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I sindaci del Cosentino “Pronti alle barricate”: PNRR e Sud Italia, una battaglia persa in partenza?

di Roberta Mazzuca – “Pronti alle barricate! I sindaci del Sud, l’autonomia differenziata e i miliardi del PNRR”. Questo il grido sulla cui scia si sono uniti i sindaci del Cosentino che, nel pomeriggio di ieri, nella storica cornice di Villa Rendano, hanno dibattuto insieme le principali questioni che riguardano il ruolo e l’azione dei primi cittadini sui rispettivi territori. A promuovere l’evento, coordinato dal giornalista Antonlivio Perfetti, direttore della testata online camtele3tv.it, la Fondazione “Attilio e Elena Giuliani”, che ha avuto il merito di riunire ben sei sindaci: Franz Caruso, primo cittadino di Cosenza, Marcello Manna, sindaco di Rende, Pietro Caracciolo di Montalto Uffugo, Giovanni Greco di Castrolibero, Lucio Di Gioia di Cerisano, e Stanislao Martire di Casali del Manco. A presentare, invece, il contesto normativo e legislativo in cui far muovere il dibattito, l’economista Giuseppe Nicoletti.

A precedere il confronto tra i sindaci, l’intervento del giornalista Francesco Kostner che, prendendo spunto dal romanzo storico “Il Sindaco”, scritto da Gaetano Mollo e pubblicato da Luigi Pellegrini Editore, ha tratteggiato la figura e l’impegno civico del barone Vincenzo Maria Mollo, primo cittadino di Cosenza nel 1808 e testimone del difficile momento vissuto dalla città a causa del terremoto del 1835. “Un libro che mette a fuoco molto bene la reazione dei cittadini, aiutando a capire meglio perché ancora oggi la nostra comunità non abbia imparato a convivere con il fenomeno sismico. Siamo partiti da un’emergenza verificatasi in passato e da un Sindaco che ebbe il compito di gestire l’emergenza, per arrivare ad altri tipi di problemi a cui devono far fronte i sindaci di oggi”. Un’esperienza, insomma, che mise in luce l’importanza di una figura come quella del sindaco: così come a quel tempo Mollo dovette fronteggiare le conseguenze di un devastante sisma, oggi i sindaci si ritrovano a dover fare i conti con terremoti sociali ed emergenziali di portata equivalente. Difficoltà e problemi rispetto ai quali quasi sempre le risorse e gli strumenti a disposizione, come espresso da loro stessi, sono insufficienti. In un tale contesto, allora, l’opportunità offerta dal PNRR è effettivamente reale?

Franz caruso: “Il PNRR non è la panacea di tutti i mali”

“Il PNRR non è la panacea di tutti i mali” la risposta chiara e netta del sindaco di Cosenza, che offre subito un’analisi cruda e per niente ottimista. “Però, quel 40% del PNRR concesso al Sud è qualcosa che dobbiamo difendere a denti stretti. Sicuramente c’è da fare le barricate”.

“Chiamerei Zaia a governare i nostri comuni, con le nostre difficoltà, per fargli capire la reale diversità tra il territorio del Sud e quello del Nord”, esordisce il primo cittadino, in riferimento alle dichiarazioni del presidente del Veneto sulla “mancanza di capacità della classe dirigente del Sud”. “È facile parlare dall’alto della posizione economica, finanziaria, di sviluppo, dei territori del Nord, rispetto alla drammaticità che vivono i comuni del Sud. Il 70% dei nostri Comuni sono in dissesto e predissesto: la stessa Cosenza è in dissesto dal 2019, e vorrei invitare il governatore Zaia ad amministrare un territorio come il nostro”. Ma non solo di dissesto finanziario parla Caruso, ma anche di dissesto organizzativo, “perché gestire i fondi e tutte quelle che sono le procedure del PNRR, con una dotazione organica al di sotto del 50% di quella che la città di Cosenza dovrebbe avere, non è per niente semplice”. 246 i dipendenti attuali al Comune di Cosenza, di cui 100 della polizia municipale, con 58 pensionamenti previsti a dicembre 2022, 37 pensionamenti previsti per l’anno 2023 e un dissesto in corso. “Il Governo ci ha riservato sei unità, giovani selezionati dal Ministero che sono venuti ad aiutarci per utilizzare le risorse del PNRR. Altri due dovrebbero arrivare. Ma con sei unità, ditemi voi quanto posso sperare che il mio Comune possa realizzare più di quanto non abbia già fatto”.

