“Quanti posti asilo nido c’erano a Reggio Calabria alla data del nostro insediamento? Zero. Quanti ce ne sono adesso? 125. Quanti ce ne saranno l’anno prossimo? 355. In questi anni abbiamo attivato tre nidi, partendo dalle zone più popolose della Città, Archi e Gebbione, aggiungendo quello del Cedir. L’anno scorso ne abbiamo programmati altri due, Gallico e Arghillà. Qualche giorno fa in Giunta abbiamo approvato il progetto per altre quattro strutture, a Pellaro, a Catona, all’ex Polveriera di Ciccarello ed al Parco Caserta, tutte finanziate grazie al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”. E’ quanto scrive in una nota sui social il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà annunciando la recente approvazione dei progetti per la realizzazione di altri quattro asili nido, finanziati con fondi Pnrr, nella città dello Stretto.
“In pochi anni passiamo da zero a nove strutture per la prima infanzia – aggiunge Falcomatà – da 0 a 355 posti. Tutto questo grazie ad un’attenta e faticosa attività di programmazione dei fondi europei. Ma se fosse stato per i trasferimenti statali, avremmo continuato ad averne zero, perchè i nidi, incredibilmente ancora oggi, non sono considerati servizi essenziali per le famiglie. E secondo lo scempio dell’autonomia differenziata di Calderoli, approvata da tutto il Governo, dovremmo continuare ad averne zero per sempre”.
“È veramente assurdo – aggiunge il sindaco di Reggio Calabria – che per dei servizi di base, che in altre regioni sono garantiti dallo Stato, noi abbiamo dovuto fare salti mortali impegnando importanti risorse della coesione. Le stesse risorse che adesso il governo vorrebbe sottrarre alle regioni del Sud per destinarle a fantomatici progetti ancora del tutto campati in aria”.
“Sugli asili nido abbiamo dimostrato quanto siano richiesti e necessari, per i diritti dei bambini ma anche delle mamme e dei papà che devono poter pensare serenamente a costruirsi una famiglia continuando a lavorare senza preoccupazioni. E’ una battaglia di civiltà, un obiettivo qualificante che abbiamo raggiunto. Ma secondo questo governo è solo un costo, un servizio non necessario, da sottrarre alla comunità, per sempre”.