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Ponte sullo Stretto, il Mit: “Rassicurazioni sulla qualità del progetto”. Ma Anac avverte: “Troppi vantaggi ai privati senza obblighi””

“Finite le audizioni per il Ponte sullo Stretto. Grande soddisfazione al Mit per le rassicurazioni sulla qualità del progetto, sui benefici dell’opera sul territorio, sulla determinazione delle Regioni. Particolarmente efficaci, tra le altre, le testimonianze del presidente di FareAmbiente Vincenzo Pepe, del già Ad di Anas e della Società Stretto di Messina Pietro Ciucci, e del presidente della regione Calabria Roberto Occhiuto. È una sfida che il vicepremier e ministro Matteo Salvini intende vincere, dopo decenni di studi e dibattiti”.

Così fonti del Ministero dei Trasporti, dopo le audizioni alla Camera.

Audizioni alle quali ha partecipato il presidente dell’Anac, Giuseppe Busìa, il quale ha messo in guardia governo e Parlamento dal concedere eccessivi vantaggi giuridici ed economici al contraente generale privato, senza aver definito prima il contenzioso passato, e ha chiesto che siano introdotti specifici obblighi in capo al contraente generale, trasferendo i rischi connessi all’opera, evitando che rimangano in capo al pubblico.

“Il decreto legge sul Ponte sullo Stretto di Messina essendo entrato in vigore facendo proprio il progetto dei privati del 2011 ha determinato una posizione di vantaggio del contraente generale privato. E’ stato riconosciuto come valido nel 2023 il progetto del 2011, evitando la gara pubblica, senza aver risolto il contenzioso precedente”.

“Se si vuole evitare la gara – ha detto Busìa – occorre rispettare quanto previsto dall’articolo 72 della direttiva europea, che pone un limite invalicabile, e cioè che l’aumento dei costi non debba superare il 50%”.

Col decreto è stato assegnato al privato un notevole potere contrattuale, che va bilanciato modificando il decreto in sede di conversione in legge. In caso contrario, basterà una semplice relazione del privato per determinare le modifiche e gli adeguamenti necessari al Ponte. E’ cioè il privato che decide gli adeguamenti necessari, e quindi i costi dell’opera, e non lo Stato. Sembrerebbe pertanto necessario che questa relazione sia predisposta dal ministero, non dallo stesso soggetto contraente”, ha spiegato.

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