“L'arte di non sapere, che non dev'essere confusa con l'ignoranza, perchè gli ignoranti non sono responsabili della loro triste condizione, nasce da un'idea autolatra ed egocentrica del mondo e della società” - Luis Sepúlveda
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Lamezia, il Liceo “Tommaso Campanella” in vela nel Golfo di Sant’Eufemia

Dalla fine di aprile ai primi giorni di giugno si è svolto il corso, VELEGGIANDO SOCIALIZZAIMO promosso dal Liceo Tommaso Campanella di Lamezia Terme diretto da Susanna Mustari e finanziato dal Fondo Sociale Europeo nell’ambito del Progetto 10.1.1-FSEPON-CL-2021-48 “Camminando insieme”.

In uno scenario in cui si allentano le restrizioni dovute alla pandemia, la ripresa delle attività sportive e sociali è stata fondamentale per ridare fiducia e voglia di vivere ai giovani partecipanti.

Ogni sabato su un’imbarcazione a vela di 14 m, gli alunni del Liceo Tommaso Campanella hanno navigato nel Golfo di Sant’Eufemia, ognuno nel rispetto del ruolo assegnatogli, mettendosi in gioco ed imparando divertendosi.

Da sempre attraverso il mare le culture si sono contaminate, esso è stato anche un mezzo di sostentamento e di sviluppo economico e continuerà ad esserlo.

Nel progetto – è scritto in un comunicato stampa dell’istituto scolastico – si è inteso sviluppare l’attività velica che, oltre ad avere il mare come elemento principale ed essenziale, educa i partecipanti verso la comprensione ed il rispetto di regole e principi, alla solidarietà e al rispetto del proprio compagno, al senso di squadra, alla comprensione dei propri limiti umani e all’umiltà rispetto ad un elemento più grande di noi, il mare e l’ambiente in generale.

Il sistema di insegnamento e le discipline stesse richiedono, infatti, attenzione e presa di coscienza delle proprie azioni e delle loro conseguenze.

Un esperto di vela, Ruggero Camerra della Open Horizon, società sportiva dilettantistica, coadiuvato dal prof. Maurizio Gallucci del Liceo Tommaso Campanella, ha spiegato ai ragazzi le nozioni base per condurre un’imbarcazione in grado di navigare dappertutto nel nostro Mediterraneo. Gli spunti sono stati infiniti: si sono tracciate delle rotte mettendo in pratica conoscenze di geometria e matematica; si è osservata la conformazione dello scafo e delle vele e la loro reazione al vento e all’acqua, mettendo in campo conoscenze di fisica; si è parlato di venti e maree, richiamando la geografia e si è parlato dell’evoluzione che le navi e la tecnica di navigazione hanno avuto negli anni, lasciando immaginare le difficoltà che dovettero affrontare gli antichi greci quando giunsero in Calabria e crearono il mito di Scilla e Cariddi o le navi romane che furono maestri insuperabili nella scelta del luoghi più adatti per costruire i porti.

La peculiarità della vela, la necessità di affrontare nozioni teoriche, per poi realizzare le esercitazioni pratiche, ha stimolato gli alunni ad essere partecipi e continuativi nel progetto, aggiungendo anche una componente socializzante fondamentale per l’iniziativa. Le attività pratiche richiedono la collaborazione e la coordinazione di tutto l’equipaggio, ognuno non è isolato ma diventa parte integrante dell’equipaggio di bordo trovando il suo ruolo ottimale.

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