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Crisi Lactalis, 79 posti di lavoro a rischio a Reggio Calabria. Falcomatà: “Sciagura da evitare ad ogni costo”

Nuova Castelli (Gruppo Lactalis), negli scorsi giorni, ha reso noto di “aver avviato un piano di riorganizzazione aziendale che prevede la razionalizzazione del numero degli stabilimenti della societa’ Alival concentrando gli investimenti sulle strutture economicamente sostenibili e interrompendo le attività produttive degli stabilimenti di Ponte Buggianese (Pistoia) e Reggio Calabria” e spiega che “la razionalizzazione degli assetti produttivi della societa’ Alival si rende urgente e necessaria per riportare in equilibrio la gestione operativa dell’azienda, da tempo in sofferenza, e oggi aggravata dall’impatto sui costi di produzione dovuto al protrarsi della crisi pandemica e al nuovo scenario di crisi internazionale”. 

L’azienda ha informato i sindacati “dell’indifferibilità del piano industriale” e “si è resa da subito disponibile ad avviare un tavolo di confronto al fine di ridurre, per quanto possibile, il conseguente impatto sociale garantendo una gestione delle conseguenze occupazionali secondo le logiche di responsabilità sociale consolidate nel settore”.

 “La produzione – conclude la stessa nota – non sarà delocalizzata, rimarrà in Italia e verrà affidata e assorbita da altri stabilimenti dei diversi territori italiani con lo scopo di continuare a valorizzare sui mercati nazionali ed internazionali prodotti di alta qualita’ ed emblema del Made in Italy”. 

LA NOTA Agroalimentare, Nuova Castelli:”La crisi economica ci costringe ad avviare un programma di riorganizzazione aziendale”

Le segreterie unitarie dei sindacati Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil della Città metropolitana di Reggio Calabria hanno espresso,, in una nota, “grande preoccupazione per l’annunciata chiusura dello stabilimento di Reggio Calabria del gruppo caseario Lactalis, chiusura che, è bene ricordarlo – affermano le organizzazioni sindacali – vedrebbe private del diritto al lavoro 79 padri di famiglia”.

“Vorremmo sommessamente ricordare che i due stabilimenti destinati alla chiusura sfornano ogni giorno prodotti di assoluta qualità. In particolare, nello stabilimento di Reggio Calabria – sostengono le organizzazioni sindacali – viene prodotta una mozzarella a denominazione Stg (Specialità territoriale garantita). Smettere di produrre un alimento di cosi’ alta qualità, lasciando a casa lavoratori che, con gli anni, hanno acquisito una grande professionalità, ci appare qualcosa di logicamente inspiegabile. La responsabilità sociale che, oggettivamente, da sempre contraddistingue la multinazionale francese sembra essere evaporata nel nulla”.

I SINDACATI FAI-FLAI-UILA: “Evitare chiusura stabilimento Lactalis Reggio Calabria”

Sulla vicende è intervenuto anche il sindaco sospeso di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà: “79 padri e madri di famiglia rischiano di rimanere a casa per la chiusura dello stabilimento Lactalis di San Gregorio. Una sciagura da evitare ad ogni costo e per la quale – scrive in un post sui social -l’intera città deve mobilitarsi. Il lavoro è sacro, sempre, quello pubblico e quello privato. Ora che Lactalis ha annunciato la chiusura di due stabilimenti entro il primo trimestre del 2023 (quello di Pistoia e il nostro) è il momento di stare a fianco a queste persone e lavorare per evitare la chiusura”.

 

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