“Quando si parla di differenza tra Nord e Sud si deve prendere atto di una realtà che esiste, e che oggi è ulteriormente aggravata”, continua Caruso. “Per cui pensare che il PNRR possa risolvere i problemi dei nostri comuni, beh, mi fa un po’ sorridere”. Una delle questioni principali, poi, secondo il Sindaco, sta anche nella mancanza di una reale rappresentanza al Governo: “Ancora una volta noi siamo politicamente mortificati, perché la Calabria non ha una rappresentanza ministeriale che possa difendere le ragioni della nostra regione. Non mi pare che oggi abbiamo la speranza che i nostri diritti possano essere rispettati in questo nuovo governo. Ci danno due sottosegretari, uno agli esteri, e spiegatemi voi l’incidenza per la Calabria del sottosegretario agli esteri, e uno all’interno, che dal punto di vista dello sviluppo economico non è sufficiente”. L’appello finale è, allora, quello di far rete, affinché i sindaci possano davvero rappresentare “un corpo coeso in difesa dei territori”.

A queste condizioni e in questo contesto, quale prospettiva positiva ci può essere dell’utilizzo del PNRR? Per Franz Caruso, e non solo per lui, è una battaglia persa in partenza.

Marcello Manna: “Perché non si pone la questione Calabria a livello nazionale?”

Ancora più decisa la posizione del sindaco di Rende, Marcello Manna: “Qui il problema è politico. È vero tutto quello che è stato detto finora. La nostra Regione ha 404 comuni, con 305 comuni che sono sotto i 5.000 abitanti. Potete immaginare una casa comunale di cosa è composta. Ora, la provocazione qual è: c’è uno stato centrale o siamo già diventati federali? C’è un Ministero per il Sud, ma cosa fa?”.

Secondo Manna, il PNRR aumenterà il divario tra i Comuni del Nord e quelli del Sud: “Noi non lo spenderemo in questo modo il 40%, perché non ce la facciamo, non abbiamo gli strumenti. E allora il tema è questo: ci volete dotare degli strumenti? Altrimenti è una finzione. Perchè lo so che il Veneto andrà avanti, e so che anche una parte del Sud, come la Puglia, andrà avanti. Il resto no, annasperemo di sicuro”.

“Il nord ci prende tutto perché forse ce lo facciamo prendere, perché non riusciamo a dare un’impostazione politica più forte”. E pone, allora, il tema della “questione Calabria”: “Perchè per Torino e Napoli sono stati fatti interventi per permettergli di uscire dal dissesto e predissesto, e per la Calabria invece non si interviene?” .

Pietro Caracciolo: “Mancano le competenze”

Differente, invece, il punto di vista del sindaco di Montalto Uffugo, Pietro Caracciolo, che mette in evidenza la mancanza di professionalità e competenze all’interno dei comuni calabresi: “Il personale di cui disponiamo non è sicuramente adeguato, sia in termini di velocità, sia in termini di professionalità”. Si rivolge, poi, allo stesso Caruso: “Mi fa piacere, Franz, che tu abbia avuto sei persone, ma se dobbiamo dirla tutta a me ne hanno dato due, che non hanno una professionalità specifica che consenta loro di darci una mano. Molte volte vado in Comune e li trovo spaesati perché non sanno dove mettere le mani, e mi chiedo a cosa serve tutto questo? Abbiamo salvato la faccia, abbiamo salvato la forma? Mandano ai Comuni questi aiuti, che aiuti non sono, e il mio timore è che, finita questa fase, magari saremo costretti anche ad assumerli”. “Magari potessimo” – ribatte il primo cittadino di Cosenza. “Io preferisco fare i concorsi e assumere persone capaci”, risponde, a ragione, Caracciolo.

Un’assenza di competenze messa sul tavolo dagli stessi sindaci che è spiazzante e sconcertante, così come lo è la “normalità” con cui questa mancanza di meritocrazia viene accettata dalle amministrazioni stesse.

Polemica, poi, del sindaco Caracciolo anche con l’Università della Calabria, o meglio con il rettore in carica, Nicola Leone, con cui il primo cittadino lamenta di non riuscire ad avere contatti: “Ci provo da quando è stato eletto, cioè tre anni fa, e non riesco ad avere un’interlocuzione se non contatti sporadici grazie ai professori universitari che ci propongono collaborazioni con laureandi che possano fare pratica nel Comune. Però quella sintonia che ci dovrebbe essere tra il territorio e l’Unical non c’è. Una differenza sostanziale rispetto all’epoca precedente”.

Giuseppe Greco: “Il PNRR doveva essere destinato tutto al Sud”

Sindaco di Castrolibero dal 2013, Giuseppe Greco ripropone la questione della mancanza, ma al tempo stesso dell’importanza, di interlocuzione con i parlamentari, e parte da alcuni dati.

Castrolibero, per una sua progettualità, ha realizzato un primo asilo nido dodici anni fa, che ha la capacità di ospitare 14 bambini sui 203 presenti nel Comune. Con il PNRR si è ottenuto il finanziamento per un nuovo asilo che potrà ospitare 50 bambini, arrivando così al solo 30% del fabbisogno del territorio. Un dato che il sindaco Greco mette in luce per evidenziare come “questo quadro difficile debba essere inserito nel contesto in cui viviamo”.

