“Uno degli argomenti che sta tenendo banco nel dibattito politico in questo periodo, è quello relativo all’Autonomia differenziata. La proposta di legge fortemente voluta dalla Lega attraverso il suo primo firmatario, il ministro per gli affari regionali, Roberto Calderoli, è assolutamente da avversare e respingere. Intanto vorrei esprimere plauso a tutti i consiglieri comunali della mia città di Lamezia Terme, per aver detto all’unanimità no a tale legge. Da oltre un ventennio con la riforma del Titolo V della Costituzione, alle regioni vengono attribuite condizioni particolari di autonomia e di gestione di alcuni settori, come quello della sanità che muove l’80% del Bilancio di una regione. E’ un DDL quello di Calderoli che andrebbe certamente bocciato in quanto non mira a cancellare le già enormi disuguaglianze economiche e sociali tra le regioni del nord e del sud, ma altresì ne accentua le vistose differenze per non parlare dei danni che causerebbe ad un già debole sistema sanitario calabrese. Per anni sotto questo aspetto infatti nella distribuzione delle risorse economiche con la ripartizione del Fondo sanitario nazionale, le regioni del sud e specie la Calabria hanno perso tantissimo per via di criteri di assegnazione totalmente sconnessi con la realtà locali. Tutto ciò ci è costato tanto anche in fatto di emigrazione sanitaria dei nostri ammalati costretti a curarsi in strutture fuori regione. Questo è altro va in netta antitesi con quanto lo stesso Disegno di Legge si propone di attuare, ossia dare seguito a quel processo virtuoso già avviato da alcune regioni, come il Veneto e la Lombardia, secondo il dettato costituzionale ed in attuazione ai principi di sussidiarietà e solidarietà , in un contesto di coesione nazionale. Mi viene da chiedere al ministro Calderoli a quale coesione nazionale si riferisce se già oggi esistono evidenti differenze già riportate in sintesi dal sottoscritto? In tutto questo dibattito mi sento di rivolgermi anche al presidente regionale Occhiuto, che in qualità di commissario ad acta della sanità, sembrava avesse compreso come noi cittadini calabresi in oltre vent’anni abbiamo preso briciole con la ripartizione del fondo sanitario nazionale. Questo perché si è scelto nel 2001 di tenere conto non del numero degli ammalati di una regione, bensì si è preferito adottare come criterio di distribuzione del denaro, la popolazione pesata e ovvio, che in tale contesto, regioni come Lombardia e Veneto , hanno ricevuto maggiori risorse economiche rispetto a noi. Ed allora perché, domando ad Occhiuto, accettare sfide già perse in partenza? Accettando l’Autonomia differenziata è come se la Calabria in una corsa podistica concedesse dieci chilometri di vantaggio alle regioni del nord su di un percorso totale di quindici chilometri. Tutto ciò mi sembra assurdo. Parlando a nome del mio partito , Exit Italia per la Sovranità, in Calabria ci poniamo a fermo ostacolo verso tale DDL. Rammentando a quei parlamentari leghisti calabresi che sostengono tale follia, che seppur dovesse passare, l’intera legge sarà oggetto di referendum per chiederne l’abolizione ed in questo Exit già da ora si pone come argine e darà battaglia per la difesa dei nostri diritti sociali , contro chi propina ogni sorta di secessione sotto qualunque forma ed ordine”.
E’ quanto si legge in una nota di Exit Calabria.