente  emendarsi dall’immagine di terra di n’drangheta, dal peccato originale di essere regione povera e terra di emigrazione, dagli stereotipi più comuni. Nel cast figurano Mattia Isaac Renda, Gianluca Cortese, Salvatore Gullì, Alessandra Macchioni, Franco Primiero, Francesco Stanizzi. E’ così possibile una  nuova via del racconto in Calabria, letterario e cinematografico, cogliendo nel contemporaneo i segni di una civiltà contadina ancora assai vitale.  Ultimi eredi di un mondo ancestrale, gli allevatori calabresi di podoliche, si muovono ancora andando dietro agli animali che si spostano in cerca di pascoli freschi, utilizzando ora il cavallo, ora il pick up, ora il quad, interpretando una modernita ancora sostenibile, dove uomini, animali, e specie vegetali creano un ecosistema.

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