Il “mercato” delle case popolari a Catanzaro, gestito da un’associazione stabile fatta di funzionai pubblici “infedeli”, un politico di lungo corso e faccendieri a vario titolo: e’ questo lo “spaccato” che Polizia e Carabinieri, coordinati dalla Procura del capoluogo calabrese hanno scoperto con un’operazione che ha portato all’emissione di otto misure cautelari (2 in carcere e sei ai domiciliari). I dettagli dell’inchiesta, avviata nel 2022, sono stati illustrati in una conferenza stampa nella Procura di Catanzaro dal procuratore facente funzioni Vincenzo Capomolla, coadiuvato dal procuratore aggiunto Giulia Pantano, dal questore di Catanzaro Giuseppe Linares e dal comandante provinciale dei carabinieri Giuseppe Mazzullo.
Il blitz ha in pratica scoperchiato quello che nell’incontro con i giornalisti e’ stato definito dagli inquirenti il “Sistema Aterp”, l’azienda residenziale pubblica che gestisce il patrimonio degli alloggi popolari: secondo quanto riferito dagli inquirenti, alcuni dipendenti dell’Aterp e i loro complici, tra cui un consigliere comunale di Catanzaro, Sergio Costanzo, finito ai domiciliari, si erano organizzati come una agenzia immobiliare privata, sostituendosi al Comune nell’assegnazione degli alloggi che invece il sodalizio assegnava direttamente con meccanismi truffaldini e sofisticati e al di fuori dei criteri stabiliti dalle leggi. In alcuni casi – hanno sempre spiegato gli investigatori nella conferenza stampa – gli stessi dipendenti “infedeli” dell’Aterp sollecitavano occupazioni abusive delle case popolari, in genere localizzate nell’area sud di Catanzaro, quella a maggiore disagio abitativo, e chiudevano uno o entrambi gli occhi nella riscossione dei canoni di locazione.
Il tutto in cambio di utilita’ tra cui il pagamento di somme di denaro sotto forma di mazzette. Per quanto riguarda il politico coinvolto, Costanzo, l’utilita’ – hanno specificato ancora gli inquirenti – era essenzialmente quella di accrescere il proprio consenso elettorale: secondo gli investigatori, il consigliere comunale, seppur privo di ruoli o incarichi in seno all’Aterp, in virtu’ di consolidate amicizie con i funzionari dell’ente, fungeva da raccordo tra cittadini che miravano ad ottenere o mantenere posizioni alloggiative, in violazione della legge, e i dipendenti dell’Aterp. Complessivamente, polizia e carabinieri hanno accertato almeno una cinquantina di alloggi popolari assegnati in modo illecito, ma “le verifiche sono ancora in corso”.
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A far scattare l’indagine la denuncia di un ex dipendente dell’Aterp, nel frattempo deceduto, “un funzionario onesto”, ha tenuto a precisare il procuratore aggiunto Pantano. A sua volta procuratore Capomolla ha sottolineato l’importanza di questa operazione perche’ – ha detto – “riguarda una serie indeterminata di reati contro la pubblica amministrazione, con riferimento specifico al settore dell’edilizia residenziale pubblica quindi a quel settore che dovrebbe rispondere al bisogno fondamentale della casa in favore dei soggetti appartenenti alle categorie piu’ bisognose della nostra comunita’, in questo caso invece penalizzati da una gestione privatistica e clientelare del settore da parte di questa associazione particolarmente pervasiva”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche il questore Linares e il comandante provinciale dei carabinieri Mazzullo, che hanno evidenziato anche “il costo sociale che questo tipo di associazione e questo ‘mercato’ delle case popolari comporta, producendo il rischio di creare anche tensioni tra la popolazione”. All’incontro con i giornalisti ha partecipato anche il dirigente della Digos di Catanzaro, Antonio Calio’.