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Una rete di musei aziendali per promuovere “l’altra Calabria”

Pochi sanno che l’industria del bergamotto, in Calabria, ha una tradizione unica e ultracentenaria; che il metodo per la conservazione degli alimenti sott’olio è stato inventato in fondo allo Stivale per poi diffondersi in tutto il mondo; che i Florio sono calabresi e non siciliani e che nel loro stabilimento di Melicuccà realizzarono le prime scatolette per il tonno sott’olio rivoluzionando l’industria conserviera; che le macchine utilizzate in agricoltura nella regione, fino all’ottocento, erano prodotte a Reggio Calabria in opifici che occupavano centinaia di persone. Ci sono storie personali, saghe familiari e successi dietro le principali aziende calabresi. Di esse si conoscono i prodotti, ma poco si sa delle loro esperienze che sono parte della storia di una regione. È per far conoscere questa Calabria, oscurata dagli stereotipi su un Mezzogiorno esportatore soltanto di mafie e catalizzatore di investimenti improduttivi, che sette aziende calabresi e il museo del bergamotto di Reggio hanno pensato di dare vita alla rete dei musei d’impresa.

Si tratta di realtà aziendali il cui marchio è conosciuto in Italia e nel mondo, come quelli di Amarelli, Callipo, Glas spa, Lanificio Leo, Librandi, Terme di Caronte e Rubbettino. Un mosaico di attività, che spazia dall’agroalimentare all’editoria, decise a fare sistema e che dalla regione peninsulare più periferica, geograficamente ed economicamente, vorrebbe estendersi fino a coinvolgere tutto il Sud Italia.

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“La rete dei musei d’impresa – dichiara all’AGI Vittorio Caminiti, presidente del Museo del Bergamotto – nasce perché esistono già le strutture museali d’impresa. Vogliamo fare massa critica per affrontare un mercato turistico che nel mondo si sta facendo strada, ma che in Calabria è poco strutturato. Al Nord hanno raccolto strumenti di lavorazione importanti, ma pochi sono il frutto di un sistema radicato come quello calabrese dove esistono luoghi unici al mondo come il museo della liquirizia dell’Amarelli e il Museo del Bergamotto dove non sono esposti strumenti o oggetti realizzati altrove, ma macchine esclusive risalenti al settecento o all’ottocento nelle fonderie di Reggio. Sono unici al mondo anche i musei del pomodoro e del formaggio realizzati nel Centro-Nord, ma vi si trovano macchinari antichi fabbricati in Germania o in altri paesi. I nostri musei non sono soltanto luoghi in cui si presentano i prodotti, ma anche esempi di antropologia del territorio”.

Il bergamotto è un agrume prodotto quasi esclusivamente nella provincia di Reggio Calabria. Ha impieghi nell’industria cosmetica e in quella profumiera oltre che in campo agroalimentare. Ultimamente ne sono state constatate le proprietà anche in medicina e psichiatria. “E’ l’antistress più potente al mondo e in passato contribuì a immunizzare la popolazione dal colera e da altre infezioni. Lo attestano molti documenti” spiega Caminiti.

“Ciò che si racconta nei nostri musei – aggiunge – sono le storie dei più importanti imprenditori. Nel museo del bergamotto abbiamo cinque bacheche che illustrano l’esperienza dei fondatori di aziende di successo nell’agroalimentare. I Florio realizzarono la prima scatoletta per la conservazione del tonno sott’olio, destinato alle truppe in guerra. Prima si conosceva solo la conservazione degli alimenti sotto sale. Non è un caso se le migliori aziende che producono tonno in scatola si trovano in Calabria. E ancora – racconta – la nostra industria del bergamotto ha prodotto un sistema di estrazione degli oli essenziali dagli agrumi che è stato esportato in tutto il mondo. Il bergamotto dava lavoro a tutto il Sud, a Reggio Calabria lavoravano migliaia di persone. I Callipo, gli Amarelli, i Florio possono vantare una lunga tradizione che fa parte della storia della Calabria. Lo scopo non è proporre il muso come luogo da visitare per vedere antichi strumenti di lavoro, ma è quello di mostrare l’evoluzione di questi complessi aziendali come attività frutto di un radicamento sul territorio. Oggi – sostiene Caminiti – la Calabria è associata solo alla ‘ndrangheta, i calabresi sono additati e quando si verificano fatti di cronaca nera si sottolinea la loro provenienza geografica. Noi vogliamo mostrare la vera Calabria attraverso uomini d’impresa che hanno scritto la storia. Le ceramiche prodotte dai Florio in Calabria si esportavano in tutto il mondo, così come i loro vini. Vogliamo mostrare la genialità dei calabresi”.

Chi si sta dedicando alla rete dei musei sul piano organizzativo è un altro uomo di successo, Florindo Rubbettino. Con il fratello Marco gestisce l’omonima casa editrice fondata dal padre, Rosario. In principio una piccola casa editrice, realizzata con scrupolo e dedizione da Rosario Rubbettino, annoverata ormai fra le principali protagoniste del settore, con autori di primo piano nel panorama culturale italiano. Un altro esempio di successo realizzato non in una metropoli del Nord, ma in un paese della presila catanzarese, Soveria Mannelli. “Il senso dell’iniziativa – dice Florindo Rubbettino – è mettere in rete una serie di aziende che hanno storie ultracentenarie che contraddicono gli stereotipi sul Sud e sulla Calabria. Vogliamo far conoscere realtà produttive che vengono da lontano. Mostriamo fabbriche che non sono luoghi chiusi ma che vengono aperte, ad esempio, ai turisti e alle scuole. Mostriamo il prodotto ma anche chi lo realizza”. Un vero e proprio “cammino”, dunque, che attraverserà tutta la Calabria, dal Pollino allo Stretto. Una sfida anche economica in una regione dalle grandi potenzialità turistiche.

“E’ un percorso tecnico e culturale – spiega ancora Rubbettino – volto a proporre un turismo più evoluto, come si sta facendo con successo in altri posti. E facendo questo – dice ancora – ci proponiamo anche come interlocutori delle istituzioni nel delineare gli indirizzi finalizzati allo sviluppo del territorio”. Finora hanno aderito alla rete dei musei 7 imprese e il museo del bergamotto che è stato realizzato da un’associazione. “Ma la nostra – sottolinea Rubbettino – è un’iniziativa aperta a chiunque voglia condividere la sua esperienza, non solo in Calabria. L’obiettivo è un percorso che coinvolga tutto il Sud”.

(AGI)

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