Prosegue a ritmo serrato l’impegno di Ala Antiracket Lamezia a sostegno degli imprenditori lametini vessati dalle richieste estorsive e usurarie dei clan.
Gli episodi criminali legati ai due reati sono cresciuti esponenzialmente negli ultimi tempi, complici la pandemia e la guerra, mettendo in crisi le imprese più fragili e vulnerabili ed esponendole soprattutto al rischio usura, cresciuto quest’anno del 30% come emerge dall’indagine sull’impatto della criminalità per le imprese del terziario, realizzata da Format Research e presentata da Confcommercio.
Oggi Ala supporta le vittime avvalendosi di un nuovo strumento: lo sportello di assistenza attivato dal progetto “Mani Libere”, sostenuto dal Pon Legalità gestito dal Ministero dell’Interno, grazie al quale è in grado di offrire consulenze professionali gratuite a chi decide di denunciare.
Recentemente, come molte volte avvenuto in passato, l’associazione si è costituita parte civile nel processo scaturito dall’operazione “Alibante“, coordinata dalla D.D.A. di Catanzaro, che coinvolge circa trenta imputati, tra cui il boss Carmelo Bagalà e sua figlia Maria Rita (la cui influenza mafiosa si estende lungo tutta la fascia costiera tirrenica catanzarese, nei comuni di Falerna e Nocera Terinese, e sui territori limitrofi, forti anche del legame con la consorteria dei Iannazzo-Cannizzaro-Daponte), accusati a vario titolo di associazione di tipo mafioso, concorso esterno, scambio elettorale politico-mafioso, corruzione, estorsione, consumata e tentata, intestazione fittizia di beni, rivelazione di segreti d’ufficio e turbativa d’asta.
Accanto all’assistenza diretta alle vittime, nel contrasto fattivo al racket e all’usura, la costituzione di parte civile svolge un ruolo fondamentale: consente alla vittima di ottenere alcuni diritti e facoltà, e chiedere il risarcimento dei danni subiti, concedendo all’associazione antiracket di rafforzare la rete di fiducia sul territorio.
In forza di questo, Ala, fin dalla sua costituzione incoraggia e favorisce occasioni in cui i valori dell’educazione e della cultura della legalità vengono diffusi all’interno della comunità in cui opera.
E, grazie alla collaborazione e al supporto della Fondazione Trame, realizza progetti didattici e formativi nelle scuole di ogni ordine e grado del lametino, favorisce la promozione della lettura come strumento di dissenso alla criminalità, organizza il Festival dei libri sulle mafie che si svolge in piazza da oltre un decennio e le tante iniziative che hanno luogo nel centro culturale Civico Trame, sede operativa di Trame e Ala, che coinvolgono anche i più giovani chiamati a conoscere le dinamiche criminali per agire e pensare consapevolmente.
“Perché non è sufficiente l’azione nei tribunali. La lotta alla ‘ndrangheta non può passare solo attraverso i processi e l’azione investigativa“,sostengono i soci di Ala.
Per rendere maggiormente incisive queste azioni, i due enti oggi si rinnovano e si arricchiscono di nuove figure ed energie, che affiancheranno coloro i quali da anni portano avanti la lotta alla mafia nella nostra città.
Il Consiglio Direttivo dell’Associazione Antiracket Lamezia ha dato avvio ad un percorso di rinnovamento interno nominando il suo nuovo presidente, Antonio Butera, e il segretario, Pino Crapella, entrambi soci storici e colonne portanti dell’associazione, e ha accolto l’adesione di nuovi soci che, con le loro denunce, hanno innescato le più recenti inchieste giudiziarie locali.
L’Ala ha inoltre rinnovato il Consiglio d’Amministrazione della Fondazione nominando all’unanimità un nuovo presidente: Nuccio Iovene, da sempre vicino a Trame, è stato parlamentare e consigliere comunale di Lamezia Terme, ha partecipato alla fondazione di “Libera – associazioni, nomi e numeri contro le mafie” nel 1995 e precedentemente nel 1991, quando la mattanza della seconda guerra di ‘ndrangheta era appena finita, è stato promotore con l’Arci nazionale della marcia “Reggio-Archi“, facendo spostare eccezionalmente in Calabria la tradizionale marcia della pace Perugia-Assisi e portando la ‘ndrangheta all’attenzione nazionale. Presidente regionale dell’Arci prima epoi nella presidenza nazionale, è stato anche coordinatore e segretario generale del Forum Terzo Settore, primo presidente dell’organizzazione di garanzia del commercio equo e solidale FairTrade, e tra i fondatori di Banca Etica. Nuccio Iovene succede alla presidenza di Armando Caputo, stimato e apprezzato volto dell’antiracket lametina, storico presidente e socio fondatore di Ala, la cui presenza continuerà ad essere preziosa e determinante all’interno della Fondazione, permanendo in qualità di consigliere insieme a Maria Teresa Morano e Gioacchino Tavella.
Appresa la notizia della sua elezione a presidente della Fondazione Trame Nuccio Iovene ha ringraziato l’Ala , tutti i suoi soci, Armando Caputo ed il consiglio di amministrazione di Trame per la fiducia e innanzitutto per il prezioso lavoro portato avanti in tutti questi anni insieme ai direttori artistici del festival che si sono succeduti (da Lirio Abate a Gaetano Savatteri a Giovanni Tizian), allo staff ed ai giovani volontari che lo animano in ogni edizione. “Il Festival è diventato un appuntamento di rilevanza nazionale e ha più volte richiamato l’attenzione di autori, giornalisti e testate internazionali -ha dichiarato Iovene-. Il Civico Trame è diventato un luogo di aggregazione, documentazione e promozione culturale contro tutte le mafie largamente partecipato. Un patrimonio importante per Lamezia, la Calabria e per il Paese da consolidare e valorizzare nel corso dei prossimi anni, con un lavoro collettivo e con l’apporto di sempre più nuove energie e collaborazioni“.
Con questi nuovi assetti, l’Associazione Antiracket e la Fondazione Trame si consolidano ulteriormente e mettono a disposizione delle istanze del territorio il proprio patrimonio di esperienze e competenze.