“Al di là delle barricate, dovremmo metterci insieme con i parlamentari, per capire come non perdere le risorse del PNRR, che sono delle risorse minime indirizzate verso il Sud. Avrebbero dovuto dare, visto che lo Stato italiano ha certificato che ha un debito con il Mezzogiorno, tutti i miliardi del PNRR al Sud”.

“Io ho dei bravissimi tecnici, però ne abbiamo pochissimi. La mia area tecnica è formata da quattro componenti, che fanno i salti mortali per fare in modo che le risorse non tornino indietro e che i progetti si realizzino. Si può parlare di autonomia differenziata, ma l’autonomia differenziata è stata voluta dal Nord, e accettata dal Sud. La colpa è anche di questo popolo che non ha saputo difendere i propri diritti. Vi sono effettivamente due Italie”. Bisogna ricorrere ai ripari secondo il primo cittadino, adoperarsi affinché si possa parlare davvero di autonomia differenziata: “Quando due persone decidono di vivere insieme, devono volerlo, devono amarsi, devono fare di tutto per stare insieme. Qui invece mi sembra che le regioni del Nord non vogliano stare insieme alle regioni del Sud. Questo è un dato storico”.

“Bisogna allora agire in fretta affinché chi ci rappresenta a Roma sia in grado di gridare e di ristabilire equità tra popolazione e spesa pubblica”.

E spiazza, però, la domanda del giornalista che conduce e coordina il dibattito: “Ma perché non entrate mai in conflitto con la rappresentanza parlamentare? Vi chiedono i voti, glieli date secondo le vostre preferenze, dopodiché?”. Cala il silenzio, un applauso del pubblico in sala lo riempie, e il sindaco Greco ammette le colpe: “Hai ragione, probabilmente facciamo poco rumore. Questa iniziativa credo che possa servire”. Ma Caruso non ci sta, e ci tiene a precisare animatamente: “Il problema è della legge elettorale, che ci ha privato di avere un parlamentare che rappresentasse il nostro territorio e che desse voce alle emergenze che la nostra regione vive. I parlamentari dovrebbero aiutarci in questo, e io non ne ho visto nessuno in questo anno, se non Enza Bruno Bossio. Ho difficoltà a rapportarmi con un parlamento che per quella legge elettorale non lo consente”.

Stanislao Martire: “L’Europa ci aveva destinato il 68% dei fondi, e la battaglia l’abbiamo già persa in partenza”

Stanislao Martire, sindaco di Casali del Manco, pone invece una domanda: “Perché nasce il PNRR? L’ha voluto l’Europa, non l’ha mica voluto l’Italia. E qual era l’obiettivo? Eliminare i divari che ci sono dal nord al sud del Paese, soprattutto in settori strategici, quali la sanità, l’istruzione, la sicurezza, la mobilità, le infrastrutture e il welfare. L’Europa ha parlato di un 68% che doveva andare alle regioni del Sud, e ne abbiamo ottenuto il 40% con la scusa che non siamo capaci a progettare. La colpa è dell’Italia, di un sistema che vuole che l’Italia debba camminare a due velocità, e quella delle competenze è una storiella che hanno messo in piedi”.

“La battaglia l’abbiamo già persa in partenza, dobbiamo solo sperare che ci sia una rivisitazione. E non si può pensare che siano solo i sindaci a dover spendere questi fondi, che siano i sindaci i principali destinatari della riuscita o non riuscita del PNRR. I sindaci hanno delle responsabilità, ma nella fase di spesa non hanno tutta la responsabilità, la questione è più complessa”.

Lucio Di Gioia: “L’autonomia differenziata è la vera miopia della politica”

Anche il sindaco di Cerisano, Lucio Di Gioia, rimarca il tema dei parlamentari: “Non ho avuto possibilità di confronto diretto. Li definisco come quelli della ‘banda bassotti’, durante le elezioni arrivano, poi spariscono. La stessa domanda che fai a noi sindaci dovresti farla però ai cittadini”, afferma rivolgendosi al giornalista che guida il dibattito.

Poi, però, mette in campo una visione differente rispetto a chi l’ha preceduto: “Qui il problema vero è quello che diceva Zaia: la nostra classe dirigente qual è? Dov’è? Siamo pronti? Dobbiamo cominciare a parlare di sudisti, senza timore, ma perché dobbiamo riorganizzarci come uomini del Sud. Rispolverare il nostro orgoglio e confrontarci alla pari”.

“Credo che questa autonomia è la miopia vera della politica, perché quando il sistema nazione crollerà, loro stessi crolleranno, e non potranno andare da nessuna parte in Europa”.

 

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