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Criticità sanitaria a Vibo, un gruppo di ospedalieri denuncia la situazione al Commissario Straordinario Giuliano: “L’ospedale sta morendo, basta con la continua richiesta di sacrifici”

Riceviamo e pubblichiamo:
“Martedì 7 giugno un gruppo di dipendenti ospedalieri ha incontrato nella sala aggiornamento del Presidio ospedaliero “G. Jazzolino” il Commissario Straordinario dell’Asp dott. Giuseppe Giuliano, accompagnato dal Direttore sanitario aziendale dott. Matteo Galletta.
Si è discusso sui gravi ed atavici problemi che riguardano le avvilenti criticità che assillano la complessiva gestione dei servizi sanitari erogati dal presidio ospedaliero “G. Jazzolino” dell’Asp di Vibo Valentia e sui quali si fa ogni giorno più pesante la denuncia dei cittadini proprio per la spesso inadeguata erogazione dei servizi di fronte alle emergenze sanitarie.
Crediamo sia inutile tornare a ribadire i singoli e già noti motivi che sottolineano la insostenibile condizione in cui versano strutture e servizi perché la essenzialità dei precedenti incontri è stata sempre rappresentata dalla ormai inderogabile necessità di passare dai sempre poco rassicuranti momenti di enunciazione alla cultura dei fatti.
Rispetto alle cose che ci siamo dette anche di recente nessun fatto nuovo è intervenuto, purtroppo, a garantire un minimo di speranza sulle iniziative proposte per cui è tornato in noi tutti una sorta di allarme rosso che sta ad indicare che non possiamo attendere ulteriori tempi lunghi per assistere e pensare a come comportarci davanti al capezzale di questa grande ammalata che è la sanità pubblica.
Crediamo anche che il diritto alla salute deve essere garantito in ogni momento al cittadino sofferente, sia in fase di ordinaria assistenza, cura e terapia, quanto anche in sede di emergenza.
Ma stando così la situazione ci è parso di capire che sono sempre più ridotte al lumicino le speranze di recuperare almeno la “normalità” della funzione del sistema sanitario.
Ben comprendiamo che nessuno è dotato di bacchetta magica ma è pur vero che se noi operatori sanitari, nel supremo rispetto dell’interezza del servizio, non collaboriamo con l’Azienda nella denuncia delle criticità che impediscono una normale attività in h24 vuol dire che tutto funziona a dovere. Purtroppo non è così.
D’altra parte il dover ribadire che persistono le sempre più assurde quotidiane difficoltà di carenza di personale nei vari organici, dell’utilizzo di strutture spesso inadeguate alla essenzialità, di una evidente non garanzia di sicurezza non soltanto dal punto di vista igienico sanitario ma anche ambientale e di rischio, significa abbandonarsi alla vecchia e superata cultura della inutile e insignificante lamentela. Una strada che è vietato percorre perché inutile.
E questo non ce lo possiamo permettere perché il cittadino ha sempre il diritto di attendersi risposte sicure rispetto alla esigenza della denuncia del suo precario stato di salute.
Continuiamo a prendere atto, con non nascosta preoccupazione, che i cosiddetti interventi tampone o a pioggia continuano a dare scarse speranza all’obiettivo di soluzione dei problemi che giornalmente emergono nella gestione del servizio all’interno delle unità operative ospedaliere.
Le consulenze a tempo determinato assunte con altre aziende ospedaliere e provinciali non risolvono problemi di una sanità che ha soprattutto la necessità di conoscere una sua programmazione nel tempo.
L’assunzione a tempo determinato non crediamo eserciti garanzie di stimolo a tutti quei professionisti che operano in attesa di tornarsene da dove vengono o proseguire altrove.
Noi pensiamo che il Commissario Straordinario dell’Asp di Vibo Valentia, dott. Giuseppe Giuliano, possa, avvalendosi della sua capacità conoscitiva del sistema sanitario e del relativo contenitore di gestione, e debba rendersi conto “de visu” della grave e sempre più discutibile condizione del presidio ospedaliero per prendere atto che non esistono i presupposti per continuare in una assurda richiesta di sacrifici ed impegni all’attuale organico in servizio.
Non è possibile tollerare turni impropri, richieste di sacrifici e rinunce per mandare avanti il sistema in attesa di qualcosa di cui non si vede all’orizzonte una sia pur minima speranza.
Il Commissario Straordinario deve prendere atto di questa denuncia volta ad una inversione di rotta che auspichi un nuovo modo di pensare ed affrontare i problemi che angustiano in via prioritaria il cittadino.
È impensabile che quest’ultimo, visto l’andazzo, si sia assuefatto al sistema e rinunci a protestare per un diritto non garantito. Ma perché a pagare devono essere sempre i cosiddetti “ultimi” quelli che non hanno la possibilità di alzare il telefonare e farsi curare altrove, in assenza di un’adeguata assistenza sul posto.
È giusto? Ecco perché continuiamo a chiederci perché il cittadino avvilito da una mancata e dovuta risposta rinuncia anche a protestare? Continuiamo ad essere disarmati di fronte alla legittima richiesta del cittadino che si sente rimandare di due o tre mesi, se non addirittura oltre, la richiesta di una visita in un momento, spesso, di grave condizione di salute!
Se può Signor Commissario Straordinario, ci dia risposte concrete e di forte responsabilità che aiutino la sanità vibonese a diventare adeguata alla richiesta del cittadino.
Diversamente saremo costretti a pensare a come attivare alternativi percorsi di denuncia per essere sempre più vicini alla legittima richiesta di salute del cittadino.
Colga il vero e autentico senso della responsabilità e dell’accorato appello che questo invito contiene. Non prenda ulteriormente tempo. La città, il territorio, soprattutto i cittadini non possono attendere.
Non ci stancheremo mai di denunciare lo stato d’arte di una sanità vibonese costretta a contare sulla abnegazione, il grande sacrificio, la rinuncia che giornalmente offre l’operatore sanitario per essere sempre più vicino e convinto dell’aiuto che il cittadino in costante emergenza chiede e merita.
Ecco perché abbiamo anche pensato, al termine di quest’ultimo incontro, di consegnare allo stesso dott. Giuseppe Giuliano un documento in cui sono contenute le motivazioni della protesta”.
I promotori dell’Iniziativa
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